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Canile Montegranaro: le ragioni di Enpa e Comune. Spunta online una petizione

MONTEGRANARO - L’affaire canile torna d’attualità. Da un lato i volontari che si oppongono allo spostamento dei cani in vista della chiusura per lavori, dall’altro l’amministrazione comunale che lo ritiene necessario per fare degli «interventi sostanziali». Partita una campagna di adozione per i cani

 

di Silvia Ilari

Il Comune di Montegranaro decide di spostare i cani di sua proprietà (non gli unici ospitati nella struttura) in un altro canile nel Fermano, per poter fare gli adeguamenti necessari. A quel punto, i volontari dell’ENPA fanno tutto ciò che è necessario per diventare legalmente i proprietari degli animali, cosicché non possano essere spostati. Uno a uno, palla al centro, quindi. Nel frattempo, è iniziata a girare online una petizione proposta dalla volontaria Desirèe Cicchini, che avrebbe come scopo quella di smuovere le coscienze all’interno amministrazione comunale. Oltre a questo, è presente anche un appello con cui si chiede la disponibilità di un terreno in affitto a Montegranaro, Porto Sant’Elpidio, Civitanova Marche o Montecosaro, per inserire dei loft per i cani. Questa storia – però – non inizia adesso, né mesi fa in realtà, ma molto prima, ai tempi dell’amministrazione Basso.

Appello adozioni per canile Montegranaro

L’origine del problema
«Sono stati fatti degli accordi penalizzanti. Il piano di ammortamento iniziale prevedeva che il Comune garantisse più cani, poiché ne avevano meno la differenza sarebbe dovuta andare in capo allo stesso. Il numero minore c’è stato perché non sono stati fatti gli interventi che avevano prospettato all’ex sindaco dell’epoca. Ci siamo trovati noi a pagare le conseguenze nel bilancio d’esercizio 2023» spiega l’attuale primo cittadino. «Il canile è stato realizzato su terra di proprietà comunale da un privato che, dopo un certo numero di anni avrebbe dovuto restituire la struttura al Comune. Io non ero né sindaco, neanche più assessore all’epoca, ma chi mi ha preceduto mi ha detto che sono state sempre delle problematiche. Il Comune non ha avuto contezza della situazione, perché purtroppo quando le cose partono male, raddrizzarle non è facile, a meno che non ci sia continuità amministrativa». Di base, tutto avrebbe preso il via da un contenzioso giudiziario. «Il contenzioso è scaturito durante il periodo di commissariamento. È arrivato un atto di citazione per circa 250.000 euro. Io mi sono insediato il 4 ottobre 2021 e, dopo pochi giorni, sarebbero scaduti i termini per la Costituzione in giudizio. A quel punto, il responsabile di settore e l’avvocato mi hanno spiegato che c’erano da fare degli interventi che purtroppo non erano stati fatti, quando il canile non è stato realizzato. Il contenzioso è stato chiuso con un accordo tra le parti (la controparte era l’associazione ANTA allora gestore del “Villaggio del cane” di Montegranaro n.d.r.) con il pagamento di 85.000 euro. Il 31 ottobre avrebbero dovuto lasciare il canile. Due o tre giorni prima della scadenza, ci viene comunicato che c’è un’associazione che sarebbe subentrata, costituita da volontari che già lavoravano con l’ANTA. L’ANTA ha preso i soldi e non ha fatto i lavori che avrebbe dovuto fare» afferma. L’associazione in questione è la San Rocco, che ora si occupa della gestione. «Illegittimamente, perché non ha vinto una gara di pubblica evidenza» sottolinea. Ora la situazione è a un punto di stallo. Forse per pochi giorni, forse per più tempo. Tutto dipenderà da chi si muoverà prima tra Comune ed ENPA. «Finora abbiamo evitato di fare azioni esecutive per dare il tempo di trovare un altro terreno o posto in altri canili, ma non escludo che se la situazione dovesse protrarsi, saremo costretti a farlo, nostro malgrado» precisa Ubaldi. L’ENPA Fermo – nella persona della fondatrice Michela Polimanti – si dice pronta a vendere cara la pelle e a intestarsi lei, insieme agli altri volontari, anche i cani restanti di altri comuni. Sì, perché all’interno ci sono cani non accalappiati a Montegranaro, ma portati lì, che rischiano allo stesso modo lo spostamento.
Fatto di cui – dice il sindaco – l’amministrazione non era informata. «Siamo venuti a conoscenza che ci sono cani addirittura dell’Abruzzo e del Molise. Chi li ha autorizzati?»
Tra gli animali presenti anche quelli in capo al Comune di Sant’Elpidio a Mare «che ha capito la situazione e ha adottato dei provvedimenti» dice Ubaldi.

