Globalizzazione in crisi tra conflitti e incertezze, ma anche opportunità e prospettive al centro dell’incontro con l’economista e manager Marco Magnani. Magnani, che insegna alla International Economics in Luiss a Roma e in Cattolica a Milano ed è Senior Research Fellow in Harvard Kennedy School, sarà ospite dell’anteprima della 14esima edizione del Festival Macerata Racconta, dove presenterà il suo ultimo libro Il grande scollamento. Timori e speranze dopo gli eccessi della globalizzazione, recentemente uscito anche in lingua inglese. L’appuntamento è in programma martedì 30 aprile alle 18.15 alla biblioteca statale di Macerata, in un evento promosso in collaborazione con Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo. Il Prof. Magnani dialogherà con il Presidente dell’Istao, Prof. Mario Baldassarri, con l’introduzione di Mauro Gentili.
Professor Magnani, nel suo libro parla delle tante fragilità aperte nel sistema globalizzato mondiale. Ma da dove (e quando) sono partite queste spaccature?
Questo scollamento è ben visibile oggi, amplificato dalle guerre in corso, ma è un processo già iniziato almeno a partire dalla grande crisi economico-finanziaria del 2008. La globalizzazione moderna (1945-2008) ha portato enormi benefici – io le definisco le tre “P”: prosperità, progresso e pace – ma ha anche fatto emergere diversi eccessi, limiti e distorsioni, che si sono col tempo esasperate: penso all’aumento delle diseguaglianze economiche (sia tra i Paesi sia all’interno degli stessi) o alle crescenti tensioni tra internazionalizzazione e sovranità nazionali. La crisi del 2008 è stato il primo segnale, poi l’emergenza Covid, poi i vari conflitti. In questi anni sono emerse le vulnerabilità del sistema globalizzato. Si pensi alla fragilità delle catene globali del valore o, più in generale, a quanto facilmente choc esterni e locali possono facilmente propagarsi in tutto il mondo diventando sistemici. Quando i paesi sono interconnessi e interdipendenti, scatta facilmente l’effetto domino.
La guerra in Ucraina ha segnato un prima e un dopo. Le ultime tensioni in Medio Oriente quanto possono pesare nei precari equilibri geopolitici?
La stabilità generata da 30 anni di Pax americana (seguita alla relativa stabilità del periodo della guerra fredda) è finita. Ma gli attuali conflitti non sono causa della crisi della globalizzazione, ma conseguenza. Lo scollamento del mondo non è solo commerciale o finanziario, ma è anche tecnologico, culturale… persino sanitario, se guardiamo a quello che è successo con il Covid. Il rischio maggiore è quella di un’ulteriore frammentazione economica e politica, che potrebbe portare al caos geopolitico.
Quali sono le prospettive per l’Europa?
L’Europa rischia di essere il vaso di coccio fra due vasi di ferro, Stati Uniti e Cina. Dal punto di vista economico, il Vecchio Continente è ancora un grande mercato, ma le sue aziende sono poco innovative. È necessario un salto in avanti. I problemi dell’Ue? Intanto la governance, perché non è possibile che due-tre Paesi blocchino tutti anche nelle decisioni importanti; inoltre, c’è una carenza di leadership, perché non vediamo all’orizzonte quei grandi Statisti che hanno guidato le Nazioni in passato. L’Europa è ad un bivio.
Il piccolo tessuto imprenditoriale locale si trova spaesato di fronte a questi grandi cambiamenti. Come ridare fiducia a Micro e Piccole Imprese, che sono poi il motore dell’economia nazionale?
Imprenditori e manager devono essere capaci di gestire il continuo cambiamento, oggi più frequente e pervasivo rispetto al passato. Saper anticipare il cambiamento e avere la capacità di adattarvisi sono di gran lunga le caratteristiche più importanti oggi per competere con successo, talvolta per sopravvivere come impresa. Ora, anche le Micro Imprese devono non solo mantenere le radici nel proprio territorio, ma puntare le antenne sul mondo, essere ricettive di cambiamenti e innovazione. Fare un buon prodotto, di qualità, non basta più in un mondo globalizzato, dove paesi, settori, imprese sono connesse e interdipendenti.
Nel suo libro si parla anche di Intelligenza Artificiale. Croce e delizia nel mondo dell’imprenditoria. L’IA è un rischio o un’opportunità?
Dall’invenzione della ruota a quella del personal computer: ogni innovazione tecnologica dirompente nel corso della storia ha presentato rischi e opportunità. L’IA aumenterà la produttività, che non significa sostituire l’imprenditore ma consentire ai suoi collaboratori di lavorare meglio. Lavorare con l’Intelligenza Artificiale è come essere al comando di un aereo aiutati da un copilota. È fondamentale che i lavoratori siano formati per utilizzarla al meglio. Pertanto, la grande sfida è investire sulla formazione.
BIO Marco Magnani
Economista e manager vive da oltre 30 anni tra Italia e Stati Uniti. Insegna International Economics in Luiss a Roma e in Cattolica a Milano. È Senior Research Fellow in Harvard Kennedy School. Ha lavorato per oltre 20 anni in banche d’affari, prima Senior Vice President di JPMorgan a New York e poi dirigente di Mediobanca. Oggi siede in vari Consigli di Amministrazione.
Collabora con IlSole24Ore. Tra i suoi libri: Sette Anni di Vacche Sobrie (Utet), Creating economic growth (Palgrave Macmillan), Terra e Buoi dei Paesi Tuoi (Utet), L’Onda Perfetta. Gestire il cambiamento senza esserne travolti (IlSole24Ore), Fatti non foste a viver come robot (Utet), Making the global economy work for everyone (Palgrave Macmillan).
Nel suo ultimo saggio – Il Grande Scollamento. Timori e speranze dopo gli eccessi della globalizzazione, Bocconi University. Press, 2024 – che sarà presentato a Macerata Racconta e uscito anche in lingua inglese, analizza i cambiamenti economici e geopolitici, tra crisi della globalizzazione e conflitti, e i vari scenari del mondo che verrà.
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