Pregiati, rari, lussuosi, c’è stato un tempo in cui con i fiori si diceva tutto, dal redarguire un’amicizia con cui i rapporti erano diventati tesi, al dare appuntamento ad un amante. Protagonisti di un vero e proprio dizionario e di una relativa grammatica, qualcuno di questi loro significati sono stati spiegati ieri sera, a Monte Vidon Combatte, nella splendida cornice della Palombara dei Marchesi Pelagallo, nell’evento denominato “Aspettando Lavandaso”.
A raccontare cosa i fiori volessero dire Barbara Ronchi Della Rocca, esperta di buone maniere, di galateo e di fiori, in una serata moderata dal presentatore Claudio Porchia.
Un viaggio attraverso il quale è stato piacevole e interessante scoprire, ad esempio, che il ciclamino è il fiore che rappresenta la falsità, mentre il fiordaliso in Occidente simboleggia l’amicizia. Le orchidee, regalatissime oggigiorno alle inaugurazioni o nelle occasioni speciali, rappresentano, in realtà, il sesso e venivano usate nell’antichità non come fiore ma come radice dalla quale estrarre un decotto capace di curare i problemi di letto maschili.
E ancora, è la rosa il fiore perfetto in assoluto, che richiama anche la proporzione aurea, mentre la dalia è il fiore del giorno dopo che un tempo gli uomini mandavano alle donne come valutazione della notte trascorsa insieme. Tanto più era intenso il colore, tanto più significava che la notte era stata meravigliosa, viceversa, tanto più diventava tenue tanto più il feed back diventava negativo.
L’acqua del mughetto si era soliti usarla per avvelenare qualcuno perché il fiore rilascia tutto il suo veleno nell’acqua dove viene lasciato che resta insapore ma, ovviamente, letale.
Un tempo i fiorai erano soliti avere in negozio i libri con i significati dei fiori, oggi questi dettagli sono stati quasi completamente dimenticati mentre è ancora regola il numero di rose da regalare alla propria amata, mai pari (tranne qualche eccezione) perché sono di cattivo auspicio e, soprattutto, perché le rose non sono calzini!
Una serata elegantissima, in una location magica in cui è stato possibile ricreare una atmosfera di altri tempi anche grazie agli intermezzi musicali del soprano Soeun Jeon, il tenore Carlo Assogna, la pianista Elena Stamera e il coro Amarcoro che ha deciso di omaggiare l’organizzazione con questa partecipazione per ringraziare il Comune di Monte Vidon Combatte per l’ospitalità offerta durante l’anno con la sala prove messa loro a disposizione. Brindisi finale a base di spumante del territorio con ogni calice arricchito al suo interno da un fiore di ciliegio proveniente dal Giappone e che ha dato sapidità al brindisi.
Antonietta Vitali
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