«Non voglio iniziare con un’affermazione, ma con una domanda: la sanità della regione Marche è allo sbando?». Questo l’incipit della nota del consigliere comunale e capogruppo di Fermo Capoluogo, Renzo Interlenghi, dopo il consiglio comunale aperto del 10 aprile scorso, proprio sulla sanità di Fermo e del Fermano.
«Dopo il consiglio comunale aperto, voluto fortemente dal vicepresidente della Commissione sanità, Paolo Nicolai, i cittadini fermani hanno ottenuto un messaggio chiaro dal centrodestra di Acquaroli e Saltamartini, ovvero che i consigli comunali non contano nulla, la sanità è materia esclusivamente regionale e ci pensano loro. In campagna elettorale si parla sempre di istituzioni vicine ai cittadini, di democrazia partecipata, ecc… ma, passata la festa, gabbato lo santo. E’ ovvio che la materia sia di competenza regionale (lo sancisce la Costituzione) ma i cittadini hanno diritto di avanzare proposte ed ottenere risposte? Tutto il consiglio comunale di Fermo ha votato all’unanimità un documento, per creare un contatto tra cittadino e massime istituzioni regionali, fatto di sette punti. Nessuno dei tanti può essere accettato?»
«Nei sette punti – aggiunge Interlenghi – si chiede chiarezza per l’entrata i funzione dei nuovi ospedali di Fermo e Amandola, dotazione del robot chirurgico, e sembra che qualcosa si sia mosso perché il rischio era di perdere altissime professionalità). E ancora, riduzione dei tempi di attesa al Pronto soccorso di Fermo (unico per tutta la provincia) con maggiore numero di medici e infermieri, miglioramento del servizio fornito dai medici di medicina generale e pediatria (il medico di base per capirci), riduzione delle liste d’attesa, aumento dei posti letto e cosa fare del vecchio ospedale Murri dopo che sarà attivo il nuovo ospedale di Campiglione».
«La risposta data da Saltamartini e Acquaroli è stata, a mio avviso, di non stare a piagnucolare dal momento che il Fermano ha avuto tanto (leggasi i due due ospedali nuovi) e non può pretendere altro. Ma quelle strutture edilizie sono il frutto di investimenti fatti anni or sono dal centrosinistra. Questa risposta è inaccettabile e le cittadine ed i cittadini del Fermano non la meritano perché, salvo errori, pagano le tasse come tutti gli altri, con la differenza che, se si sentono male, corrono – si legge nella nota di Interlenghi – qualche rischio in più».
Dall’amministrazione regionale, il capogruppo di Fermo Capoluogo, passa alle critiche al primo cittadino: «Il nostro sindaco si è dovuto barcamenare tra il documento unanime approvato da tutti i consiglieri di Fermo (maggioranza e opposizione) e le “sberle” amministrative elargite a mani piene da Saltamartini e Acquaroli che, diciamolo, non si preoccupano di cosa pensiamo e tirano dritto nei loro programmi, dichiarando, addirittura che la sanità deve andare oltre il campanilismo e dimostrando così l’inconsistenza politica espressa dalla nostra città capoluogo. Cosa dire, poi, degli altri consiglieri regionali di centrodestra? Tutti presenti e, come era immaginabile, tutti silenti. Ma non avevano promesso un Fermano più forte in Regione? Ci fanno rimpiangere la mancata elezione di Di Ruscio che, almeno, qualcosa per la Provincia l’avrebbe sicuramente fatto. Unico consigliere regionale degno della carica è stato, senza dirlo, Cesetti che, volenti o nolenti, è colui che, come ha affermato, promise l’ospedale e l’ospedale è stato fatto. Acquaroli, in pieno Covid e delirio da campagna elettorale, promise l’abbattimento delle liste d’attesa e la riduzione dei tempi di attesa al pronto soccorso, e oggi Saltamartini si giustifica accusando il patto di stabilità dell’Unione Europea e le leggi sul pareggio di bilancio. Ma non c’erano anche prima? Ma la ciliegina è stato quando è stato affermato che i Pronto soccorso sono pieni, perché – conclude Interlenghi – la gente ci va anche se non ne ha bisogno. Passo e chiudo. Provate voi a rivotarli di nuovo».
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