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A Montegranaro viaggio tra agricoltura e calzature: inaugurato il nuovo museo della Storia e delle Tradizioni

MONTEGRANARO - il Must non vuole essere solo un luogo di conservazione della memoria storica, ma anche un punto di riferimento per la promozione culturale e turistica di Montegranaro, facendo conoscere la sua storia anche alla nuove generazioni. 
Inaugurazione del museo Must di Montegranaro

A Montegranaro un viaggio tra agricoltura e calzature: inaugurato ieri il Must, nuovo Museo della Storia e delle Tradizioni. Ieri, alle 17,30, ha aperto le porte per la prima volta il Museo della Storia e delle Tradizioni (Must) di Montegranaro, evento che ha attirato l’attenzione di cittadini e rappresentanti istituzionali. Situato nell’ex convento degli Agostiniani, racconta il passaggio di Montegranaro da una società dedita all’agricoltura, a una incentrata sulla calzatura.  Visibilmente emozionato, il sindaco Endrio Ubaldi,  accompagnato dagli altri amministratori comunali, ha accolto i presenti in un gremito cortile di quello che ora è il Must. 

Grande soddisfazione da parte sua, che aveva inserito il museo nel suo programma elettorale. Un museo la cui storia parte da lontano, più di 15 anni fa, con la ricerca dei fondi da parte dell’allora consigliere comunale Mauro Lucentini, con l’ausilio dell’attuale sindaco di Amandola, Adolfo Marinangeli, come ha ricordato lo stesso Ubaldi. 

Oltre a Marinangeli, altri sindaci, “vecchi e nuovi” sono arrivati per dare il loro supporto al primo cittadino veregrense e celebrare questo traguardo.  Presenti, infatti, Giuliana Porrà da Altidona, il neo sindaco Cesare Milani da Montefalcone Appennino, Diego Mandolesi da Ponzano di Fermo e Andrea Leoni da Monte Urano alla sua prima uscita ufficiale. Oltre a loro e all’amministrazione comunale, non sono voluti mancare la consigliera regionale Anna Menghi, l’ex deputato Mauro Lucentini e il prefetto di Fermo Edoardo D’Alascio.

 

«Si è sempre parlato di fare il museo a Montegranaro, ma c’erano sempre difficoltà, perché ci si faceva troppi problemi prima di iniziare, anche sul posto da destinare» ha detto Ubaldi, raccontando la genesi di questa realtà e le tante donazioni fatte dalle famiglie veregrensi. «La spesa complessiva è stata di 75.000 euro divisa in due annualità e comprende l’acquisto di oggetti, l’allestimento e il materiale elettrico» ha sottolineato il sindaco ringraziando Krios e Turismarche, attivi sul piano della progettazione e realizzazione. Soddisfatta anche Alessandra Levantesi, responsabile dell’Ufficio Cultura: «Credo sia venuto fuori qualcosa di molto particolare, non è il classico museo ma un vero e proprio percorso tra tradizione e innovazione».

 

Il museo 

 

Il Must si estende su una superficie di circa 200 metri quadrati e si articola in sette sezioni tematiche che, come già accennato, raccontano l’evoluzione della città, dalla sua tradizionale economia agricola fino allo sviluppo del settore calzaturiero, che ha reso Montegranaro famosa a livello internazionale. Tra le principali attrazioni, una sezione è interamente dedicata alla coltivazione del grano, con strumenti e tecniche che illustrano le antiche pratiche agricole locali, mentre un’altra è dedicata alla vita di campagna nel secolo scorso. Un’altra sezione di grande interesse è l’area dedicata alla figura del ciabattino, così come quella dell’orlatrice, che permettono ai visitatori di immergersi nelle arti e nei mestieri che hanno segnato profondamente il percorso economico e sociale della città. Inoltre, il museo dispone di un’aula multifunzionale, rendendo il Must un centro culturale dinamico e versatile. Come sottolineato da più parti, il Must non vuole essere solo un luogo di conservazione della memoria storica, ma anche un punto di riferimento per la promozione culturale e turistica di Montegranaro, facendo conoscere la sua storia anche alle nuove generazioni. 

Silvia Ilari

 


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