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«Non più la motivazione di 4 anni fa» La vicesindaca Romanelli si dimette tra delusioni e amarezze

MONTERUBBIANO - È stata la stessa vicesindaca a comunicarlo in occasione dell'ultimo Consiglio comunale

Silvia Romanelli ha rassegnato le proprie dimissioni da assessore e consigliere comunale. È stata la stessa vicesindaca a comunicarlo in occasione dell’ultimo Consiglio comunale, sottolineando che «non si tratta di una decisione impulsiva, né di una rottura con il gruppo di maggioranza».

«Dopo aver riflettuto a lungo sul senso della propria presenza e sul contributo che contava di dare durante il mandato amministrativo, rapportandolo ai risultati e, soprattutto, alla soddisfazione dei cittadini, Romanelli – si legge in una nota del Comune – ha rimarcato di essersi scontrata, prima di prendere questa decisione, con principi in cui ha sempre creduto, come quello di portare a termine un impegno, qualunque esso sia, specie se è stato assunto verso gli altri». «Sono consapevole – le dichiarazioni di Romanelli riportate nella nota dell’ente – del fatto che non sia corretto tradire la fiducia di chi, con il proprio voto, ci ha permesso di essere qui, affidandoci il compito di realizzare quello che noi stessi abbiamo promesso con il programma amministrativo. Programma in cui ho sempre creduto. Ma trovo che sarebbe altrettanto scorretto portare avanti un mandato senza quell’entusiasmo e quella motivazione che dovrebbero caratterizzare l’impegno civico e politico di chi viene eletto. È per questo che sono arrivata a prendere una scelta che, ora, ritengo di onestà, verso me stessa e verso i cittadini. Perché quell’entusiasmo e quella motivazione di quattro anni fa, oggi non li ho». 

«Diverse le ragioni alla base della sua decisione, alcune di carattere personale, sulle quali – continuano dal Comune – ha preferito non dilungarsi». «Posso dire, però, che – ancora dichiarazioni della Romanelli nella nota – provo molta delusione per non essere stata in grado di raccogliere i frutti che speravo. Non mi riferisco a frutti che devono attendere i fisiologici tempi amministrativi per maturare: di questo sono consapevole e ogni giorno cerco di far comprendere che ci sono procedure e tempi da rispettare nell’amministrazione della cosa pubblica, sebbene difficili da accettare, anche per chi amministra. Quello che speravo di raccogliere erano, invece, piccoli ma significativi segnali che avrebbero reso questo paese all’altezza delle sue potenzialità. Dispiace vedere un paese ancora diviso tra frazioni e centro storico. Personalmente, credo che non sia stato tentato tutto il possibile per incoraggiare l’unione. Dispiace vedere una tiepida partecipazione cittadina ad eventi apprezzati, invece, da chi viene da fuori. Gli eventi a teatro ne sono esempio. Dispiace dover ogni volta pregare le associazioni cittadine a collaborare o partecipare. Spero che in futuro si capisca l’importanza di un lavoro sinergico e la necessità di un sostegno reciproco». 

Altro passaggio importante del suo discorso è stato «il dispiacere di aver visto la squadra di calcio del paese cercare altrove quell’appoggio, di Comune e di tifosi, che non aveva più trovato in casa».  «Inutile nascondere – ha evidenziato Romanelli – che questo mi ha toccata particolarmente, non solo e non tanto per il risaputo coinvolgimento personale, ma soprattutto perché, da amministratore comunale, ho permesso che ciò accadesse». 

Così, dopo quattro anni di lavoro, Romanelli ha scelto di «non continuare a gettare semi nella speranza di raccogliere qualcosa, perché probabilmente non sono un buon contadino, probabilmente – conclude la nota del Comune – non ho gli strumenti adatti e probabilmente il terreno non è fertile. Quindi – ha concluso – la mia presenza non aggiungerebbe nulla di più a quello che si otterrebbe anche senza di me. Per questo faccio un passo indietro e lascio spazio a chi, con maggiori capacità e motivazioni, potrà cambiare il volto a questo paese, come spero. Grazie a tutti i consiglieri per questo percorso insieme: ho imparato qualcosa da ognuno di loro. Buon lavoro a tutti».


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