 

Polimanti, ENPA: «I cani più anziani morirebbero nel trasporto»

Michela Polimanti è referente ENPA (l’Ente Nazionale per la Protezione degli Animali n.d.r.) per il territorio di Fermo. È anche una delle volontarie, si occupa del supporto alle adozioni. Insieme a lei, anche dei giovani arrivati grazie a una collaborazione in un progetto con l’ITET “G.B.Carducci – G. Galilei”. «Ci danno una grossa mano, soprattutto con i social» dice. «Ora ci stiamo occupando dei 24 cani di Montegranaro che ci siamo intestati, per evitare lo spostamento. Come proprietà risulta la nostra, come luogo di detenzione “Il villaggio del cane”. Li stiamo mantenendo, abbiamo tolto almeno 2000 euro di spesa al Comune praticamente. Loro dicono che non si possono fare i lavori con i cani dentro ma non è vero».

Appello terreno di Desirèe Cicchini

La capienza è di circa 240 posti e ora ci sono circa 80 cani. Vorreste spostarli in un’altra ala?
«Ammesso e non concesso che si debbano fare questi lavori, potrebbero essere spostati tranquillamente all’interno e in più abbiamo presentato al Comune un progetto di una ditta edile che dice che non serve portarli via. Abbiamo inoltre chiesto, per evitare lo spostamento, di poter pagare un affitto. Non ci hanno risposto».
Sul canile scelto per gli animali di Montegranaro, Polimanti sottolinea che la struttura è già «sovraffolata».
«I primi cani che ci siamo intestati sono giovani e avrebbero subito relativamente lo spostamento, ma i cani di Sant’Elpidio a Mare sono anziani, ci sono animali nati nel 2007, nel 2015. Ce li intestiamo pure questi, non gliela do vinta».
Il canile di Montegranaro è l’unico canile intercomunale, nato per ospitare i cani randagi di tutto il Fermano, il resto sono tutti privati.
«Noi come associazione siamo contrari a prescindere allo spostamento dei cani, a meno che non ci siano situazioni di canili lager. Combattiamo contro questa cosa, perché per i randagi a Montegranaro sono accuditi bene, escono, mangiano, le adozioni si fanno, quella è casa loro. Noi siamo favorevoli all’uscita in famiglia per l’adozione».

Cosa mi dice dell’appello per la richiesta di un terreno disponibile?
«È una cosa che stiamo facendo per assicurare un futuro a questi animali, almeno con il riferimento degli operatori. A bilancio non c’è niente per quanto riguarda i lavori che dovrebbero fare fino ad adesso.
Dicono che faranno un nuovo bando, a me questo andrebbe anche bene, ma perché questa cattiveria di voler spostare i cani? Tra cui quelli di Sant’Elpidio a Mare, sono tanti, anziani, stiamo facendo una campagna di adozioni, cercando di sistemarli. Morirebbero durante il trasporto. Poi ci sono cani del Comune di Monte Urano che ancora non li ha spostati, di Monte San Pietrangeli e Corridonia. Come hanno fatto l’affitto per un anno a un’altra struttura convenzionata, potevano farla con noi fino al bando, dopodiché ci potevamo presentare. Non ho un problema a presentarmi come ENPA, abbiamo già un canile a Macerata. Noi siamo propensi alla chiusura dei canili, ma con le adozioni non con i cani dentro che devono essere deportati.
Lo spostamento crea dei danni fisici e psichici agli animali e la legge prevede che sia fatto solo se ci sono delle reali necessità. Tante strutture sono state risanate ma non sono stati deportati i cani. A novembre, più sono state mail PEC dall’ENPA nazionale che non sono state prese in considerazione».

