Contesa del Secchio, al via domani la stagione 2024 con l’Investitura dei Priori

di Matteo Malaspina

Al via la stagione 2024 della Contesa del Secchio che, come ogni anno, parte a maggio con l’Investitura dei Priori di contrada. Appuntamento per domani, sabato 18 maggio, alle ore 19 nella Collegiata con il tradizionale cerimoniale.

«In realtà la stagione è partita già a gennaio con la Festa dei Folli che è stato un grande successo. Siamo tornati a fare l’Investitura il sabato anziché la domenica mattina perché ce l’hanno chieste le contrade per consentire di fare festa successivamente alla cerimonia – spiega la presidente dell’Ente Contesa, Alessandra Gramigna -. Infatti, dopo il cerimoniale si darà il via ai baccanali nelle contrade San Martino e Santa Maria, mentre la Sant’Elpidio farà un piccolo buffet in omaggio al nuovo priore e presenterà i nuovi costumi dei giocatori».

Ad essere investiti saranno Fabiano D’Ambrogio (Magnifica Contrada Santa Maria), Christian Bernocchi (Contrada San Martino) e Stefano Bianchini(Contrada Cavaliera Sant’Elpidio). Non ci sarà il priore della Nobile Contrada San Giovanni perché ancora commissariata ma è comunque presente il commissario straordinario. Parteciperanno anche le delegazioni foranee con Armando Verdini (Castel di Castro) e Fabio Fantuzi (Marchesato di Santa Catarina), mentre per il Borgo Marinaro l’investitura del Guardiano del Porto è prevista una settimana prima della Contesa del Secchio, direttamente a Porto Sant’Elpidio.

«Nel laboratorio della consulta c’è anche un’idea di approcciare in maniera diversa l’Investitura – continua Gramigna – e vedremo se nel 2025 riusciremo a portare a casa novità in questo senso».

Un mese di maggio impegnativo per l’Ente che, dopo la cerimonia di domani è pronta per l’Escape Sem di sabato 25 maggio, una novità gestita dal gruppo dei più giovani che coinvolge un mondo completamente diverso ma che parlerà sempre di Contesa e sarà incentrata sulla figura del Capitano del Popolo e sulle contrade. Ad oggi si contano 15 squadre iscritte, molte formate da non elpidiensi. «Un modo per veicolare la nostra storia e la manifestazione anche attraverso altre forme» chiosa Gramigna.