di Maikol Di Stefano
Dopo aver tenuto sotto scacco per ore, nove per la precisione, un intero isolato, alla fine si è deciso a farsi prestare soccorso dal 118. Stiamo parlando del giovane che da ieri notte all’una si è barricato in casa lanciando di tutto dal balcone del suo appartamento in via Nenni. Stoviglie, bottiglie, ortaggi, scagliati anche contro la Polizia e i Vigili del Fuoco. E poi urla, minacce, anche di suicidarsi. Insomma quelle vissute da ieri notte fino a questa mattina alle 10 a Lido Tre Archi sono state ore di tensione ed apprensione.
Dopo l’intervento notturno, questa mattina i vigili del fuoco e la Polizia hanno chiuso al traffico via Nenni, a tutela di automobilisti e passanti. Una lunga ed estenuante trattativa con il ragazzo, irremovibile, fermo, piazzato sul balcone di casa al secondo piano di una palazzina. Sul posto un ingente schieramento di forze. Oltre a diverse Volanti della Questura, sono arrivati anche i poliziotti della Squadra Mobile. Con loro i carabinieri del Radiomobile e del Nucleo Investigativo. E poi, ovviamente, i vigili del fuoco e i sanitari della Croce verde Porto Sant’Elpidio. in strada anche l’Ast e il medico che ha in cura il giovane. E alla fine tutto si è risolto per il meglio. Dopo nove ore di tensione, alle 10 il ragazzo ha deciso di scendere in strada e di sottoporre a cure mediche da parte del 118 che, a quel punto, dopo un primo intervento medico in strada, ha fatto salire il paziente in ambulanza per poi accompagnarlo, con la scorta della Polizia, all’ospedale. E la strada alle 10,05 è stata finalmente riaperta.
La Polizia sta anche lavorando per capire se sia lo stesso soggetto che ieri, intorno alla mezzanotte, ha creato scompiglio a Porto Sant’Elpidio, in via Regina Elena per la precisione dove un giovane si è presentato in stato confusionale. E a quel ha iniziato a colpire con dei calci una Volkswagen Golf in transito. E da lì stessa veemenza contro uno scooter parcheggiato. A quel punto sono arrivate le Volanti della Questura che hanno raccolto le prime testimonianze oculari per poi passare a visionare le immagini delle telecamere a circuito chiuso di alcuni locali per arrivare all’identificazione del soggetto.
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