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Il comitato contro la centrale biometano tira fuori i dati: «Impianto piccolo? Non proprio»

IMPIANTO – L'area sarà di 20mila mq con 3 biodigestori alti 8 metri e una vasca di stoccaggio di 26 metri. «Ci aspettiamo che l'amministrazione chieda l'annullamento in autotutela. La potenzialità di questa centrale è maggiore di quello che hanno autodichiarato»

di Matteo Malaspina

«Impianto biometano piccolo a San Marco Paludi? Dagli atti non è così». A parlare è il ”Comitato dei cittadini di Fermo, Porto Sant’Elpidio, Sant’Elpidio a Mare e Monte Urano contro la centrale biometano a San Marco alle Paludi” che hanno tirato fuori i documenti relativi all’impianto che dovrebbe sorgere nell’area fermana vicino al fiume Tenna. Un comitato «nato spontaneamento e che lotterà con ogni forza perché quest’opera sarà molto impattante dal punto di vista salutare, ambientale, sociale ed economico, tant’è che con noi si sono schierati imprenditori locali e gli esercenti del settore turistico».

A snocciolare i dati è Luca Silenzi, uno dei cittadini della zona preoccupato dalla poca attenzione riservata a questa opera. «Quella dove andrà a nascere la centrale è un area incontaminata che potenzialmente è identificata come parco fluviale. Uno degli abitanti si è accorto di un’indagine geologica in corso e, prima a dicembre 2023 e poi a fine febbraio, abbiamo chiesto informazioni in Comune ma ci hanno detto che a loro non risultava niente. Abbiamo così pensato di fare un accesso agli atti e dopo un mese e mezzo ci è arrivata la documentazione che abbiamo studiato bene e risultava che in quell’area sarebbe sorto un nuovo impianto industriale di produzione di biometano che avrebbe prodotto 100 litri di metano all’ora – spiega Silenzi -. Non c’era nessun permesso a costruire perché la richiesta è stata presentata a regime semplificato vista la poca portata di metano ma a noi non risulta alcuna relazione tecnica che certifichi i 100 smc. Solo una loro autodichiarazione. Cento smc di metano all’ora, il volume delle vasche è di 2500mc di carico, cioè 7.500mc ogni ciclo di 30 giorni, 250mc al giorno che sono ben più di “un camion ogni due giorni” come rassicurato dall’amministrazione di Fermo. Ogni camion trasporta in media 12-15mc, per cui siamo a quasi 20 camion al giorno se l’impianto andasse a pieno regime».

Tornando alla grandezza dell’impianto, il comitato spiega come la centrale sorgerà su un’area di 20mila mq e verranno costruiti 3 biodigestori dal diametro di 20 metri e dall’altezza di 8 metri e una vasca di stoccaggio separata liquido di 20 metri di diametro e 6 metri di altezza (di cui tre metri interrati nella falda acquifera). «Va da sè che l’impatto sarà rilevante e non c’è nessuna relazione di valutazione paesaggistica, sulle esalazioni e le emissioni, solo autocertificazioni, e solo la scorsa settimana il Comune ha chiesto dei pareri – continuano -. Senza contare che in quella zona abitano 100 persone nell’arco di 400 metri e a 500 metri c’è Luce Cretarola. Una centrale vedrebbe svalutata l’area, le nostre proprietà, le aziende, oltre ad un forte odore di letame che sarebbe insostenibile».

Dimostrata la grandezza dell’opera, il comitato contesta anche la quantità di metano che verrà prodotto, visto che la potenzialità delle vasche è di 2500 mc di carico di ciascun biodigestore, che tradotto in soldoni vorrebbe dire che ogni giorno potrebbe essere introdotto l’equivalente di almeno 15 camion di materiale.

Che fare? «Noi chiediamo che qualcuno si prenda la responsabilità e ci aspettiamo che l’amministrazione Calcinaro faccia la scelta giusta, che è quella di chiedere l’annullamento in autotutela – aggiungono i membri del comitato -. Un rischio sì, ma il risarcimento danni che chiederemo noi cittadini sarà molto più alto di un eventuale risarcimento che chiederà l’azienda».

Ad ascoltare le rimostranze dei cittadini anche Annalisa Pilotti, la proprietaria di Loriblu che sin dall’inizio si è dimostrata attenta e interessata alla vicenda coinvolgendo i sindaci di Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio a Mare e mettendoli al corrente della situazione, loro che erano ignari di tutto. Oltre a lei, nell’incontro di questa mattina del comitato con i giornalisti è stata significativa la presenza dei consiglieri regionali Marco Marinangeli e Andrea Putzu. «Prima ancora di entrare nel merito della progettualità, viste le proporzioni e la gestione della pratica, questi sono già elementi che necessitano di essere attenzionati – commenta Marinangeli -. Occorre approfondimento e, a mio parere, un insediamento di questo tipo va fatto in una zona compromessa. Inopportuno l’inserimento in quel contesto». Sulla stessa linea Putzu: «Presenteremo una mozione chiedendo alla giunta regionale di impegnare il comune di Fermo per chiedere annullamento in autotutela».

Nel frattempo, domani sera alle ore 21 è stata convocata un’assemblea pubblica al centro sociale San Marco dove al dibattito sono stati invitati i sindaci di tutti i Comuni coinvolti, così come le autorità sanitarie e le associazioni di categoria. Il Comitato ha anche messo a disposizione un link per le adesioni e le informazioni (clicca qui).

 


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