«Lido Tre Archi si conferma una delle mete più “apprezzate” non solo a livello turistico balneare. Non a caso proprio pochi giorni addietro un “aguzzino” a costretto una giovane rumena, con la promessa di una vacanza in Italia a seguirlo fino a Lido tre Archi dove l’aveva prontamente avviata alla prostituzione. Ora, scontato il plauso alle forze dell’ordine e all’opera incessante del questore, alcune domande sorgono spontanee». Inizia così, con queste parole, la riflessione, dopo i recenti fatti di cronaca che hanno interessato il quartiere costiero di Fermo, da parte di Confabitare Fermo. Un fatto su tutti: quello di un giovane che ha segregato una sua connazionale rumena spingendola a prostituirsi.
E si passa subito agli interrogativi: «Perché con tante località nel nostro Paese del tutto simili a Lido tre Archi o forse migliori, questo malvivente sceglie proprio il nostro territorio? Esistono basi logistiche, appoggi e complicità a livello locale, tali da far presagire di poter entrare nel “mondo” della prostituzione senza pagare pegno? Il malvivente dopo le contestazioni di rito avrebbe riavuto l’auto e le somme precedentemente sequestrate potendo ripartire per il suo Paese d’origine. Esiste – si legge nella nota di Confabitare – una reale deterrenza contro il crimine in generale?».
Confabitare ritiene la misura «colma da tempo. Nonostante quanto è stato fatto in questi ultimi tempi dalle forze dell’ordine, dalla Prefettura e dalla Questura, il territorio è ancora fortemente a rischio di infiltrazioni “malavitose”, per non dire di peggio» chiedendo azioni di contrasto al retroterra sul quale basano le loro attività gli spacciatori, ali organizzatori del giro di prostituzione, i procacciatori di case da occupare, i segnalatori più o meno occulti» da compiere «per riportare un livello di sicurezza e di vivibilità nel quartiere di Lido Tre Archi, con più intelligence e indagini a tappeto».
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