Ieri pomeriggio, ai microfoni di Radio Fm1, per la rubrica “Fluxus”, dedicata al cinema, all’arte e alla cultura, sono intervenuti Andrea Agostini, presidente di Fondazione Marche Cultura, e Cesare Catà, filosofo sangiorgese. Hanno raccontato della recente esperienza al Salone del Libro di Torino e svelato quali saranno le prossime iniziative nel racconto delle Marche in Italia e all’estero.
«È andato molto molto bene – ha esordito lo stesso Agostini raccontando gli intensi giorni del Salone -. Avevamo uno stand ben posizionato e, quindi, ben visibile. Per l’allestimento abbiamo coniugato rappresentazioni e dipinti marchigiani accanto ai versi poetici. Di grande impatto, poi, è stato il mastro cartaio di Fabriano che mostrava agli spettatori, in concreto, con le mani in pasta, il metodo di produzione della carta. C’è stato un gran da fare tutti i giorni da giovedì a lunedì. Eravamo presenti anche come Fondazione Marche Cultura e io stesso ho avuto la possibilità di presentare due libri: “Neve” di Simone Riccioni, tratto dalla sceneggiatura dell’omonimo film, e “Il maestro dell’eleganza”, che invece racconta la storia di Torello Latini da Fabriano morto a seguito di una rappresaglia fascista nei giorni della liberazione di Fabriano. Per questa bellissima esperienza devo ringraziare l’assessora alla cultura Chiara Biondi, Daniela Tisi e tutto lo staff della Regione Marche».
I prossimi impegni, invece, come raccontato successivamente sempre dallo stesso presidente di Fondazione Marche Cultura, portano all’estero e, nello specifico, a Cannes per il Festival del Cinema. «Venerdì mattina saremo proprio lì – ha spiegato il presidente – per una serie di incontri tecnici e interazioni. L’evento da noi organizzato invece si terrà lunedì pomeriggio, quando porteremo importanti registi come Sergio Rubini e Giuseppe Piccioni. Siamo l’unica regione che organizza un evento di questo tipo e vogliamo far capire quanto si può lavorare bene nelle Marche».
La fondazione crede molto nella valorizzazione del territorio e questo, come si può intuire, passa attraverso una buona narrazione dello stesso. Su questo punto si è espresso più direttamente Cesare Catà: «Come si comunicano le Marche? La nostra regione sostanzialmente vorrebbe non comunicarsi – ha affermato, scherzando, il filosofo sangiorgese -. Però, abbiamo una ricca tradizione di storie e miti da condividere e che parlano molto di noi e del nostro territorio. I popoli nella storia si sono definiti attraverso i propri miti, le proprie fiabe e leggende. A tal proposito c’è una serie di storie che meritano di essere conosciute come quella che riguarda il Guerin Meschino, che in una fase saliente del suo viaggio ha attraversato i nostri monti per parlare con la Sibilla e le sirene, che si ritiene abitassero la scogliera del Conero». Dalla collaborazione dei due intervistati nasce poi il progetto di “Marchetelling”: una parola che, come spiegato nell’intervista, è una crasi tra Marche e storytelling. Si tratta, perciò, di un progetto di racconto della nostra terra fondato sulla produzione e condivisione di video in cui si raccontano proprio quelle storie di cui parlava Catà, le stesse storie che il performer reciterà nei suoi spettacoli estivi in tutta la regione.
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