Quali sono le vostre richieste?
«Chiediamo il tempo necessario per porter adottare gli animali che sono all’interno della struttura, poi posson fare come vogliono. Oppure che venga ristrutturato senza spostare i cani. L’ideale sarebbe un canile intercomunale, ma gestito da operai intercomunali per la pulizia e l’approvvigionamento di cibo e gestito dalle associazioni per le adozioni, così non c’è conflitto d’interesse. Un privato ha meno interesse a mandare via i cani, questo è il discorso perché prende meno soldi. Inoltre, non hanno tenuto conto di un esposto che abbiamo fatto nei confronti del Comune di Fermo e del canile in cui Ubaldi vuole spostare i cani di Montegranaro. L’associazione San Rocco che c’è ora a Montegranaro si muove secondo le leggi che tutelano il benessere animale. ANTA – l’associazione che c’era prima – dovrebbe portare via gli animali, c’è una sentenza, ma anche questa cosa qui…la facciamo sulla pelle dei cani?
Chiediamo prevenzione per evitare che i cani entrino, inserimento microchip e sterilizzazione sul territorio. Per i controlli ci siamo anche resi disponibili. Abbiamo chiesto più volte al sindaco incontri per presentare progetti, programmi per una collaborazione.
Potrebbe esserci un interesse sul terreno che sorge su una zona industriale che potrebbe far gola a qualcuno, ma spostare un cane di 15 anni dove è accudito bene, in un canile sovraffollato non credo sia un esempio di buon senso. È stato invitato più volte a venire in canile, non è mai venuto, né lui nessun altro dell’amministrazione per vedere le condizioni degli animali».
Come già accennato l’ENPA Fermo è attiva nella gestione delle adozioni del canile. Gli interessati possono contattare Michela Polimanti al 348/3001612 o scrivere all’e-mail fermo@enpa.org.

Ubaldi: «Occorre liberare l’immobile per l’esecuzione dei lavori in piena sicurezza»

«Noi abbiamo fatto solo atti amministrativi in maniera seria. Siccome ci sono da fare dei lavori, una volta che il Comune tornerà in possesso della struttura farà un avviso pubblico e chi farà queste opere prenderà la gestione, decennale, quindicennale. È una cosa alla luce del sole» ci tiene a precisare il sindaco.
«L’accordo era che avrebbero lasciato la struttura al 31 ottobre 2023. Ci è stato chiesto di aspettare, l’abbiamo fatto, quindi il Comune non ce l’ha assolutamente con i cani. Anche io ho degli animali a casa, tant’è vero che avevamo trovato la collocazione. Poi ci è arrivata la comunicazione che li adottavano loro. Ora non abbiamo neanche più un cane.
Una volta dicevano che stavano trattando con Morrovalle, poi con Potenza Picena. Il Comune non sta con il fucile spianato, ma noi abbiamo detto: “I nostri cani li portiamo nell’altro canile”. Poi la mattina hanno fatto la pratica, comunicando all’Area Vasta che li adottavano loro. Siamo stati tolleranti, non c’è stata un’azione esecutiva finora per rispetto degli animali. Noi non abbiamo messo troppa fretta per permettere loro di trovare posto in altri canili o un terreno. Mi hanno dato tre scadenze: gennaio, marzo, e siamo arrivati ad aprile. Il Comune ha aspettato anche troppo».

Gli altri Comuni con chi avevano la convenzione?
«Direttamente con l’ANTA che — scaduta la convenzione — doveva liberare la struttura. L’avvocato dell’ANTA lo sapeva benissimo. Con l’associazione San Rocco non abbiamo mai avuto un rapporto diretto, Il Comune farà un bando dove chiederà di fare determinati interventi, dove chi vuol partecipare deve dare le giuste garanzie.
Nessuno ce l’ha con i cani, la zona deve essere liberata, devono essere fatte le procedure come per un qualsiasi spazio pubblico, non si favorisce né sfavorisce nessuno. Il Comune è serio e rispetta le regole e vogliamo delle condizioni adeguate per gli animali.
Non possiamo neanche accettare proposte di affitto, siamo un’amministrazione pubblica. Discorso diverso era se quelli che l’avevano in gestione ci avessero detto: «Ci date una proroga di due anni, facciamo i lavori, c’era il vantaggio anche per la PA e si metteva in regola la struttura. Sulla carta ora non c’è un gestore. In una struttura pubblica c’è necessità di dare spazio a chiunque; quindi, se vogliono partecipare a gare nessuno lo vieta loro. Non posso parlarne male, non hanno distrutto la struttura, ho dato anche delle referenze buone fuori Montegranaro, ma non posso “dare” il canile così, perché non hanno fatto una gara di evidenza pubblica».

Dopo gli interventi, il canile resterà dov’è? C’è volontà di chiuderlo?
«La destinazione di quell’area è per il canile, ma bisogna fare degli interventi. Il presupposto è che, per fare i lavori, sia sgombro da cani».


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