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“Bepi” Moro, la rotatoria e il convegno con Stefano Tacconi: «Grande campione, giusto ricordarlo»

PORTO SANT'ELPIDIO - Al "Beniamino Gigli" il convegno sportivo culturale in onore del portiere della nazionale anni '50 Giuseppe Moro. Ospite Stefano Tacconi, ex portiere anche lui degli Azzurri. In mattinata l'intitolazione di una rotatoria

La targa a Stefano Tacconi

Questo pomeriggio, nella sala del polo “Beniamino Gigli” di Porto Sant’ Elpidio, si è tenuto il convegno “Mio Padre, Bepi Moro”, in onore di Giuseppe “Bepi” Moro, portiere della Nazionale di calcio e di diverse squadre di serie A, che ha trascorso l’ultima parte della carriera agonistica e la sua vita dopo il ritiro dallo sport a Porto Sant’Elpidio. A lui questa mattina è stata anche intitolata una rotatoria.

Il convegno, organizzato dalla Confartigianato Macerata-Ascoli-Fermo in collaborazione con l’amministrazione comunale e con il figlio di Giuseppe Moro, Flavio Moro, ha visto la partecipazione dello storico portiere della Nazionale, della Sambenedettese e della Juventus, Stefano Tacconi: «È giusto ricordare quello che ha fatto Moro da grande campione, nel suo tempo, diventando in seguito simbolo di questa città, al di là di quello che ha fatto al Toro – scherza Tacconi – Il ruolo del portiere è cambiato molto. Prima non c’erano preparazioni atletiche specifiche. Facevamo in autonomia. Ora il portiere è anche bravo con i piedi ed è un giocatore aggiunto. In merito alle scuole calcio di oggi spero che qualche genitore cambi mentalità perché deve rinascere la passione nei ragazzi e non la voglia di diventare famosi». «All’inizio – continua Tacconi ricordando la sua esperienze alla Juventus – ebbi un pò di timore nel dover sostituire Zoff. Subito dopo, però, però entrai nel mondo Juve».

Al convegno sono intervenuti per i saluti istituzionali il sindaco di Porto Sant’Elpidio Massimiliano Ciarpella, l’assessore allo sport Enzo Farina e il vicepresidente della Confartigianato Macerata-Ascoli-Fermo Lorenzo Totò: «Moro – le parole del sindaco – ha lasciato un segno indelebile qui in città. Ringrazio la sua famiglia che ha voluto fortemente questo evento». Dopo il suo intervento il sindaco Ciarpella e Flavio Moro hanno consegnato una targa a Stefano Tacconi. Hanno partecipato alla discussione il critico Massimo Raffaelli, il giornalista Luigi Guelfa e l’editore Danilo Zanetti. Una giornata all’insegna dello sport e della cultura, con un focus sulla figura del portiere nel gioco del calcio, e che, si diceva, si è aperta con l’intitolazione a Moro di una rotatoria all’inizio del lungomare Trieste, immediatamente a nord della Pineta. 

A 50 anni dalla sua morte, dopo l’approvazione unanime in Consiglio comunale, si è scelto uno spazio che, soprattutto nella stagione estiva, è frequentemente transitato da cittadini e visitatori, per onorare il ricordo di Moro. Insieme agli amministratori locali e a rappresentanti delle associazioni cittadine, presenti e commossi i familiari dell’ex calciatore.
«Condividiamo un bel momento – ha rimarcato il sindaco Massimiliano Ciarpella, insieme al presidente del Consiglio comunale Diego Tofoni, dagli assessori Enzo Farina ed Elisa Torresi – Questa intitolazione è nata dal basso, da alcuni promotori e dalla sottoscrizione di numerosi cittadini, non potevamo che accoglierla favorevolmente e ringrazio chi si è attivato perché si arrivasse a questa celebrazione. È opportuno onorare cittadini che in diversi ambiti e tempi hanno dato lustro alla città. Moro è stato un portiere di indubbio livello, tanto da difendere la porta della Nazionale italiana e da disputare un Campionato del mondo nel 1950, è stato in qualche modo un precursore, rivestendo la doppia veste di allenatore e giocatore quando arrivò al San Crispino a Porto Sant’Elpidio, un ruolo che sarebbe stato adottato con più frequenza solo decenni più avanti. Poi, dopo il ritiro, si è inserito attivamente nel tessuto sociale e produttivo della nostra città. Gli dedichiamo uno spazio in un crocevia attraversato da tanta gente, conservando così il ricordo di questo concittadino».


Emozionato il figlio Flavio Moro, affiancato da fratelli e nipoti, che a nome della famiglia ha espresso «gratitudine alla comunità di Porto Sant’Elpidio, a tutte le forze politiche che in Consiglio comunale hanno approvato questa intitolazione. Per noi è una profonda emozione sapere che il nome di nostro padre rimarrà nel ricordo della città».

Francesco Silla


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