Successo di partecipazione, ieri sera a Lapedona, per l’incontro incentrato sulla prevenzione di genere dal titolo “La salute nelle tue mani”, organizzato nella chiesa di San Nicolò e San Martino. A fare i saluti iniziali, il sindaco Giuseppe Taffetani: «Benvenuti a Lapedona dove si parla di salute». Già diversi gli incontri a sfondo medico che sono stati organizzati, ad introdurre le relatrici, la vicesindaca Stefania Mattetti che ha sottolineato la presenza gratuita delle relatrici: «L’evento di questa sera si colloca nel cartellone degli eventi, per il mese di marzo, della Region, dedicati alla donna e che pongono la salute di genere al centro delle attività. L’amministrazione di Lapedona si pone l’obiettivo di formare e sensibilizzare ad una prevenzione consapevole».
L’evento aveva il patrocinio della Commissione della pari opportunità della Regione Marche. A rappresentarla la presidente Maria Lina Vitturini: «La medicina di genere si occupa delle donne che sono diverse dagli uomini ed hanno una risposta diversa. Le donne vivono di più ma si ammalano e somatizzano di più». L’evento era patrocinato anche dall’associazione Infinitae, aperta a tutti e nata per dare sostegno alle donne operate di carcinoma mammario. La vicepresidente Eleonora Ciaralli ha parlato dell’esperienza con il Dragonboat come disciplina sportiva riabilitativa: «Abbiamo fatto squadra e siamo riuscite ad andare oltre la malattia. Una donna ogni otto donne si ammala di tumore al seno ma l’80% guarisce».
La dottoressa Paola Pantanetti, endocrinologa ha parlato di tiroide: «Le malattie di genere, hanno spesso a che fare con chi, come me, si occupa di ormoni. L’approccio non è solo correlato al sesso ma anche all’etnia. Le patologie della tiroide si manifestano diversamente nell’uomo e nella donna. L’ereditarietà e la familiarità sono fattori di rischio. La tiroide può funzionare poco (ipotiroidismo) o lavorare troppo (ipertiroidismo). L’ipotiroidismo, ha tra i vari effetti, la depressione. Ci accorgiamo dell’ipertiroidismo dal forte nervosismo, dal calo di peso e del sonno. Si previene attraverso il controllo di valori specifici nelle analisi del sangue e con un’ecografia alla tiroide. La dieta consigliata è ricca di selenio e di iodio che si trova nel pesce».
L’intervento della dottoressa Paola Campanella, specialista in radiodiagnostica, si è concentrato sulla prevenzione senologica: «Vogliamo parlare di carcinoma alla mammella. Sono stati 56 mila i casi in Italia nel 2023, vale a dire il 30% della popolazione. Sono 15 mila i casi di morte all’anno, il tumore al seno è la principale causa di decesso tra le donne tra i 40 e i 50 anni. Un numero che si è ridotto grazie agli screening fatti. Il rischio di ammalarsi aumenta dopo i 40 anni e in presenza di fattori come familiarità ed ereditarietà, l’area geografica di appartenenza, come i paesi occidentali ha maggiore incidenza sulla malattia. Il rischio maggiore è per le donne che non hanno avuto figli, con una lunga vita mestruale, o chi ha assunto, per almeno un decennio, terapia ormonale sostitutiva. Ad alto rischio di ammalarsi anche donne obese. I metodi per prevenire sono l’autopalpazione, l’esame clinico, la mammografia, l’ecografia mammaria. L’obiettivo è la diagnosi precoce. Minore è la dimensione del tumore e migliore sarà la prognosi».
Rientra nel discorso prevenzione, anche la fisioterapia che ha un ruolo fondamentale nelle disfunzioni femminili, come ha spiegato la dottoressa Rachele Zeppilli, fisioterapista specializzata in linfologia e trattamento dell’edema: «Le donne si curano più tardi. La fisioterapia in termini di prevenzione, aumenta la consapevolezza del corpo che ci dà dei segnali che dobbiamo saper ascoltare, come il dolore che, se si ignora oggi, può diventare una patologia più strutturata domani. Molte delle disfunzioni femminili sono legate agli ormoni. La fisioterapia lavora sul pavimento pelvico, sui disturbi legati alla menopausa, sull’incontinenza, sul prolasso. Il messaggio che voglio dare è che è possibile gestirli adeguatamente ma dovremmo arrivarci prima».
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