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Centrale biometano, la maggioranza presenta la mozione al fotofinish. Interlenghi: «E’ una presa in giro» e pensa alla sfiducia

FERMO - Passano l'ordine del giorno proposto dal sindaco Calcinaro e dalla maggioranza e la mozione di Tulli. Presentata anche l'interrogazione del capogruppo Pd, Sandro Vallasciani. Il primo cittadino: «Contrari all'impianto ma è solo un'opinione. L'iter ha una procedura amministrativa». Interlenghi promette guerra: «Se l'amministrazione non trova gli strumenti per fermare la procedura arriverà la mozione di sfiducia»

di Alessandro Luzi

«L’amministrazione è contraria alla realizzazione dell’impianto ma questa è una nostra opinione politica. La funzione è amministrativa». È la replica del primo cittadino di Fermo, Paolo Calcinaro, all’interrogazione consiliare presentata dal capogruppo del Pd, Sandro Vallasciani. Al consiglio comunale di ieri, il sindaco ha poi sviscerato l’ordine del giorno firmato dall’amministrazione e dai gruppi di maggioranza. Il testo è stato allegato sia all’interrogazione di Vallasciani che alla mozione del consigliere comunale indipendente, Gianluca Tulli.

«Ci troviamo dinanzi a un tema sensibile – continua Calcinaro -. È vero che siamo contrari all’iter ma questa autorizzazione non ha nulla a che fare con la nostra volontà. La domanda giusta da porre è se la legge consente o no la realizzazione della centrale in base alla documentazione presentata dalla proprietà. La politica è una parte lesa da questa vicenda perché non è stata informata da nessuno». Poi arriva la stoccata di Calcinaro ai dem e al capogruppo di Fermo Capoluogo, Renzo Interlenghi: «Serve coerenza per affrontare questa questione. Non si può fare un intervento all’assemblea pubblica e poi cambiare le carte in tavola con note stampa e post sui social». Non si è fatta attendere la replica del capogruppo di Fermo Capoluogo: «Il clima dell’assemblea era rovente e visto che il sindaco non è stato difeso dalla propria maggioranza, sono intervenuto. Rimango della stessa idea, ovvero che Calcinaro è una persona seria e onesta ma abbiamo una visione differente della cosa pubblica». A conclusione dell’assise ha promesso l’arrivo della mozione di sfiducia verso Calcinaro, qualora l’amministrazione non trovi una soluzione per impedire la costruzione dell’impianto. L’assessore all’ambiente Alessandro Ciarrocchi si è sentito chiamato in causa: «Negare l’evidenza non è giusto. Le posizioni pubbliche di Interlenghi si scontrano con la difesa del sindaco. Non aveva alcun bisogno di essere protetto. L’assemblea era concitata ma il primo cittadino si è assunto una responsabilità non sua. Al momento stiamo valutando dal punto di vista tecnico se la procedura avviata dalla ditta è conclusa o meno. È chiaro che sono preoccupato come cittadino e amministratore, sono ovviamente contrario al sito ma devo fare i conti con la legge. Per esempio nelle precedenti esperienze con le antenne di telefonia in cui il Comune, dopo aver formalizzato i dinieghi, ha subito condanne dal Tar che ha applicato la normativa vigente».

Intanto a detta del sindaco, l’amministrazione sta lavorando per verificare le carte presentate dalla proprietà, con il supporto degli uffici tecnici. La documentazione aveva già suscitato forti perplessità al Comitato sovracomunale contro la centrale biomasse. Anche Calcinaro vuole vederci chiaro ed ha esposto i suoi dubbi, elencati nell’ordine del giorno: «Questa Pas non mi convince. Essendo un atto unilaterale, deve essere il più completo possibile. Invece così non sembra. Manca l’attestazione dell’avvenuto deposito della richiesta di autorizzazione sismica. Questa procedura è stata allegata soltanto il 4 giugno 2024. Inoltre, è assente la relazione tecnico-illustrativa dell’impianto, così come la pubblicazione Bur Marche». E chiude rivolgendosi agli uffici comunali, chiedendo ai tecnici «di passare ai raggi X a questo iter e qualora servisse, ricorressero a esperti esterni». L’ordine del giorno proposto dal sindaco e dalla maggioranza ha suscitato perplessità e critiche dall’opposizione nei tempi e nei modi per cui è stato presentato. «Mi aspettavo che già venissero esposte delle idee per ostacolare l’iter invece così non è. Questo ordine del giorno non aggiunge nulla a ciò che è stato detto finora- tuona Interlenghi -. Serve soltanto a mettere una pezza ed io i provvedimenti raffazzonati non li voto. Sarebbe una presa in giro per i cittadini». «Sono favorevole nei contenuti ma doveva essere presentato prima, invece la comunicazione è arrivata soltanto a poche ore dal Consiglio» ribadisce il capogruppo della Lega Fermo, Lorenzo Giacobbi. Il testo è stato approvato. Hanno espresso voto contrario Vallasciani, Nicolai e Interlenghi. Giacobbi si è astenuto. Ad essere votata è stata anche la mozione presentata da Tulli. Ad astenersi sono stati Nicolai, Interlenghi e Vallasciani. Per il resto il Consiglio ha approvato il documento. Tulli ha chiesto all’amministrazione «di impegnarsi per conoscere il progetto effettivo dell’impianto e fornire ai cittadini tutte le problematiche che può causare. Apprendere la notizia dalla stampa è stata una brutta figura. Ora la giunta deve adoperarsi per verificare la correttezza della procedura, l’impatto sul luogo e la qualità dell’aria nella zona interessata dalla struttura». Apprezzamenti alla mozione sono arrivati anche dalla maggioranza in quanto è stato uno stimolo all’assise per discutere di tale vicenda. Secondo Vallasciani ciò che è accaduto è “un pasticciaccio brutto di via Paludi”: «Dalle valutazioni fatte dal Comitato la documentazione presentata dalla proprietà sembrerebbe carente. Se dalle valutazioni emergeranno delle lacune, auspico la sospensione o l’annullamento dell’iter. Intanto l’amministrazione cosa intende fare in merito? Il Pd è contrario perché è una centrale inutile, ininfluente e una volta terminato l’incentivo quella struttura rimarrà un rudere a deturpare il paesaggio». «Calcinaro non può dire che non sapeva nulla, perché è grave – fa eco il consigliere dem Paolo Nicolai -. Deve prendersi le sue responsabilità amministrative e politiche, non può fare il Ponzio Pilato. Se politicamente non lo vuole deve attuare tutto quello che è possibile fare. Non può coprirsi solo con le normative dando responsabilità agli uffici».



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