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La Uoc Malattie infettive del Murri «punto di riferimento per le Marche sud». Il bilancio di Amadio prima della pensione (Le Foto)

FERMO - Il primario andrà in pensione il prossimo primo giugno e a stento trattiene l'emozione. «Effettuiamo, in media, circa 350 ricoveri annuali (con la pandemia erano schizzati alle stelle). Da 32 posti letto siamo tornati a 13/15. E abbiamo un numero di personale adeguato alle richieste dell'utenza: in forze, oltre a me, ci sono 7 medici, 13 infermieri e 3 Oss, un'ottima squadra»

«Continua il nostro viaggio tra i reparti del Murri e la sanità territoriale incontrando i nostri professionisti e cercando di far conoscere il grande lavoro che ogni giorno fanno per la comunità». Con queste parole, questa mattina, il direttore generale Ast Fermo, Roberto Grinta, accompagnato dal direttore amministrativo Massimo Esposito, ha aperto la conferenza stampa con oggetto la Uoc di Malattie infettive dell’ospedale Murri di Fermo, guidata dal direttore Giorgio Amadio che a stento ha trattenuto la commozione per il suo pensionamento che scatterà il primo giugno. Prima dell’intervento di Amadio, il plauso di Esposito: «Questo reparto è diventato un punto di riferimento anche per territori limitrofi, è un’eccellenza».

Presenti anche il direttore delle professioni sanitarie, Renato Rocchi, la funzione organizzativa del reparto, Lucia Seccia, e quella del Dipartimento medico, Giampietro Beltrami. «Questo reparto è cresciuto molto negli anni – il punto di Amadio – e gode di un pool di professionisti di assoluto livello che sapranno brillare anche in futuro. Negli anni abbiamo affrontato criticità come l’Hiv e, da ultima, il Covid che è stato uno tsunami. Le cure hanno fatto passi da gigante e i nostri pazienti non vengono più visti, come avveniva nei decenni scorsi, come derelitti. Applichiamo nuove terapie e tutto ciò contribuisce a ridurre gli accessi al Pronto soccorso. Affrontiamo casi di cirrosi, di tubercolosi, di malattie sessualmente trasmissibili, tanto per dirne alcune. Abbiamo ampliato la nostra attività ambulatoriale. Ora la sfida è con i germi multiresistenti».

Parentesi doverosa sul Covid: «Ci ha piegato ma non ci ha spezzato, anche grazie all’aiuto della Direzione. La pandemia – aggiunge Amadio – ci ha arricchiti professionalmente. Col Coronavirus il reparto era passato da 13 a 32 posti letto, tutti occupati. Ora siamo tornati alla normalità per una specialità, la nostra, che possiamo definire trasversale dal momento che interagisce con tanti altri reparti». Qualche numero “attuale”: «Effettuiamo, in media, circa 350 ricoveri annuali (con la pandemia erano schizzati alle stelle). Da 32 posti letto siamo tornati a 13/15. E abbiamo un numero di personale adeguato alle richieste dell’utenza: in forze, oltre a me, ci sono 7 medici, 13 infermieri e 3 Oss, un’ottima squadra. E poi la direzione ci viene incontro anche con i concorsi». «La Uoc è un reparto da tempo punto di riferimento della rete delle malattie infettive per le Marche sud – rimarca Grinta – e noi vi riponiamo massima fiducia e attenzione». «Dal nulla abbiamo imparato a gestire nuove criticità” il punto di Seccia, a cui si aggiunge Beltrami: «Il reparto vanta una squadra che ha lavorato e continua a lavorare benissimo, sempre nel rispetto delle procedure».


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