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Accoltellati in piazza Garibaldi, Ciarpella: «Serve una risposta energia, presidio fisso» Cesetti: «Più forze dell’ordine»

LE REAZIONI del primo cittadino e del consigliere regionale ai fatti di sangue avvenuti nella nottata appena trascorsa in centro città


«Quello che è accaduto la notte scorsa in piazza Garibaldi è insopportabile. Questa non è la mia, la nostra città e non mi rassegnerò mai di fronte ad episodi del genere. Stamattina alle 7.30 ho riunito la Polizia locale e due ore più tardi ho partecipato ad un Comitato provinciale sicurezza ed ordine pubblico in Prefettura, convocato d’urgenza con i rappresentanti delle forze dell’ordine. Ho chiesto una risposta energica da parte delle istituzioni: ho il dovere di rappresentare la preoccupazione ed il senso di impotenza di una comunità che non vuole essere ostaggio di soggetti in situazione di illegalità, che perpetrano attività illecite, dallo spaccio di stupefacenti a condotte violente ed atti vandalici. In uno Stato di diritto è inconcepibile assistere a condotte continue e reiterate del genere». A parlare è il sindaco di Porto Sant’Elpidio, Massimiliano Ciarpella. E il riferimento è ovviamente ai fatti di sangue occorsi nella notte nel cuore della città, con quattro persone ferite con arma da taglio, tra cui un giovane in prognosi riservata.

Il sindaco Massimiliano Ciarpella

«Ritengo non sia più rinviabile – si legge nella nota del primo cittadino – l’istituzione di un presidio fisso sulla fascia costiera a tutela della popolazione. Confido sia portato avanti l’iter, condiviso nei mesi scorsi dagli stessi rappresentanti delle forze dell’ordine, per arginare in modo sempre più incisivo ogni forma di illegalità nelle zone più frequentate e più spesso interessate da reati. Non mi sfugge la prossimità, rilevata in più occasioni, tra episodi di violenza ed alcune attività commerciali. Per quanto di competenza del Comune, non esiterò ad adottare ogni provvedimento nei poteri del Sindaco per limitare pubblici esercizi che, direttamente o indirettamente, contribuiscono all’insicurezza della città e dei suoi abitanti. Con la stessa fermezza, vanno ripetuti controlli martellanti sulla regolarità degli affitti che consentono la permanenza nella nostra città di soggetti noti alle forze dell’ordine e dediti ad attività criminose.
La nostra è una città dinamica, vitale e in costante fermento, abbiamo lavorato sin dal primo giorno per renderla sempre più curata ed accogliente e non è concepibile che questo impegno venga vanificato da sacche di illegalità come quella che ha provocato il brutale fatto di sangue della notte scorsa».

Fabrizio Cesetti

Ma non manca nemmeno la presa di posizione del consigliere regionale Pd, Fabrizio Cesetti che non ha dubbi: «Stiamo arrivando al punto
di non ritorno. Il nuovo prefetto sia messo nelle condizioni di agire in discontinuità rispetto a un passato che non ha prodotto risultati. Va dato immediatamente corso alle richieste del consiglio regionale, a partire dal potenziamento degli organici delle forze dell’ordine».

«Da giorni il territorio fermano sta vivendo una escalation di efferata violenza con accoltellamenti, scontri tra bande criminali
rivali, furti, spaccio, truffe, specie a danno degli anziani. Un fenomeno che colpisce soprattutto la costa, località da tempo nell’occhio del ciclone come Lido Tre Archi, Lido di Fermo, Porto Sant’Elpidio, Porto San Giorgio, ma che non risparmia neanche le comunità delle aree interne. A questo degradante spettacolo, assistono inermi le istituzioni. Purtroppo, molti atti da me presentati in passato e approvati all’unanimità dal consiglio regionale sono rimasti lettera morta. Atti che impegnavano la giunta regionale a intervenire presso la presidenza del consiglio dei ministri e il ministero dell’Interno al fine di potenziare gli organici drammaticamente sottodimensionati delle forze dell’ordine, attivare a Lido Tre Archi un presidio fisso e permanente di polizia, avviare un progetto sperimentale per il controllo permanente nel territorio dei Comuni di Fermo, Civitanova Marche e Porto Sant’Elpidio sottoscrivendo un protocollo per la sicurezza integrata con le Prefetture delle Province di Fermo e di Macerata e i Comuni di Fermo e Civitanova Marche. Niente di tutto questo è stato fatto e, anzi, quelle poche unità di personale assegnate alle Marche sono state assegnate ad altre province. Purtroppo, più volte sollecitato su questi temi, lo stesso vicepresidente Saltamartini ha dovuto riconoscere che da parte del governo Meloni non sono arrivate risposte adeguate. Ciò, tuttavia, non è un buon motivo per arrendersi, come sembra invece stia facendo la giunta regionale. Allo stesso tempo, auspico che il nuovo prefetto non solo sia messo nelle condizioni ottimali per reprimere il dilagare degli episodi criminosi e assicurare l’ordine e la sicurezza pubblica in maniera omogenea su tutto il territorio provinciale, ma che ci sia da parte di tutta la Prefettura di Fermo la volontà di imprimere una netta discontinuità al modus operandi adottato in questi ultimi anni, che purtroppo, va detto, si è caratterizzato per scelte inadeguate che hanno contribuito a produrre la situazione che tutti noi abbiamo sotto gli occhi».

Questa mattina Cesetti ha depositato una nuova interrogazione al presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli per chiedere per conoscere quali iniziative urgenti intenda assumere nei confronti del governo e del ministero dell’Interno per il potenziamento e per una migliore e più efficace organizzazione dei presidi di sicurezza nella provincia di Fermo: «Spero che la Regione Marche – conclude Cesetti – per una volta si dimostri autorevole nei confronti di questo governo nazionale che ha totalmente dimenticato le Marche e, in particolare la provincia di Fermo. Lo pretendono migliaia di cittadini e famiglie oneste che si sentono ormai ostaggio in casa propria, ma lo chiedono anche le nostre imprese che operano nel turismo. Infatti siamo entrati nella stagione estiva e temo che lo stillicidio di episodi di cronaca nera che hanno raggiunto la ribalta nazionale, rischiano di creare un incalcolabile danno di immagine al nostro territorio con pesanti ripercussioni sull’economia».

 

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