«La nomina di Albero Carelli a direttore generale dell’Ast di Pesaro Urbino non ci meraviglia per niente. Lo abbiamo denunciato con forza al consiglio comunale aperto del 10 aprile, ribadendo quanto questo territorio, orfano di un politica capace di dare dignità ai bisogni delle cittadine e dei cittadini, stia inesorabilmente scivolando verso sud». A parlare è il segretario generale Cgil di Fermo, Alessandro De Grazia.
«Tutti gli indicatori socio economici, che la politica dovrebbe conoscere e soprattutto analizzare per mettere in campo azioni efficaci, lo evidenziano in maniera scientifica, a partire dal disastroso stato della sanità, dai redditi da lavoro e pensioni più basi delle regione, al riaffacciarsi ormai ciclicamente di crisi produttive, alle infrastrutture, all’assenza cronica di una visione complessiva di sviluppo del territorio che rimetta al centro i diritti e la qualità della vita delle perone. Ma guai a dire che la provincia di Fermo è la cenerentola della Marche! Invito la politica locale e regionale a riascoltare con attenzione il nostro intervento a quel famoso consiglio comunale, o forse dovremmo dire a quella passerella, l’ennesima. Evidentemente gli appelli e i gridi d’allarme della Cgil, che ricordo in questo territorio rappresenta 19 mila persone, non interessano alla politica ma magari alle cittadine ed ai cittadini interessa sapere cosa denunciammo il giorno di quella “passerella”».
INTERVENTO CONSIGLIO COMUNALE SANITA’ 10-04-2024
“L’ultima volta che ci si è incontrati qui, stesso luogo, stessi ospiti, stesso tema, era il 12 aprile 2023 alla Conferenza dei Sindaci, dove emerse con chiarezza una necessità, la “perequazione”. Eravamo l’unica provincia a non disporre dell’emodinamica, ed anche oggi non è disponibile h24, non è utilizzabile per le emergenze ma solo a spot, su prenotazione. Eravamo la provincia col minor numero di operatori sanitari per abitanti, e con le minori risorse, e lo siamo ancora. E se è vero che la dotazione organica di personale dipende dalle previsioni di ogni Ast, è anche vero che ciò si basa sui fondi a disposizione, che vengono stanziati dal dipartimento salute regionale. C’è stata la DGR (Delibera di Giunta Regionale) 92 del 30 gennaio 2024 che ha alzato il tetto di spesa per i dipendenti, ed è vero che Fermo è quella che cresce in % di più rispetto al proprio tetto iniziale, ma eravamo quelli con il tetto più basso, e parlando di soldi veri, un incremento minore del nostro (circa 480mila) lo avrà solo Ancona (che però ha anche Torrette, che invece cresce di oltre 5milioni) e l’Inrca. A questo punto dov’è la perequazione? Se Macerata può permettersi di stabilizzare 128 dipendenti del comparto, Ancona 93, Ascoli addirittura arriverà a 151 entro la fine dell’anno, e Fermo invece stabilizza 2 infermieri e 1 oss, dov’è il riequilibrio delle risorse? Qui si parla di edilizia sanitaria quando il problema strutturale di questo paese è la mancanza di personale nel Sistema sanitario pubblico. L’Ospedale di Amandola è quasi pronto, sebbene non sappiamo ancora quali servizi effettivamente offrirà. E chi ci metteremo dentro, se il personale non basta neanche per Fermo? O l’intenzione è quella di appaltare completamente la gestione alle cooperative, come già fatto per le cure intermedie di Sant’Elpidio e Montegiorgio, per il diurno di Montegranaro, per le carceri, o – per quanta riguarda i medici -, come in Pronto Soccorso e in Pediatria al Murri. La medicina territoriale, quella di prossimità, quella che dovrebbe servire a prendere in carico i pazienti ed evitare l’ingolfamento del pronto soccorso, ricordo unico pronto soccorso per l’intera provincia quello di Fermo… allo stremo! Dicevamo che il problema della carenza di professionisti è strutturale, tanto che ci sono regioni italiane come la Lombardia che stringono accordi con paesi sudamericani per prelevare da lì 500 infermieri entro la fine dell’anno, ma non si può pensare di risolvere così una carenza che in Italia è stimata in 65mila unità. Che ruolo può giocare dunque la giunta regionale nei confronti del governo centrale, che è l’ente che stanzia i