«Nei mesi scorsi in regione c’è stato un dibattito sugli effetti negativi del credito alle PMI provocati dal venir meno di una grande Banca regionale come lo era Banca delle Marche – afferma Massimo Valentini, presidente della Fondazione San Giacomo della Marca – E’ importante al riguardo procedere ad una attenta analisi in modo da non far prevalere una posizione nostalgica che non riesce ad individuare i termini adeguati per una azione di sostegno reale alle Pmi della regione. Occorre dire che la crisi che attraversò Banca delle Marche era in primo luogo da addebitare a governance inadeguate di Fondazioni e Banca che compromisero un patrimonio storico della regione».
«Anche in questo tempo è necessaria la consapevolezza che il sostegno alle PMI regionali non può passare attraverso le riedizioni di interventi assistenziali che hanno il duplice risultato di non utilizzare efficacemente risorse pubbliche e di non sostenere l’evoluzione gestionale delle nostre imprese – continua il presidente -. La valutazione del merito credito si è radicalmente trasformata in questi decenni. Dapprima la valutazione era affidata alla prossimità permessa dalle banche locali e dalle reti delle filiali con gli aspetti positivi, ma anche negativi di questa impostazione che tendeva in alcuni casi ad esasperare l’aspetto relazionale dimenticando gli aspetti oggettivi della situazione aziendale. A partire dagli anni 90 i vari accordi di Basilea hanno progressivamente imposto criteri oggettivi nella valutazione della rischiosità aziendale basata sugli score andamentali e sui consuntivi di bilancio che hanno creato il primo grande cambiamento nella gestione della relazione bancaria. In questi ultimi anni stiamo assistendo alla terza rivoluzione nella valutazione del merito creditizio in quanto gli intermediari finanziari, in un momento di rapidi, profondi e continui cambiamenti di contesto, hanno preso consapevolezza che la valutazione del rischio deve sì considerare gli aspetti andamentali e di consuntivo, ma non può prescindere da valutazioni prospettiche basate su business plan ed analisi delle variabili qualitative che implicano l’impianto degli adeguati assetti organizzativi, nonché la sempre più richiesta valutazione ESG. Questi aspetti richiedono una profonda evoluzione nei metodi della gestione aziendale che sia in grado di produrre queste analisi che peraltro oggi sono richieste esplicitamente anche dalla Legge dopo l’approvazione del Codice della Crisi d’Impresa che ritiene imprescindibile un adeguato assetto organizzativo dell’impresa. Per sostenere il sistema delle PMI occorre pertanto confrontarsi con questo nuovo scenario che spinge fortemente ad una rapida evoluzione dei modelli gestionali che renderebbe possibile una interlocuzione con il mondo della finanza che altrimenti sarebbe molto ardua. Per tali ragioni le risorse pubbliche dovrebbero soprattutto essere indirizzate a sostenere questi processi di adeguamento aziendale senza assorbire risorse in fondi di garanzia regionali dal momento che già il Medio Credito Centrale offre questo servizio della garanzia per tutte le PMI. In tal modo si potrebbe aumentare esponenzialmente il numero delle imprese marchigiane che potrebbero essere sostenute per migliorare l’assetto organizzativo necessario al reperimento della finanza aziendale. Sarebbe pertanto auspicabile che le ingenti risorse che la Regione ha previsto per sostenere l’accesso al credito vadano nella direzione sopra evidenziata, valorizzando il ruolo di MCC, ampliando fortemente la platea delle imprese assistibili con voucher finalizzati alla crescita competitiva delle Pmi. Con l’assistenzialismo si sprecano risorse, mentre con il sostegno alla crescita competitiva si raggiungono risultati che possono garantire un futuro all’impresa e quindi al territorio».
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