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Dallo strabismo all’occhio pigro. L’ortottista Fabrizia Sabbatini spiega come riconoscere, prevenire e curare i difetti della vista (Videointervista)

SALUTE - L’ortottista Fabrizia Sabbatini, per la rubrica ‘Benessere e salute’ in collaborazione con l’Istituto medico Palmatea (in contrada Marina Palmense 97, a Fermo), è intervenuta ai microfoni di Radio Fm1. L’ospite ha illustrato le principali attività svolte dall’ortottista e sui suoi compiti fondamentali nella prevenzione e nella cura di svariati difetti e patologie della vista
L'intervista all'ortottista Fabrizia Sabbatini

Fabrizia Sabbatini

Questo pomeriggio, ai microfoni di Radio Fm1, è intervenuta l’ortottista Fabrizia Sabbatini, per la rubrica ‘Benessere e salute’ in collaborazione con l’Istituto medico Palmatea (in contrada Marina Palmense 97, a Fermo). L’ospite, intervistata da Alessandro Luzi, ha discusso delle principali attività svolte dall’ortottista, e sui suoi principali compiti.

In merito alla sua professione, infatti, la dottoressa Sabbatini ha spiegato nel dettaglio di cosa si occupa l’ortottista: «Prevenzione, diagnosi e riabilitazione dello strabismo, in primo luogo. Ma esegue anche esercizi ortottici, esami strumentali e si occupa anche della riabilitazione visiva nei pazienti ipovedenti. Nello specifico, poi, parliamo di una figura tecnica di riferimento che lavora in stretta collaborazione principalmente con l’oculista, ma anche con altri specialisti come il pediatra, l’endocrinologo, il neurologo e il fisiatra».

Il principale compito, dunque, è, come spiegato nel dettaglio dall’esperta, lo studio della motilità oculare. Si intende, con quest’ultima espressione, il processo dato dall’azione di quei muscoli extra-oculari che sono responsabili del movimento dell’occhio. «Analisi di questo tipo – ha sottolineato – permettono di diagnosticare, prevenire e curare lo strabismo quando insorge nell’adulto comportando una fastidiosa diplopia. Quando questo tipo di disturbi colpisce un bambino la situazione è più grave, perché potrebbe sfociare in una ambliopia o occhio pigro, comportando la perdita della vista da un occhio. In questi casi un intervento tempestivo è fondamentale per recuperare l’acuità e l’allineamento visivi».

«In tal senso – ha aggiunto la dottoressa Sabbatini – è necessaria una visita oculistica per escludere ulteriori patologie e poi procedere alla correzione di difetti refrattivi. La prevenzione dell’ambliopia, pertanto, passa necessariamente attraverso una uguale acuità visiva dei due occhi. La diagnosi e l’intervento tempestivo, ovviamente, sono fondamentali: bisogna agire quando il bimbo è ancora molto piccolo, nel periodo di maggiore plasticità visiva. Dopo gli otto/nove anni, infatti, non c’è più recupero della vista e l’occhio rimane pigro».

«Vivere con un occhio pigro non esclude la possibilità di un’esistenza normale, senza che si riscontrino particolari mancanze lavorative né nelle mansioni quotidiane. Il problema, però, si pone quando un trauma o una patologia possono danneggiare la perdita della vista dell’unico occhio funzionante. Per questo, ribadisco, l’intervento precoce è la chiave».

A tal proposito, come fatto notare nel corso dell’intervista, in questa ottica di prevenzione, il genitore ha un ruolo fondamentale: è lui che deve per primo accorgersi di eventuali anomalie e sintomi che il bambino può avere, comunicandoli al pediatra. I segni principali che non devono sfuggire sono: deviazioni intermittenti o costanti dopo i tre, quattro mesi di vita, la chiusura di un occhio o l’assunzione di una posizione anomala del capo, la deambulazione. E vanno tenute a mente eventuali patologie visive in famiglia, specie nell’ordine dell’ambliopia e dello strabismo.

Gli esercizi ortottici sono fondamentali per prevenire e curare le patologie in questione. E, da questo punto di vista, occorre prestare una grande attenzione alla tecnologia che sicuramente può influenzare vari difetti visivi. «Un uso smodato, per il tempo passato davanti ai dispositivi, specie con piccoli schermi, può portare ad una miopizzazione o ad un aumento di un difetto già presente. Un uso scorretto, invece, può riguardare la posizione del capo che si assume quando si utilizzano tali strumenti tecnologici».

«Tra gli esami strumentali – ha concluso la Sabbatini – quello più importante è il campo visivo, che può essere eseguito per patologie oculari o neurologiche. Invece, la riabilitazione dei pazienti ipovedenti, che non migliorano la vista con lenti tradizionali a causa di patologie oculari, punta a far utilizzare al meglio il residuo visivo, tramite una serie di esercizi, lenti personalizzate e innovativi sistemi tecnologici».

L’istituto medico Palmatea è a Fermo in Contrada Marina Palmense, 97.
Per info e prenotazioni consultare il sito Palmatea.it

(spazio promo-redazionale)

 

 


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