«Il prossimo 10 aprile, dalle 17,30 presso la sala consiliare del Municipio di Fermo, avrà finalmente luogo il Consiglio Comunale aperto sulla sanità. Fortemente voluto dal Partito Democratico e dal gruppo consiliare, richiesto già nell’aprile di un anno fa in conferenza stampa, ed ottenuto con l’approvazione di un ordine del giorno del gruppo #FermoFutura nell’agosto scorso, consci della situazione di graduale abbandono e disfacimento della sanità nella nostra provincia». E’ quanto si legge in una nota del Pd di Fermo.
«Un Consiglio di fondamentale importanza che coinvolge i cittadini nelle decisioni riguardanti la sanità pubblica, non solo per città capoluogo, ma per l’intero territorio provinciale. Questo sarà un momento cruciale per promuovere la democrazia partecipativa, consentendo ai fermani di comprendere le motivazioni alla base delle decisioni e di garantire che queste siano realmente nell’interesse pubblico. Inoltre, il Presidente della Regione Acquaroli e l’Assessore regionale alla sanità Saltamartini saranno direttamente responsabili nei confronti dei cittadini per le politiche sin qui adottate in materia di sanità. Proprio negli ultimi giorni, quattordici tra i massimi esponenti scientifici internazionali del nostro paese, tra cui il Nobel Giorgio Parisi e il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli, hanno lanciano un appello al governo nazionale e alla politica. Questa situazione sta portando il Sistema Sanitario Nazionale verso la totale inadeguatezza nel poter garantire l’applicazione dell’art.32 della costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Le politiche fin qui adottate – si legge nella nota dei dem – si sono dimostrate volte a rendere il sistema pubblico di difficile accesso e ciò favorisce lo sviluppo un sistema del tutto privato. Le cure e la qualità delle stesse non possono guardare alla grandezza del portafoglio del singolo cittadino ma piuttosto garantite in qualità di individui. In questo scenario nella nostra regione a guida Fratelli d’Italia, già da diversi anni, va avanti un pericoloso smantellamento della sanità pubblica. Infatti, le Marche si posizionano al secondo posto in Italia per l’incidenza dei prestiti per cure mediche, evidenziando una crescente difficoltà nell’accesso ai servizi sanitari pubblici. Il Partito Democratico ne era stato facile Cassandra, tramite i suoi consiglieri regionali, nel paventare e prevedere i rischi del passaggio da azienda regionale (Asur) a territoriale (Ast), passaggio che secondo l’assessore Saltamartini ed il presidente Acquaroli doveva avvenire a costo zero e che ha prodotto costi esorbitanti e moltiplicazione delle poltrone. Ciò ha portato ad un prevedibile depauperamento delle risorse destinate al nostro territorio, provincia più piccola e politicamente meno rappresentata e rappresentativa nella maggioranza di centrodestra in Regione».
«Nell’ultimo bilancio regionale chiuso nel 2023 – il Pd passa ai numeri – la giunta regionale ha approvato tagli per 148 milioni di euro alle Ast e alle due aziende ospedaliere (Torrette e Inrca), e la sanità fermana ha subito 13 milioni di perdita dai tagli imposti dalla destra. Le aziende si sono trovate costrette a tagliare drasticamente i costi attraverso la riduzione del numero delle prestazioni e il conseguente allungamento delle liste d’attesa, obbligando molti cittadini fermani a ricorrere alla mobilità passiva verso ospedali fuori provincia e regione. Nel frattempo, in questo ultimo anno, sopra le teste dei cittadini inermi di fronte alle difficoltà di accedere ai servizi del Sistema sanitario nazionale, sono passate crisi politiche tra gli alleati al governo regionale che hanno visto alternarsi direttori generali. Prima Grinta, poi Gentili, poi, causa pensionamento di quest’ultimo, ancora Grinta: nomine che, una volta risolte le dispute interne al centrodestra, non hanno condotto a una guida dirigenziale solida che portasse direttori sanitari sicuri (e non in carica per qualche giorno come a fine anno passato), e medici. In tutto questo si procede a vista con l’emodinamica ed il nuovo robot di chirurgia, ma anche con l’Ospedale di Campiglione, in cui fervono i lavori ma che rischia di rimanere una bella scatola, ancora da riempire e poi da far funzionare e con esso il futuro ancora tutto da scrivere del Murri. Possiamo dire quindi “finalmente”, finalmente la calendarizzazione di un appuntamento importante per far sentire la voce e le difficoltà di un territorio anche nell’assise cittadina, difficoltà che il Partito Democratico è sicuro siano ben note al sindaco Calcinaro, che è anche presidente della Conferenza dei Sindaci e vicepresidente della Provincia, ma su cui forse si è preferito tacere e rinviare piuttosto che farsi portavoce e assumersi la responsabilità politica e civile di un sistema sanitario pubblico che sta collassando».
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