Pignotti conferma l’assessore Bracalente ma la sorella cita in giudizio il Comune: che succede a palazzo?

SANT'ELPIDIO A MARE – (di Matteo Malaspina) Non finiscono i guai per il primo cittadino elpidiense dopo che alcuni consiglieri hanno criticato la scelta del rimpasto. La sorella dell'assessore al bilancio fa ricorso all'Ente per una situazione sull'Imu e su una sanatoria edilizia e la Bracalente esce dalla Giunta al momento della nomina dell'avvocato

di Matteo Malaspina

Che succede a palazzo? Lecito chiederselo dopo che il sindaco Alessio Pignotti ha deciso di azzerare la giunta e nominare tre nuovi assessori ridistribuendo alcune deleghe. Una mossa, si diceva, già programmata ma dalle reazioni di alcuni consiglieri (vedi l’intervento di oggi di Mariani e di quello dei Lucidi e Tofoni all’indomani dei rumors sul rimpasto di giunta) non sembrerebbe che all’interno della maggioranza tiri una buona aria.

Ad aggravare questo c’è anche il caso scoppiato in questi giorni che riguarda l’assessore Claudia Bracalente, confermata a pieni voti dal primo cittadino, ma che si trova ora coinvolta in una situazione poco piacevole. Come si può leggere su una delibera di giunta pubblicata a gennaio 2024, la sorella dell’assessore ha citato in giudizio il Comune di fronte alla Corte di Giustizia Tributaria Provinciale di Ascoli Piceno (ricorso depositato nel settembre del 2023) riguardante un accertamento Imu emesso dal Comune alla stessa nel 2017 per un omesso versamento dell’imposta. La Giunta ha votato unanime la rappresentanza dell’Ente dinanzi alla Corte di Giustizia Tributaria ma alla votazione non era presente l’assessore Bracalente.

Ma non finisce qui perché sempre la sorella della rappresentante comunale ha presentato, circa un mese fa, un ricorso al Tar contro il sindaco per una questione riguardante una richiesta di sanatoria fatta nel 2019 che aveva portato ad una sanzione di oltre 40 mila euro per la famiglia dell’assessore, ritenuta troppo alta. Diverse interpretazioni di normative tra gli Uffici e l’avvocato della Bracalente che ha portato ad una citazione in giudizio, fatta a nome della sorella ma che riguarda in prima persona anche l’assessore. Anche qui la giunta ha votato per scegliere un legale di fiducia che difendesse il Comune al Tar di Ancona e, durante la votazione, l’assessore è stato costretto ad uscire visto che, oltre ad essere coinvolta in prima persona, tra le deleghe detiene quella di finanze e tributi.

L’assessore Claudia Bracalente

All’oscuro di tutto sembrerebbe invece il gruppo consiliare in cui è stata eletta la Bracalente, Per Sem con Pignotti, che non è stato informato né dagli uffici né dallo stesso assessore di questi ricorsi e ne è venuto a conoscenza solo qualche giorno fa. Di fatto, la Bracalente ad oggi non rappresenterebbe più la lista Per Sem ma si sia legata ai due consiglieri Marco Maria Lucidi e Francesco Tofoni.

Una situazione difficile che, sicuramente, avrà una forte ricaduta sulla Bracalente, la quale però è riuscita comunque a mantenere il posto e, anzi, è riuscita anche a prendere alcune deleghe della Romagnoli. Una mossa che all’ex assessore al commercio non è piaciuta, sentendosi tradita dalla sua collega e non è piaciuta nemmeno ad Elisabetta Pieragostini, la quale stava per prendere il posto di presidente della Commissione Pari Opportunità ma sembrerebbe che si sia tirata indietro.

A questo punto verrebbe da pensare che l’associazione sulla denominazione Deco dell’asparago elpidiense, voluta dall’assessore Bracalente, sia stata una sorta di salvagente per lei stessa per poi prendere la delega all commercio della Romagnoli.

Ma a rimetterci di più, in tutte queste manovre politiche, è stato l’ex vice sindaco Roberto Greci. Con due assessori di Casette d’Ete che detengono lo sport e la scuola (Greci) e il commercio, i servizi sociali e il bilancio (Bracalente), era impensabile che Pignotti lasciasse la carica di vice sindaco al più votato della lista Per Sem.

E in tutto ciò, Pignotti? Sembrerebbe in grossa difficoltà. Di certo ci si aspetterebbe che Claudia Bracalente rassegni le dimissioni di fronte a questi fatti gravi e ripetuti. Una mossa di buon senso che eviterebbe di mettere in imbarazzo il sindaco e l’intera maggioranza. Altrimenti Pignotti dovrebbe operare un ulteriore rimpasto di giunta a distanza di pochi giorni che sarebbe un suicidio politico di fronte all’opinione pubblica. Pare comunque difficile che un assessore (per di più con la delega alle finanze e tributi) rimanga all’interno di un Ente che è stato chiamato in giudizio dalla sorella di quest’ultima. Per il primo cittadino una bella patata bollente da trattare.


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