finanziamenti per il rinnovo dei contratti collettivi dei professionisti sanitari? Perché il nodo è questo: mancano medici, infermieri e oss, perché in questo paese li paghiamo troppo poco. L’ipotesi di rinnovo del Ccnl prevede stanziamenti che non permetteranno di recuperare neanche la metà del potere d’acquisto perso in questi anni per gli aumenti inflattivi, quindi è ovvio che essi abbiano convenienza ad abbandonare il pubblico per il privato o per la partita iva, se non addirittura ad abbandonare il paese. Se la politica non fa la propria parte per pretendere risorse adeguate per il Sistema sanitario nazionale, ci sarà una lenta sostituzione del privato al pubblico, e ciò comporterà l’impossibilità per molti di curarsi. E non è un orizzonte lontano: già oggi siamo la seconda regione per indebitamento pro-capite per accedere alle cure mediche. Per ultimo, ma non per importanza, il tema infrastrutture in vista del completamento de inaugurazione del nuovo ospedale di Campiglione. Anche da questo punto di vista siamo in ritardo rispetto ai cantieri delle opere già appaltate, penso ad esempio alla Lungotenna, ma il tema vero che manca una visione delle opere infrastrutturali che, anche da questo punto di vista, consentano alle cittadine e cittadini di avere le stesse opportunità a prescindere da dove vivono. Tra le opere strategiche uscita dai radar, almeno a leggere la stampa ed il piano delle infrastrutture regionale, c’è la Mezzina, opera strategica dal nostro punto di vista, non solo per raggiungere il nuovo ospedale di Campiglione, ma più in generale per lo sviluppo del territorio. Per non parlare di chi vive nella parte sud della costa, in questo caso sarebbe scontato per i mezzi di pronto soccorso immaginare di raggiungere il casello di Porto San’Elpidio tramite la A14, da li raggiungere attraverso il bypass che unisce il casello alla Lungotenna, bypass che non esiste, é solo nei libri dei sogni, e dalla Lungotenna che verrà completata non sappiamo quando raggiungere l’ospedale. Ora viene spontaneo chiedersi, ma se i mezzi di soccorso dovranno passare dall’A14 ripeto, l’A14 qual è il progetto per questa infrastruttura della quale la politica si occupa solo quando ci scappa qualche morto? E a proposito di morti, vogliamo parlare del tema salute e sicurezza nei luoghi di lavoro? Nonostante le promesse fatte dal Presidente a maggio del 2021 quando intervenne al presidio fatto sotto la sede della Regione, quando ci disse che ci avrebbe convocati per discute di come rafforzare i sevizi di prevenzione e quindi di aumentare il famoso tetto del 5% della spesa sanitaria per salute e sicurezza, noi stiamo ancora aspettando che ci convochi…maggio 2021! E nel frattempo i servizi di prevenzione delle Ast non ce la fanno più, non sono in grado di garantire quella prevenzione che sarebbe necessaria per evitare queste tragedie. E cosa ne sarà del Murri? Qual è il futuro dell’attuale ospedale di Fermo? Ad oggi sui vari quesiti compreso quest’ultimo, ovvero quale futuro per l’ospedale Murri, siamo al potrebbe… potrebbe… ma veramente potete pensare che le persone che rappresentiamo, nel caso della Cgil 19 mila persone, 19 mila….. penso di poter affermare senza termini di smentita che sia un campione altamente rappresentativo del disagio che le persone vivono quando si trovano a fare i conti con problemi di salute, e questo si palesa in tutta la sua drammaticità quando ci dicono che siccome mi hanno dato appuntamento tra un anno e mezzo, siccome non ho i soldi per andare a pagamento, rinuncio a curarmi…. rinuncio a curarmi…. Una cosa drammatica per chi vive in un paese dove la carta costituzionale sancisce il diritto universale alla salute, alle cure. Presidente, Sindaco, Consiglieri, non vi risentite quando sulla stampa scriviamo che la provincia di Fermo è la cenerentola delle Marche, non lo facciamo perché vogliamo piangerci addosso (…) lo scriviamo perché le cittadine ed i cittadini di questa provincia sono stufi di essere considerati l’ultima ruota del carro e ci ricordiamo di loro solo in campagna elettorale“.
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