di Alessandro Luzi (foto Simone Corazza)
Una sala consiliare affollata al Palazzo dei Priori questo pomeriggio per il Consiglio comunale aperto sulla sanità del Fermano, voluto dal centrosinistra e, all’esito del quale, è stato approvato un documento che impegna la Regione a precisi impegni proprio per la sanità fermana. E il consigliere regionale dem, Fabrizio Cesetti, si è impegnato a portare quel documento in Regione. Una mossa che sembra non essere piaciuta all’amministrazione regionale che è intenzionata a tirare dritta per la sua strada sul fronte della sanità fermana.
In quel documento si parla di ospedali di Campiglione di Fermo e Amandola, di robot chirurgico, di Pronto soccorso,, di pediatria, di liste di attesa, di posti letto e del futuro del nuovo ospedale.
Attorno al sindaco Paolo Calcinaro e al presidente del Consiglio Francesco Trasatti tanti esponenti delle istituzioni, della politica e della sanità sia fermana che regionale: il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il vicepresidente Filippo Saltamartini (nonché Assessore alla Sanità della Regione Marche), il presidente della Provincia Michele Ortenzi, Roberto Grinta (direttore generale della Ast di Fermo), Aldo Salvi (Sottosegretario alla Presidenza della Giunta Regionale in materia di Sanità), Anna Maria Calcagni (Presidente Ordine dei Medici), Francesco Baldelli (Assessore regionale alle infrastrutture), Luca Moreschini (Presidente Ordine degli infermieri), il professor Giampiero Macarri, i consiglieri regionali Andrea Putzu, Jessica Marcozzi, Marco Marinangeli e Fabrizio Cesetti. Tutti convocati ed invitati per parlare dell’unico ma corposo punto del consiglio comunale aperto: “Sanità pubblica e politiche sanitarie del territorio Fermano”. Dopo l’enunciazione dei numeri e dei dati da parte del direttore Grinta, si è passati alla fase “politica” con il centrosinistra ad incalzare chiedendo garanzie per la sanità fermana e il centrodestra a controbattere con quello che si è fatto e si farà per il Fermano.
Il consiglio si è aperto con un minuto di silenzio per le vittime dell’esplosione della centrale idroelettrica di Suviana, ricordando ed onorando con esse tutti i morti sul lavoro. E’ poi intervenuto il consigliere Nicola Lucci, presidente della quarta commissione consiliare sulla Sanità, che ha letto la relazione redatta appositamente per il confronto consiliare, e che ha sottoposto agli invitati diversi quesiti, che ricalcano poi i vari articoli del documento posto all’attenzione dei presenti prima e all’approvazione del consiglio poi. Il direttore Ast di Fermo, Roberto Grinta, ha risposto puntualmente alle domande sottoposte, atte a difendere la figura della sanità fermana, spesso inquadrata come il ‘brutto anatroccolo’ della sanità regionale, superata dalle altre province.
Il nuovo ospedale di Amandola sarà pronto per giugno 2024, con integrazione in termini di reparti e tecnologia (tac, ecografi, sale operatorie per ginecologia, ortopedia e urologia, il day surgery, il centro dialisi, l’elisuperficie), mentre manca una data di fine lavori (anche se si parla di un fine 2025) per il tanto atteso nosocomio di Campiglione di Fermo, per cui sono stati effettuati già acquisti (tra cui due attrezzature risonanze magnetiche, un mammografia ed un ematomografo). Si è parlato anche di emodinamica (ma non ancora h24, e che passerà dalle due alle tre sedute a settimana), di robot chirurgico, di aumento di borse di studio per medici e di concorsi per assunzioni.
Tanti gli interventi susseguitesi per avanzare le legittime richieste di parte, dettate dalla propria schiera politica o ruolo di rappresentanza o posizione lavorativa (oltre ai consiglieri comunali e regionali sono infatti intervenuti i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil, e Luca Moreschini che, a nome degli infermieri, ha fatto espressa richiesta di portare il servizio di assistenza domiciliare almeno a 12 ore 7 giorni su 7, per non lasciare nel panico tanti utenti che rimangono scoperti nel weekend e devono ricorrere necessariamente al 118). Restano da chiarire diverse questioni come la destinazione della struttura attuale in via Murri, cioè di quello che diventerà, sicuramente dopo il 2025. Baldelli ha rassicurato, però, sulle infrastrutture in fase di realizzazione per rendere più fluente il traffico da e per il nuovo ospedale di Campiglione di Fermo.
Saltamartini, invece, ha parlato di bilancio pubblico e del trattato Ue che ne vincola il tetto di spesa e ha criticato gli interventi meramente campanilistici e politici chiedendo all’opposizione dibattiti costruttivi e presa di responsabilità comune mentre, ai cittadini, di avere fiducia nel lavoro ancora da compiere. Il vicegovernatore, e assessore regionale alla Sanità, ha ribadito il proprio impegno ad interloquire con le istituzioni per ottenere quanto possibile tra le richieste avanzate decantando le lodi del nuovo ospedale di Campiglione che si rivelerà, a detta della Regione, cruciale e di eccellenza per strumentazioni all’avanguardia e per la professionalità del capitale umano.
Il sindaco Paolo Calcinaro si aspetta la perequazione e la premialità in vista della realizzazione del nuovo ospedale e resta fiducioso in attesa di questo percorso che sarà inevitabilmente in salita. Il primo cittadino ha ribadito, però, l’importanza delle eccellenze fermane per entrare a far parte di una efficiente rete di servizi sanitari nell’intera regione sottolineando, al contempo, la necessità dell’emodinamica h24 per avere la possibilità di assistere al meglio l’utenza territoriale.
Il presidente della Regione Francesco Acquaroli ha definito il lungo consiglio (quasi 5 ore) «una maratona davvero interessante», che ha dato spunti per lavorare meglio all’atto più importante, quello aziendale, per la realizzazione di tutte quelle opere previste nel progetto che rafforzerà l’Ast territoriale. Il governatore ha sottolineato anche che il piano sanitario regionale si basa sullo studio del fabbisogno e resta legato alle possibilità finanziarie e organizzative ricordando che il Covid è stato un evento che ha acuito enormemente la criticità e garantendo che il suo gruppo di lavoro si sta concentrando sul trovare una strategia per ridurre la problematica e per sopperire alla alta domanda e al sistema inevitabilmente stressato post pandemia. Il governatore ha aggiunto, però, che, accanto alle criticità, ci sono anche dei meriti di cui le Marche possono andar fiere e far leva sui suoi punti di forza in tema di salute e sanità: fatti i complimenti agli effetti positivi delle farmacia di servizi, agli ambulatori territoriali e a tutte le iniziative, atte a rafforzare il territorio, che sono nate nelle Marche e che hanno fatto da ‘apripista’ per tutte le altre regioni italiane. «La strada intrapresa è quella giusta e rinnovo la disponibilità a confrontarsi come abbiamo fatto ora». Si è poi passati alla votazione del documento oggetto di lavoro della commissione sulla sanità fermana, il quale ha ottenuto l’approvazione all’unanimità per alzata di mano e che il consigliere regionale Fabrizio Cesetti ha promesso di portare anche in Consiglio regionale. Ma, come si diceva all’inizio, resta da vedere quale sarà la reazione in aula dell’amministrazione regionale.
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