facebook twitter rss

«Ricostruzione, cedere i crediti da Superbonus è un’odissea: servono interventi urgenti»

EDILIZIA - «Le imprese del comparto edile sono molto preoccupate per le difficoltà che stanno affrontando nella cessione dei crediti da Superbonus legati al Sisma “Abruzzo” e “Italia Centrale”». A lanciare l’allarme, nel corso di una conferenza stampa, sono state Confartigianato Anaepa Macerata–Ascoli Piceno–Fermo, Ance Macerata e Cna Costruzioni Macerata, «in un appello condiviso dagli Ordini professionali degli Architetti, dei Geometri e degli Ingegneri della provincia di Macerata» rimarcano dalla Confartigianato.   

«Le imprese del comparto edile sono molto preoccupate per le difficoltà che stanno affrontando nella cessione dei crediti da Superbonus legati al Sisma “Abruzzo” e “Italia Centrale”». A lanciare l’allarme, nel corso di una conferenza stampa, sono state Confartigianato Anaepa Macerata–Ascoli Piceno–Fermo, Ance Macerata e Cna Costruzioni Macerata, «in un appello condiviso dagli Ordini professionali degli Architetti, dei Geometri e degli Ingegneri della provincia di Macerata» rimarcano dalla Confartigianato.   

 

Il punto che sta creando maggiore insicurezza nel mercato, spiegano, è l’art. 4-bis, commi 1-3, D.L. n. 39/2024, che pone il divieto di “compensazione per banche, intermediari finanziari, società appartenenti ad un gruppo bancario ed imprese di assicurazione, dei crediti d’imposta derivanti da sconto/cessioni delle detrazioni edilizie con i contributi previdenziali, assistenziali e i premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali”.

 

«Moltissime ditte si trovano oggi a dover ridiscutere plafond già assegnati da banche o intermediari – dicono Associazioni di categoria e Ordini professionali, come riportato in una nota da Confartigianato -: il rischio è che tali operazioni vengano cancellate, con conseguenze disastrose per il tessuto imprenditoriale. Le imprese che hanno in carico dei cantieri con istanze o dichiarazioni presentate prima del 29 marzo 2024, ma allo stesso tempo anche quelle che le hanno presentate successivamente o che le presenteranno, non possono iniziare nuovi lavori se non hanno la certezza che il credito verrà acquistato. A preoccupare sono anche gli interventi che sono stati da poco avviati, che con molta probabilità non saranno terminati entro il 31 dicembre 2025, tenuto conto che le opere di ricostruzione pesante possono durare anche fino a 4 anni. L’attuale normativa, che non prevede l’utilizzo degli incentivi fiscali per le spese che saranno sostenute oltre il 2025, pone tanto le imprese quanto i committenti in una situazione di elevato rischio: tale situazione potrebbe lasciarci in eredità una serie di opere incompiute, mancando così l’obiettivo stesso della ricostruzione. Delle specifiche misure transitorie potrebbero scongiurare questo esito».

 

«Il divieto di esercitare l’opzione per la cessione del credito d’imposta (per le rate residue) per il beneficiario delle detrazioni (committente privato), aumenta ancor di più un disagio che si sarebbe potuto mitigare dando la possibilità di cessione del credito al committente. Questa opzione avrebbe dato linfa alla ditta affidataria, se pur in pochi casi. Visto tale divieto, sarebbe auspicabile che uno o più grandi players privati (Enel X, Eni…) possano “smaltire” tali crediti per non bloccare un settore che in questo momento presenta un forte dinamismo. In tale direzione, è necessario realizzare una piattaforma transitoria unica, per sbloccare i crediti stessi» concludono le associazioni che si augurano quindi dei correttivi «per non affossare uno dei mercati più importanti per il territorio e per dare linfa ad una ricostruzione che negli ultimi anni aveva visto un virtuoso cambio di passo, a vantaggio delle comunità locali». 

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




Gli articoli più letti