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La Bce lascia invariati i tassi d’interesse. Mengoni (Confartigianato): «Imprenditori ancora penalizzati. Si cambi passo»

ECONOMIA - Il presidente Confartigianato Macerata-Ascoli-Fermo, Enzo Mengoni: «Tutte queste titubanze della Bce finiranno per penalizzare ancora l’economia dei territori»

Enzo Mengoni

Notizia recente è che la Banca centrale europea ha lasciato invariati i tassi di interesse per l’area euro, confermando così per la quinta volta consecutiva una pausa nella crescita, voluta a partire dal luglio 2022 per tentare di mantenere sotto controllo quell’inflazione che era schizzata dopo il Covid.

«Questa decisione – afferma Enzo Mengoni, presidente Confartigianato Macerata-Ascoli-Fermo – anche se nell’aria, lascia il mondo dell’imprenditoria con un grande amaro in bocca: speravamo infatti che il Consiglio agisse in modo più audace, puntando così al tanto atteso allentamento del freno monetario. Ora, se è vero che a giugno la Bce dovrebbe andare verso il taglio ai tassi (25 punti base?) tutte queste titubanze finiranno per penalizzare ancora l’economia dei territori. Dai dati in possesso, a febbraio 2024 il costo del credito bancario per le imprese è pari al 5,44%, 32 punti base in più rispetto al 5,12% dell’Eurozona e superiore al 5,26% della Germania, al 4,88% della Francia e al 4,87% della Spagna. Il caro tassi nel corso della stretta monetaria è stato più intenso in Italia, con tassi che a febbraio 2024 sono superiori di 381 punti base rispetto a quelli di giugno 2022, superiore di 52 punti base rispetto all’aumento dell’Eurozona. Nel periodo in esame l’aumento è stato di 329 punti base in Francia, di 333 punti base in Spagna e di 297 punti base in Germania».

«Tale giro, come abbiamo più volte denunciato, spinge in basso gli investimenti, conseguenza del calo della domanda di credito alle imprese (-4,1% a febbraio 2024 su base annua) – conclude Mengoni -. Se le imprese non sono capaci di contrarre mutui non possono sicuramente avviare quelle indispensabili azioni di ammodernamento dei processi e di crescita. Ci auguriamo quindi che giugno porti finalmente alla nostra desiderata decrescita dei tassi d’interesse, quindi del costo del credito, in modo che gli imprenditori possano tornare a lavorare con serenità».


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