Si è riunito nei giorni scorsi il direttivo provinciale di Cna Federmoda. Al centro dell’incontro la crisi del comparto e le sue numerose problematiche: gli imprenditori hanno ribadito alcuni concetti su cui si sta articolando il lavoro dell’associazione di categoria.
Sintetizza così il presidente provinciale Federmoda, Paolo Mattiozzi: «Il passaggio chiave, per la sopravvivenza di un distretto come quello fermano-maceratese, è la tutela della filiera. In una situazione così delicata per le imprese di questo settore, abbiamo ribadito la presenza di due punti fermi, cioè le azioni intraprese dal Tavolo Provinciale per la Competitività e lo Sviluppo del Fermano e dal Tavolo Regionale della Moda. Rappresentano per noi due pilastri istituzionali fondamentali, che operano per l’avvio di provvedimenti dedicati alle aziende del comparto, mirati a superare una fase critica e molto articolata che si sta protraendo da troppo tempo».
Aggiunge Mattiozzi: «Si tratta di tavoli nei quali istituzioni, associazioni datoriali e parti sociali fanno squadra per la tenuta del territorio. Prezioso il lavoro del Tavolo Regionale della Moda, che grazie alla sinergia proficua che ha saputo sviluppare ha permesso l’ottenimento di risultati e misure rivolte al comparto. Un valore aggiunto per il Tavolo regionale è senza dubbio l’implementazione delle indicazioni che arrivano dal Tavolo Provinciale per la Competitività e lo Sviluppo del Fermano, che porta alla sua attenzione le istanze di un territorio nel quale operano il maggior numero delle imprese della moda delle Marche».
Un Tavolo Regionale della Moda funzionale al monitoraggio della situazione del tessuto produttivo e alla definizione di proposte per la tenuta e crescita del settore, facendosi carico di rappresentare le criticità al Governo: «Nell’ambito di questi tavoli – ricorda il direttore generale Cna Fermo e responsabile Cna Federmoda, Andrea Caranfa – Cna, di concerto con le altre associazioni, ha sviluppato numerose proposte per le aziende del distretto: la sospensione dei versamenti contributivi ed erariali da giugno 2024 a giugno 2025, con un rientro graduale delle imposte a partire da giugno 2025, a cadenza trimestrale e a tasso zero; la cassa integrazione in deroga per tutte le tipologie di imprese moda; l’esenzione delle quote di partecipazione alle manifestazioni di Ice Agenzia fino al 31 luglio; l’utilizzo del fondo per il Made in Italy per definire finanziamenti per garantire liquidità a tasso 0, rimborsabili in 6 anni; l’annullamento del recupero del credito d’imposta per ricerca e sviluppo. Imprescindibili anche la riduzione del costo del lavoro e dell’Iva sui beni non di lusso».
E nell’ottica della tutela di una filiera produttiva senza pari in Italia, ribadisce Caranfa, «si dovranno necessariamente definire incentivi per la creazione di pmi e misure che favoriscano la transizione ecologica ed energetica delle imprese, percorsi di sostenibilità, strategie per la digitalizzazione e la promozione all’estero, oltre a provvedimenti sulla scia di quelli presi per far fronte alla pandemia, prevedendo incentivi alla riconversione, a tutela del tessuto economico e produttivo e dell’occupazione, di concerto con la Regione Marche e la Camera di Commercio Marche».
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