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L’Iss sceglie il dipartimento Prevenzione di Fermo per l’analisi di indicatori di salute su scala regionale: «Dati significativi»

SALUTE - Il direttore del Dipartimento di Prevenzione dell'Ast di Fermo, dr. Giuseppe Ciarrocchi, e la dr.ssa Chiara Donfrancesco: «Con i dati che abbiamo raccolto, ora la Regione ha un importante strumento per pianificare attività di screening e prevenzione ancora più puntuali»

«Con i dati che abbiamo raccolto, ora la Regione ha un importante strumento per pianificare attività di screening e prevenzione ancora più puntuali». Con queste parole il direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ast di Fermo, dr. Giuseppe Ciarrocchi, e la dr.ssa Chiara Donfrancesco, commentano il certosino lavoro svolto dal Dipartimento, con la preziosa collaborazione del Laboratorio Analisi dell’Ast (per il prelievo e la conservazione dei campioni), nell’ambito del progetto Italian Health Examination Survey.

«L’Istituto Superiore di Sanità ha infatti scelto proprio il Dipartimento dell’Ast fermana per ottenere, tramite accurate analisi e prelievi a campione, indicatori di salute per realizzare – spiegano dall’Ast fermana – un’efficiente sorveglianza delle malattie non trasmissibili per poter, appunto, disporre delle informazioni necessarie allo sviluppo, attuazione e monitoraggio di politiche, programmi e interventi per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili. In un lavoro durato quasi due mesi, il personale del Dipartimento di Prevenzione, con referente la dr.ssa Chiara Donfrancesco, sotto la supervisione del Direttore Giuseppe Ciarrocchi, in orari extralavorativi, con entusiasmo e spirito di servizio, ha effettuato analisi a 360 gradi su 207 persone a campione, 102 donne e 107 uomini dai 35 ai 74 anni».

«Alcuni dati significativi, a riprova della bontà e dell’importanza dell’indagine: 29 delle persone sottopostesi a screening – sottolineano Ciarrocchi e Donfrancesco – erano inconsapevoli di avere una pressione elevata, 5 non sapevano di avere un tasso elevato di colesterolemia e 2 di glicemia. Per ben 61 di loro è emerso un rischio cardiovascolare. Dati fondamentali per invertire l’aumento globale di morte e disabilità  dovute alle malattie non trasmissibili, per supportare un processo decisionale basato sull’evidenza e per aiutare a monitorare e valutare i progressi compiuti».


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