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L’ultima tragedia sulla A14: basta con le frasi fatte e le promesse

DOPO L’ENNESIMO inferno che si è scatenato nel tratto piceno dell’autostrada, al confine sud con quello fermano, da anni quasi impercorribile tra i cantieri e l’impressionante media giornaliera di incidenti, c’è spazio solo per il cordoglio e la vicinanza alle persone rimaste coinvolte. Parole e promesse: già lanciata la corsa a futuri incontri, focus, seminari, convegni, tavoli e summit

 

di Andrea Ferretti

 

Tragedia sull’autostrada A14. L’ennesima. E purtroppo, probabilmente, nemmeno l’ultima. Il tratto piceno-fermano della lingua d’asfalto che unisce il nord e il sud dell’Italia sul versante adriatico continua a mietere vittime e collezionare una serie di incidenti che si fa fatica a credere che sia tutto vero.

 

Siamo arrivati al limite, al punto di non ritorno. Il Governo ha promesso tanto e, finora, fatto tra poco e niente. L’importante, questo sì, è parlare, parlare e parlare. Promettere, promettere e promettere. E soprattutto sciorinare le frasi fatte che quasi tutti i politici, compresi tanti amministratori pubblici, conoscono a memoria e tirano fuori a seconda del momento. A volte tornano utili perfino gli appunti su un foglietto di carta celato in tasca.

 

Sulla A14 e sulla scia luttuosa che si trascina dietro da anni, sulla A14 che nel tratto piceno-fermano è ormai impercorribile per la presenza no stop di cantieri infiniti, si continuano a spendere fiumi di parole. E di promesse, quelle che emergono in occasione di incontri, focus, seminari, convegni, tavoli, summit e chi più ne ha ne metta. Ogni volta le solite frasi, i soliti report. Sempre quello. E alla fine sorrisi e strette di mano in attesa del successivo disastro.

 

Dopo quest’ultimo tragico sinistro nella galleria “Vinci” di Cupra Marittima sono intervenuti in tanti. Alcuni a tempo record: più veloci di loro solo i soccorsi. Messaggi di cordoglio, vicinanza e di immancabili promesse stanno giungendo da ogni dove, per bocca e per mano di partiti e politici che in questi casi fanno anche lo sforzo di togliersi la casacca o che non perdono l’occasione di lanciare bordate alla controparte. Continueranno a farlo anche oggi, venerdì, ma guai a toccare il sacrosanto weekend di meritato riposo dopo una settimana di duro lavoro. Hanno detto la loro anche alcune associazioni di categoria.

 

Stride il silenzio di tre dei quattro Comuni piceni investiti dalla A14: San Benedetto, Grottammare, Cupra Marittima, Massignano, come pure quelli del tratto a due corsie nel Fermano, ossia Porto San Giorgio, Pedaso, Campofilone e Altidona (sì perché quello di Fermo, con il sindaco Paolo Calcinaro, è tornato a dire la sua) che magari hanno scelto il silenzio in segno di cordoglio.



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