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Gelati nel manifesto con l’Ultima Cena. La proprietà: «Nessuna volontà di offendere»

PORTO SAN GIORGIO - Non se l'aspettavano di finire nell'occhio del ciclone, tanto meno di suscitare le aspre critiche della Diocesi fermana. I manifesti comparsi qualche giorno fa a Porto San Giorgio per pubblicizzare la gelateria Dolce Amore e in cui viene raffigurato uno scorcio dell'Ultima Cena non sono piaciuti alla Diocesi. La proprietà si difende: «Nessuna volontà di offendere».

di Sandro Renzi

Non se l’aspettavano di finire nell’occhio del ciclone, tanto meno di suscitare le aspre critiche della Diocesi fermana. I manifesti comparsi qualche giorno fa a Porto San Giorgio per pubblicizzare la gelateria Dolce Amore, che ha riaperto i battenti lo scorso 23 febbraio nella zona sud della città, e in cui viene raffigurato uno scorcio dell’Ultima Cena dipinta da Leonardo da Vinci, non sono piaciuti alla Diocesi perché davanti a Gesù e ad alcuni apostoli compaiono delle vaschette di gelato con tanto di cialde e coni. E per finire uno slogan: da molti anni crea dipendenza. Apriti cielo. «Inopportuno se  non offensivo associare il gelato all’Eucarestia» lamentano i vertici del clero locale.

Alberto Amore, che insieme alla moglie gestisce l’attività, è stato travolto in poche ore da una esposizione mediatica che non aveva minimamente preso in considerazione. Ed anche da qualche critica sui social. «Nessuna volontà di offendere la chiesa e la sensibilità di alcuno. Sono cattolico anche io -spiega- sono dispiaciuto se ho urtato i sentimenti di qualche persona». Prosaicamente parlando la campagna pubblicitaria ha finito comunque per sortire i suoi effetti. Ovvero quelli di far parlare, nel bene e nel male, della nuova attività. In molti lo hanno chiamato al telefono dopo aver letto la notizia. Non è la prima volta che attraverso un manifesto oppure uno spot televisivo si trasmettono messaggi che possono sembrare forti ed urtare per l’appunto la sensibilità delle persone. La pubblicità ci ha abituati negli ultimi anni e non solo a queste iperboli. «Ricordo la pubblicità dei jeans Jesus firmata dal fotografo Oliviero Toscani negli anni ’70, fu dirompente e venivano presi in prestito dalla religione addirittura alcuni comandamenti» ricorda ancora Amore «ma anche in quel caso nessuno voleva offendere il cattolicesimo».

L’idea di realizzare questo manifesto prendendo in prestito l’Ultima Cena gli è venuta qualche settimana fa lavorando insieme al grafico che ha materialmente realizzato il prodotto.  «Se potessi tornare indietro starei più attento al tempismo dell’uscita» racconta ancora Amore lasciando intendere che sul manifesto non farebbe probabilmente nessun passo indietro, mentre individuerebbe un altro periodo che non fosse quello pasquale per la sua distribuzione. Per quanto riguarda lo slogan, Amore rimarca ancora una volta che «ovviamente si riferisce solo ed esclusivamente al gelato. L’ho scritto anche sulla carta con cui confezioniamo le vaschette da asporto. Basti pensare che qualche giorno fa una signora si è presentata in gelateria con l’obiettivo preciso di prendere un determinato gusto che è un un nostro cavallo di battaglia, non trovandolo se n’è andata via senza assaggiare nulla, se non è dipendenza questa?» chiosa scherzando sull’episodio.

 

Manifesto della gelateria con coni e vaschette sul tavolo dell’Ultima Cena, la Diocesi: «Inopportuno, soprattutto nella Settimana santa»


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