di Alessandro Luzi
Il quadro è chiaro, il Fermano è sempre più a trazione centrodestra. Oltre alla conferma di Alberto Antognozzi a Grottazzolina, gli azzurri sono riusciti a conquistare anche Monte Urano. A perdere terreno sono i dem. Infatti, dopo Porto Sant’Elpidio sono stati sconfitti in un’altra storica roccaforte rossa. La parabola discendente era iniziata a Porto San Giorgio, quando dopo dieci anni di governo, il centrosinistra aveva capitolato in favore dell’attuale sindaco Valerio Vesprini. Il segretario provinciale del Pd prova a vedere il bicchiere mezzo pieno: «La destra non ha più l’egemonia nei piccoli Comuni». Per Piermartiri la sconfitta a Monte Urano, è arrivata «soltanto per 29 voti ci hanno impedito di mettere questa ciliegina sulla torta. Ed è anche per questo che mi fa male, non posso nasconderlo». Lo scarto è di 29 voti ma è una sconfitta roboante in quanto Monte Urano era un fortino rosso. Lo stesso vale per Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio a Mare. Insomma, i comuni con il peso specifico più alto sono in mano al centrodestra. Situazione diversa a Fermo, dove comunque il Pd e altre forze della sinistra siedono all’opposizione, mentre Fratelli d’Italia è in maggioranza. Viaggiando verso le aree interne, il centrodestra è stato riconfermato “a pieni voti” a Grottazzolina e Servigliano. Alberto Antognozzi infatti ha raccolto il 73,91% delle preferenze. Il suo collega Marco Rotoni viaggiava in solitaria ed ha ampiamente superato la soglia minima del 40% dei votanti. Il centrodestra perde invece Monsampietro Morico dove Romina Gualtieri, vicina a FdI, ha perso contro Andrea Claudi. Comune dove, invece, resiste il centrosinistra, seppur con un’anima non così evidente, è Amandola. Lì il sindaco uscente Adolfo Marinangeli rivince e ora è chiamato a governare per un altro mandato.
Altra storia è per i piccoli borghi dell’entroterra fermano dove si sa, più che gli schieramenti politici contano le persone e l’operato di un’amministrazione uscente. Distinguere centrodestra e centrosinistra non ha molto senso ai fini di un’analisi politica. Viceversa, il termometro di un partito sul territorio è dato dai risultati elettorali dei Comuni più popolosi. Questi poi diventano bacino elettorale in vista di un trampolino di lancio verso la Regione o direttamente verso Roma. Con la caduta del Pd a Monte Urano si è definitivamente chiusa un’epoca politica. I cittadini hanno consegnato la palla al centrodestra, in particolare a Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni governa già da circa circa quattro anni la Regione, siede nelle maggioranze dei comuni strategici del Fermano e da circa un anno governa Porto Sant’Elpidio. La vittoria a Monte Urano e il risultato delle elezioni europee nel territorio provinciale (Fdi ha raccolto il 35,33%) confermano lo stato di salute dei meloniani. Dall’altro lato della barricata, invece, ancora si brancola nel buio e la luce in fondo al tunnel sembra lontana. Intanto nel 2026 Fermo dovrà eleggere il nuovo sindaco e le Marche il nuovo governatore: un altro banco di prova decisivo. Se per la Regione il Pd potrebbe richiamare dall’europarlamento il campione di preferenze il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, a Fermo la partita è più complicata. È tutta in salita la strada per trovare un nome convincente e una squadra determinata nel sostenerlo. L’ex direttore dell’Area vasta 4, Licio Livini, non si è detto contrario a una sua candidatura ma prima vuole vedere la squadra. Compito del centrodestra sarà consolidare la leadership. Nonostante prima del 2020 il Pd poteva contare su una solidità territoriale nel Fermano, per via dei mal di pancia interni ha sperperato l’enorme vantaggio accumulato sugli avversari. Ad oggi lo scenario si ripresenta uguale per Fdi. Da Palazzo Raffaello ascolteranno le istanze del territorio o cadranno negli errori già commessi dai dem? Mantenere il timone della nave in mezzo alle onde è molto complesso.
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