«Mesi di indagini, ore ed ore di lavoro, un intenso e fruttifero lavoro investigativo gettato alle ortiche. Questo è il ringraziamento alle forze dell’ordine che negli ultimi mesi erano riuscite a mettere all’angolo almeno una parte della malavita che infesta Lido tre Archi e rende sempre più difficile il rilancio del quartiere. Sono fortissime in questi giorni le proteste e la rabbia dei residenti per dover subire ancora una volta la presenza nel quartiere dei “soliti noti”, con i loro cani da combattimento e il corollario di violenze gratuite e occupazioni abusive». E’ la denuncia, mista a rabbia, di Confabitare, con Renzo Paccapelo, a cui si aggiungono le sigle, almeno stando alla nota inviata dallo stesso Paccapelo, Ap.P.C. associazione piccoli proprietari case, Assocasa-associazione utenti assegnatari inquilini, Co.R.Ta – comitato residenti Tre Archi, e Omnia Casa-amministrazioni immobiliari.
«A nulla vale l’ordinanza del Ministero della Salute 6 agosto 2013 “Ordinanza contingibile ed urgente concernente la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani”, in particolare l’art. 4? E’ vietato possedere o detenere cani registrati ai sensi dell’art. 3, comma3, ai delinquenti abituali o per tendenza, a chi è sottoposto a misure di prevenzione personali o a misure di sicurezza personale, a chiunque abbia riportato condanna, anche non definitiva, per delitto non colposo contro la persona o contro il patrimonio, punibile con la reclusione superiore a due anni, a chiunque abbia riportato condanna, anche non definitiva o decreto penale di condanna, per reati di cui agli artt. 727, 544-ter, 544-quater, 544-quinques del codice penale, per quelli previsti dall’art. 2 della legge 20 luglio 2004 n° 189, e dall’art. 4 della legge 4 novembre 2010, n. 201, e i minori di 18 anni, agli interdetti e agli inabili per infermità di mente.
Da giorni il quartiere è di nuovo nella bufera e, come avevamo ampiamente previsto, si alza il livello di sfida alle forze dell’ordine, alle istituzioni, e alla amministrazione comunale, palesemente incoerente e amministrativamente inaffidabile, la quale, invece di “costruire” sicurezza per i propri cittadini, per i turisti, per salvaguardare le attività economiche e rilanciare la costa sotto il profilo turistico, costruisce palestre e una comunicazione tutta tesa a glorificare le opere di “palazzo”. «La misura è davvero colma, se con la passata gestione prefettizia si era giunti ad un accettabile livello di collaborazione, ora è tempo di dare attuazione completa al memorandum sulla sicurezza, con l’avvio delle procedure per l’istituzione del posto fisso delle forze dell’ordine. Il sindaco di Fermo, che si era impegnato ad aprire il locale di via A. Moro alla Polizia Locale dia seguito alle sue promesse o daremo vita nelle prossime settimane ad una escalation di iniziative tese ad evidenziare le responsabilità di quanti giocano sulle pelle dei cittadini inermi».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati