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La caduta, amarezza del sindaco Pignotti: «La vita mi ha dato questa bellissima esperienza». Terrenzi al vetriolo

SANT'ELPIDIO A MARE - Poche parole dal primo cittadino che malcelano, però, delusione. Il presidente del Consiglio, invece, spara: «Il sindaco è stato tradito da persone che erano amiche di famiglia, senza preavviso»

Il passaggio della campanella, due anni fa, tra il sindaco Alessio Pignotti (a sin) e il suo predecessore Alessio Terrenzi

di Pierpaolo Pierleoni

Prima il silenzio, un lapidario «quello che è successo non merita commento». Poi qualche parola in più: «La vita mi ha dato questa bellissima esperienza. Onorato di averla condotta con entusiasmo, grinta e determinazione». Non dice di più, per ora, il sindaco Alessio Pignotti, appena caduto per le dimissioni, rassegnate stamattina, in uno studio notarile, di oltre la metà del Consiglio comunale. Forte l’amarezza come la sorpresa. Non si può parlare di fulmine a ciel sereno, nel senso che il cielo era plumbeo da qualche mese sopra la maggioranza a Sant’Elpidio a Mare. Ma appena 24 ore fa nessuno pensava si potesse arrivare ad un epilogo così improvviso.

Non c’era certo un clima idilliaco nella coalizione, diversi problemi da affrontare, veleni reciproci all’interno della maggioranza, un rimpasto di giunta poco compreso da larga parte della cittadinanza e apertamente criticato da alcuni consiglieri, gli stessi che hanno decretato la fine dell’esperienza amministrativa di Pignotti. Tuttavia, una caduta era impronosticabile, almeno fino a stamattina. Un’operazione portata avanti sotto traccia dai due gruppi di opposizione, riusciti a convincere tre consiglieri di maggioranza ad unirsi ai sei di minoranza, per scrivere la parola fine.

Se il primo cittadino è di poche parole, non le manda a dire invece il  suo predecessore e presidente del Consiglio comunale, Alessio Terrenzi. «Mi dispiace per il sindaco che non meritava un trattamento del genere. Se proprio si voleva assumere una decisione così grave, andava presa in Consiglio comunale, come accadde a suo tempo a Giovanni Martinelli. Serietà è discutere le ragioni della sfiducia nella sede istituzionale e votare contro il sindaco guardandolo negli occhi. Farlo davanti a un notaio è atto amministrativo meschino. Proprio ieri ho sentito i consiglieri di maggioranza che hanno firmato le dimissioni, per convocare il Consiglio comunale la settimana prossima, abbiamo condiviso la data per la seduta. E invece stamattina hanno fatto cadere l’amministrazione. Tra l’altro avremmo dovuto approvare il Piano economico finanziario e le tariffe Tari, l’Amministrazione aveva ottenuto un bel risultato, scongiurando il rischio di aumenti del servizio di raccolta rifiuti superiori al 30%».

La critica, chiaramente, è rivolta ai tre consiglieri di maggioranza che hanno sfiduciato il sindaco: Marco Maria Lucidi, Maria Mariani, Francesco Tofoni. «Buon per loro che hanno avuto il coraggio di prendersi una responsabilità del genere, ammesso che abbiano capito l’entità di quello che hanno fatto – punge Terrenzi – Il sindaco è stato tradito da persone che erano amiche di famiglia, senza preavviso. Sì, c’erano state perplessità sul rimpasto, ma mai è stata neanche ventilata la sfiducia all’amministrazione. Ci troveremo un anno di commissariamento prefettizio, che chiaramente si limiterà all’ordinaria amministrazione. È stato fatto un danno alla città». Una critica, dall’ex primo cittadino, anche «a quei partiti che rappresentano forze di governo. Capisco il gioco delle parti, ma se si vuole il bene della comunità come spesso si dice, si potevano trovare soluzioni differenti. Non c’era più una maggioranza a sostegno del sindaco? Si poteva cercare un punto d’incontro, andare avanti il tempo necessario ad adottare alcuni provvedimenti di bilancio importanti, poi chiudere questa esperienza senza portare la città ad un anno di commissariamento».

Colpo di scena a Sant’Elpidio a Mare: si dimettono nove consiglieri, cade l’amministrazione Pignotti


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