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Centrale biometano, l’assemblea si scalda: «Perchè non ci avete avvisati?». Calcinaro fa mea culpa e rilancia: «Ora le verifiche al progetto»

FERMO - Ieri l'assemblea pubblica organizzata dal comitato dei cittadini contrari alla centrale biometano. Appuntamento al centro sociale San Marco. Oggi in Comune l'incontro tra l'amministrazione e i privati promotori del progetto. Il sindaco Calcinaro: «Mi assumo la responsabilità di quanto accaduto. Ora dobbiamo sviscerare insieme tutti i dubbi e le eventuali incongruità del progetto»

 

di Alessandro Luzi

«In chiesa non si vede tanta gente neanche a Pasqua» ha detto Don Vinicio Albanesi davanti alla folla presente all’assemblea pubblica organizzata dal “Comitato dei cittadini contro la centrale biometano a San Marco alle Paludi” per presentare ai cittadini il progetto della centrale a biometano. Effettivamente ieri sera il centro sociale San Marco, in occasione dell’appuntamento, era gremito e a tratti il clima è stato rovente. Sì, perchè i residenti del quartiere (e non solo), oltre a essere preoccupati dal progetto dell’impianto, non hanno mandato giù che l’iter è passato sotto traccia e gli amministratori non ne hanno dato notizia. L’intervento del sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, è stato interrotto più volte dal pubblico che chiedeva spiegazioni su quanto accaduto e sulle motivazioni per cui nessuno li ha avvisati. «Comprendo le vostre preoccupazioni – ha affermato il primo cittadino, cercando di stemperare gli animi -. Mi fido degli uffici comunali e dei tecnici quindi se cercate un responsabile sono io, però dobbiamo cercare di non diffondere il terrore. E’ vero che il procedimento avanzato dai privati non consente grandi operazioni da parte dell’amministrazione ma dobbiamo sviscerare insieme tutti i dubbi e le incongruità del progetto. Chiedo anche il supporto del Comitato per scandagliare le pratiche e trovare i punti per ostruire la prosecuzione dell’iter. Non posso promettere che ci riusciremo, direi una sciocchezza. Però ci impegneremo per scongiurare la realizzazione di questa centrale».

I dubbi sviscerati dal Comitato sono stati tanti. «Questa organizzazione si è formata in modo spontaneo – hanno esordito -. E’ stata costituita per esporre le perplessità, le domande e le preoccupazioni riguardo questo tipo di impianto. Le criticità sorte sono molte, a partire dal forte odore, da questioni legate alla sicurezza, poi quell’area agricola è particolarmente pregiata e infatti nel Prg la zona può  far parte di un parco fluviale. Siamo convinti che la documentazione presentata agli uffici tecnici è carente quindi andremo avanti affinché l’iter non verrà fermato. I primi passi li muoveremo accanto agli amministratori locali. Se non sarà sufficiente ci rivolgeremo alla Procura della Repubblica». Il progetto è “la lettera trafugata” del Fermano: era lì sotto gli occhi di tutti e nessuna amministrazione l’aveva notato. La documentazione consegnata dal privato agli uffici pubblici, è stata sviscerata dal Comitato nella conferenza stampa di giovedì ed emerge una struttura tutt’altro che piccola. Ricoprirà un’area di circa 20mila mq, avrà 3 biodigestori con un diametro di 20 metri ciascuno e un’altezza di 8 metri l’uno, di cui 2 metri interrati. Avranno la capacità di contenere 7.500mc di sostanze. E’ prevista una vasca di stoccaggio separato liquido di 26 metri con un’altezza di 6 metri, di cui 3 interrati. Avrà la capacità di contenere 3.180mc di liquido. Poi accanto alle criticità ambientali e paesaggistiche, ci sono quelle legate alla salute. «L’esposizione prolungata ai composti chimici crea danni al fegato, ai reni e al sistema nervoso. Non solo, ovviamente il traffico dei tir per il trasporto dei materiali aumenterà notevolmente le polveri sottili» ha precisato la dottoressa Cristina Quadrini, dirigente medico ed esperta di diagnostica.

Per quanto riguarda la politica locale, non solo Calcinaro era presente all’appuntamento ma accanto a lui sedevano i colleghi Massimiliano Ciarpella di Porto Sant’Elpidio e Alessio Pignotti di Sant’Elpidio a Mare. Era stata invitata anche Moira Canigola ma non ha potuto partecipare per via di un impegno elettorale. In rappresentanza dell’amministrazione fermana c’erano anche gli assessori Alessandro Ciarrocchi, Maria Antonietta Di Felice e Annalisa Cerretani. Per Porto Sant’Elpidio, oltre a Ciarpella c’era il vicesindaco Andrea Balestrieri. Dal palazzo regionale è arrivato il consigliere della Lega Marco Marinangeli: «Non dobbiamo essere qui per cercare il colpevole ma per difendere il territorio con unità e decisione. Dobbiamo fare tutti uno sforzo, noi in primis, cioè approfondire la questione nei minimi particolari per evitare un simile insediamento. I tempi per farlo ci sono». Secondo Pignotti «si poteva prevedere una conferenza dei servizi per anticipare i tempi. Comunque possiamo farla ora. L’importante è che siamo tutti uniti». «Questa battaglia è solo all’inizio – ha fatto eco Ciarpella -. Per quell’area è previsto uno sviluppo di tutt’altro tipo. E’ fondamentale tutelare il territorio perciò va istituito un tavolo provinciale e regionale». Hanno preso la parola anche i consiglieri di minoranza Sandro Vallasciani (capogruppo Pd) e Renzo Interlenghi (capogruppo ‘Fermo Capoluogo’): «Con questa legislazione emanata dall’Europa la transizione green ci si ritorce contro. Siamo convinti che il sindaco sia in buona fede. Non c’è nessuna mano torbida dietro al suo silenzio sull’iter. Crediamo piuttosto ci sia un difetto della politica. Un modo per ostruire la costruzione dell’impianto c’è ed è dato dalla stella polare della costituzione: il diritto alla salute». Intanto oggi è previsto un incontro in Comune tra l’amministrazione, gli uffici tecnici e i promotori del progetto della centrale a biometano.

Don Vinicio Albanesi della Comunità di Capodarco ha lanciato una proposta e un appello alle amministrazioni: «I sindaci trovino un progetto turistico-agricolo per salvaguardare il territorio e allo stesso tempo creare economia perchè a forza di stare immobili si appassisce e, come in questo caso, si subiscono le iniziative di altri. Bloccate questa centrale perchè potete farlo». «Quando manca la mano della politica allora spadroneggiano i privati – ha ribadito Federico Spagnoli, presidente del circolo Legambiente Fermano Terramare -. Se la politica non è in grado di definire una programmazione allora si creano delle zone d’ombra dove tutto è consentito».

 


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