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Grandinata a P.S.Elpidio, colpo all’agricoltura: «Perso il 90% delle colture. Danni ingenti a produzioni e impianti»

PORTO SANT'ELPIDIO - A parlare è Roberto Cerquozzi, imprenditore agricolo elpidiense con la sua p’Orto Franco, vittima della grandinata di giovedì: «Abbiamo incontrato la Coldiretti e proprio con loro abbiamo discusso sull’apertura, possibile, di un dialogo con le realtà assicurative affinché possa rientrare nella casistica anche la nostra situazione. Siamo dinanzi ad un evento improvviso e che mai prima d’ora, con questa veemenza, ci eravamo trovati ad affrontare. Noi nell’immediato stiamo facendo delle valutazione, perché quasi il 90% delle colture in essere sono andate distrutte. Abbiamo perso impianti, quindi investimenti da 6.000 euro, mancato introito e fatturato sui 25.000 euro. Stiamo cercando di capire come far fronte a questa situazione, ma da buon imprenditori certamente non ci tiriamo indietro

«Proseguono anche oggi i lavori che vedono impegnati i nostri volontari della Protezione civile e quelli di altri gruppi comunali, nelle vie della città più colpite dalle eccezionali precipitazioni di giovedì». A parlare è il sindaco di Porto Sant’Elpidio, Massimiliano Ciarpella. L’emergenza in città è oramai rientrata, si passa ora la stima dei danni, la quale però richiederà ancora qualche giorno. Non è semplice infatti, nell’immediato, andare a fare una stima, appunto, reale e dettagliata. «È ormai stata completata la rimozione del ghiaccio che si era accumulato in scantinati, garage e locali, proseguono i lavori di pulizia e servirà ancora un po’ di tempo per completare lo smaltimento di rifiuti e materiali danneggiati dalle intemperie. – prosegue il primo cittadino – Domani alla scuola infanzia Peter Pan una ditta effettuerà un intervento di ripristino e si effettuerà un sopralluogo, ci auguriamo di poter procedere alla riapertura quanto prima. Ringrazio ancora una volta tutte le forze ed i volontari che hanno svolto in questi due giorni un lavoro incessante, di prezioso supporto alla cittadinanza».

Nel mentre, come annunciato dallo stesso Ciarpella, è stata fatta richiesta per il riconoscimento dello stato di emergenza alla Regione Marche. Ad essere colpite in maniera concreta, inoltre, sono state le molteplici aziende agricole presenti sul territorio. Per loro la stima è quasi immediata e chiare per alcuni, anche le idee su cosa chiedere al pubblico come sostengo. «Siamo abituati a cavarcela nelle difficoltà con le nostre forze, parlando della mia azienda, inoltre sono un pò disinnamorato della politica. Oggi in tanti ci dicono  “ora se verrà dichiarato lo stato di emergenza da calamità, potrete presentare le vostre richieste per gli indennizzi”, ma no, non è più così. Siamo in un comparto, quello del Fermano, dove tante aziende sono cerealicole o dedite alla produzione dell’uva. Le aziende che fanno ortaggi in modo diversificato e adottano la politica della vendita diretta sono poche ed è complicato utilizzare un sistema di tutela assicurativo». A parlare è Roberto Cerquozzi, imprenditore agricolo elpidiense con la sua p’Orto Franco, vittima della grandinata di giovedì, ma che nel mondo della politica ha fluttuato nel 2013 quando si candidò sindaco con il M5S. Si sofferma sul mondo assicurativo; infatti ad oggi il 90% del mercato che tutela l’agricoltura lavora con tabelle e casistiche che vanno a stanziare un premio da versare ed un’eventuale percentuale da riscuotere in caso di avvenimento. Numeri che spesso cozzano però con il reale bisogno delle imprese o, come in questo caso, vanno a creare standard nei quali l’azienda avendo una ciclicità differente dal consueto resta tagliata fuori. «Abbiamo incontrato la Coldiretti e proprio con loro abbiamo discusso sull’apertura, possibile, di un dialogo con le realtà assicurative affinché possa rientrare nella casistica anche la nostra situazione. Siamo dinanzi ad un evento improvviso e che mai prima d’ora, con questa veemenza, ci eravamo trovati ad affrontare. Noi nell’immediato stiamo facendo delle valutazione, perché quasi il 90% delle colture in essere sono andate distrutte. Abbiamo perso impianti, quindi investimenti da 6.000 euro, mancato introito e fatturato sui 25.000 euro. Stiamo cercando di capire come far fronte a questa situazione, ma da buon imprenditori certamente non ci tiriamo indietro».

Maikol Di Stefano

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