Centrale biometano, il punto di Calcinaro: «Faremo tutte le verifiche ma la norma parla chiaro: potremmo subire effetti della semplificazione estrema»
FERMO - Il primo cittadino sull'ipotesi di realizzazione di un impianto a San Marco alle Paludi: «Due messaggi chiari e netti: da una parte il Comune compirà tutte le verifiche possibili sulla compatibilità dell’impianto rispetto alla quotidianità degli attigui residenti, che realmente interessati alla vicenda. Dall’altra vogliamo subito chiarire che alcun altro progetto è stato presentato o prospettato agli uffici comunali»
«Impianto per biometano a San Marco: tutte le verifiche del caso e con il massimo scrupolo! E qualche spiegazione per fare meglio comprendere cosa è previsto oggi e cosa non è assolutamente previsto». Dopo la notizia dell’avviato iter per la realizzazione di un impianto di biometano a San Marco alle Paludi e la girandola di commenti della politica, oggi a parlare è il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro.
«Innanzitutto due messaggi chiari e netti: da una parte il Comune compirà tutte le verifiche possibili sulla compatibilità dell’impianto rispetto alla quotidianità degli attigui residenti, che realmente interessati alla vicenda. Dall’altra vogliamo subito chiarire che alcun altro progetto è stato presentato o prospettato agli uffici comunali: quindi non c’è nessun procedimento aperto o domanda pendente per la realizzazione di allevamenti, sia massivi che ristretti di animali e, qualora ci fossero, rappresento sin d’ora la contrarietà dell’amministrazione comunale a tale tipo di insediamento, fermo restando il dovuto rispetto delle normative in atto. E proprio la normativa oggi, anzi da tre anni e cioè dall’avvento della crisi energetica sotto il governo Draghi, permette queste procedure semplificate e quasi totalmente in autocertificazione, per istallazioni di impianti a servizio della azienda agricola per generare biometano (in questo caso senza emissioni esterne ma con la diretta immissione nella rete energetica): tanto sia una procedura automatica quanto passa, come è passata, unicamente tramite uffici allo sportello Suap senza vaglio e informazione alla parte politica. Questa procedura semplificata è ammessa solamente per gli impianti di piccola dimensione quando invece quelli di maggiore portata vanno incontro a percorsi autorizzativi in Provincia, Regione o Ministero a seconda della portata crescente. In questo caso – spiega Calcinaro – siamo di fronte all’impianto base, con altezze di progetto sui cinque metri e capacità lavorativa di pollina in autocisterne con media di un trasporto ogni due giorni. Questi dati sono riferiti al progetto attuale ma anche con questi come amministrazione porteremo in questi giorni avanti ogni verifica insieme agli enti preposti per verificare la corrispondenza ad ogni normativa del progetto: in caso di criticità è evidente che gli uffici andranno ad intervenire anche con la sospensione della realizzazione. Così come è altresì ovvio – conclude il primo cittadino – il fatto che se il progetto presentato risponde ai parametri di legge ci troveremo a subire effetti di semplificazioni estreme volute dai governi nazionali per insediamenti territoriali, così come sta accadendo per la pressoché totale liberalizzazione a livello nazionali per le antenne di telefonia. E questa è una ingiustizia che cala tanto sui Comuni quanto sui cittadini ma su cui spesso ci si sente disarmati».