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Inaugurata la mostra del fotografo Cutini nella casa museo “Osvaldo Licini” 

MONTE VIDON CORRADO - Porte aperte fino al 12 maggio per ammirare le opere del fotografo perugino. Gli scatti sono l’ultimo tassello di una trilogia dedicata alle tematiche dell’inquietudine, della solitudine e del silenzio

Da sinistra: il sindaco Giuseppe Forti, il fotografo Giorgio Cutini,i curatori Daniela Simoni e Nunzio Giustozzi

Monte Vidon Corrado: inaugurata la mostra del fotografo Cutini nella casa museo “Osvaldo Licini”. Un numero cospicuo di persone ha affollato, ieri pomeriggio, il Teatro Comunale di Monte Vidon Corrado. A fare gli onori di casa, ci ha pensato il sindaco Giuseppe Forti: «Il mio benvenuto a questa numerosa schiera di appassionati, che vengono anche da lontano. Spostarsi comporta la presenza di una certa intenzionalità, che è la stessa che ci fa amare la cultura e l’arte che questo paese può rappresentare». Porte aperte fino al 12 maggio 2024 per ammirare le opere del fotografo perugino. Gli scatti sono l’ultimo tassello di una trilogia dedicata alle tematiche dell’inquietudine, della solitudine e del silenzio. 

Daniela Simoni

A seguire, la curatrice dell’esposizione Del silenzio per frammenti di Giorgio Cutini, Daniela Simoni ha introdotto le opere del fotografo: «È con piacere ed emozione che inauguriamo la stagione espositiva del 2024 con questa intensa e appassionante mostra, parte di un progetto iniziato nel 2017. Relativamente all’inquietudine, Cutini ha lavorato sulla serie “Piena di te sulla curva del silenzio”, tratta da Il grande oceano di Neruda. Si tratta di una vena lirica che lui si dà nel suo lavoro, nella sua ricerca e attraverso collaborazioni con poeti contemporanei come Francesco Scarabicchi, che abbiamo omaggiato in passato. Il secondo atto è dedicato alla solitudine, i cui protagonisti sono l’albero e l’uomo. Oggi guardiamo a questo terzo atto del progetto. Si tratta di scatti realizzati a Campo Imperatore tra il 2022 e il 2023. Ci sono due elementi fondamentali della poetica di Giorgio Cutini: il silenzio e i frammenti. Il dato reale è un piano translucido nel quale il fotografo proietta i suoi pensieri e le sue riflessioni sul piano filosofico. Il dato fondante della sua ricerca è una riflessione sul tempo. Io ho intitolato il mio breve saggio nel catalogo L’eterna impermanenza. Ho scelto questo ossimoro che mette in luce quello che è il suo lavoro, quel cercare di fissare veramente questa eterna mutevolezza. Nella mostra c’è anche un’immagine che è quella di suo padre, mancato quando lui era piccolo. È presente la sfocatura, che esprime quel senso del tempo di cui parlavo e che qui è inteso in modo bergsoniano, cioè interiore». 

Nunzio Giustozzi

A presentare l’autore delle foto è stato anche Nunzio Giustozzi, curatore della mostra insieme a Daniela Simoni: «Ho paragonato Cutini a un cacciatore all’alba che compie ardite escursioni ad alta quota. Nei suoi bianchi così puri, nelle sue ombre trasparenti mi ha ripotato in mente Monet che al mattino presto scaldava l’acqua bollente e andava in riva al mare, quando tutto era ghiacciato. L’opera di Cutini si nutre anche di tragiche grandezze, ma con un’idea dell’uomo sempre al centro, non sovrastato dalla natura ma che, per vocazione la contempla e la teme». 

Anche il fotografo Giorgio Cutini ha preso la parola sul finale, raccontando un po’ del suo percorso che l’ha portato a realizzare gli scatti dell’ultima parte del progetto: «Questo è un lavoro iniziato quando ho interrotto la mia attività professionale. È stato intenso, si chiude una trilogia. Mi sono fatto aiutare da una fotografia stenopeica, lenta, senza automatismi. Ho utilizzato macchine che richiedono che l’immagina venga molto pensata, prima di arrivare allo scatto vero e proprio».

Silvia Ilari

Giorgio Cutini

Da sinistra: i curatori Nunzio Giustozzi e Daniela Simoni, il fotografo Giorgio Cutini

Il saluto del sindaco Giuseppe Forti

 


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