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Droga, evasioni fiscali e rischio infiltrazioni malavitose: il Fermano visto con gli occhi della Guardia di Finanza. Intervista al colonnello Bolognese

FINANZA - Dalla lotta a droga, evasioni fiscali e frodi alle nuove frontiere dei controlli che fanno rima anche, certo, con l'intelligenza artificiale, passando inevitabilmente dal monitoraggio di ogni possibile dinamica che possa far presupporre eventuali infiltrazioni criminali nel tessuto economico e produttivo del Fermano. I 250 anni della fondazione della Guardia di Finanza sono l'occasione per fare il punto sullo stato di salute del Fermano con il comandante provinciale delle Fiamme gialle, il colonnello Massimiliano Bolognese.

Il colonnello Massimiliano Bolognese

di redazione CF

Dalla lotta a droga, evasioni fiscali e frodi alle nuove frontiere dei controlli che fanno rima anche, certo, con l’intelligenza artificiale, passando inevitabilmente dal monitoraggio di ogni possibile dinamica che possa far presupporre eventuali infiltrazioni criminali nel tessuto economico e produttivo del Fermano. I 250 anni della fondazione della Guardia di Finanza sono l’occasione per fare il punto sullo stato di salute del Fermano con il comandante provinciale delle Fiamme gialle, il colonnello Massimiliano Bolognese.

Colonnello Massimiliano Bolognese, quest’anno la celebrazione del 250esimo anniversario della fondazione del Corpo della Guardia di Finanza segna un importante traguardo, “racconta” una storia secolare, caratterizzata da importanti sfide. Quale significato assume oggi questa ricorrenza? 

«Celebriamo i 250 anni della fondazione della Guardia di Finanza, da sempre solido presidio a difesa dell’integrità e della stabilità del nostro sistema economico. Un’occasione per ricordare la competenza e la dedizione con cui le Fiamme Gialle operano ogni giorno a tutela delle libertà economiche dei cittadini, dell’economia legale, del corretto funzionamento dei mercati, sempre più attente ai bisogni di ciascuno. Desidero innanzitutto esprimere a tutti i militari di Fermo, che con onore e orgoglio indossano l’uniforme del Corpo, la mia gratitudine per la peculiare professionalità e lo spirito di sacrificio che li animano nell’essere al servizio del Paese e per l’instancabile lavoro che ogni giorno svolgono con grande abnegazione. Le principali tappe della storia del Corpo ci raccontano un percorso plurisecolare di crescita e rinnovamento, durante il quale la missione e le prerogative affidate ai finanzieri si sono ampliate, riflettendo le profonde evoluzioni in campo sociale, economico e giuridico che hanno interessato il Paese. Realtà complesse, in continua trasformazione, a cui il Corpo ha saputo corrispondere sempre con esemplare tempestività e grande efficacia. Nata nel lontano 1774 all’interno dei ristretti confini del Regno sardo e con competenze prettamente di carattere doganale, oggi la Guardia di Finanza è diventata una moderna, versatile ed efficiente Forza di Polizia, con spiccata vocazione internazionale, apprezzata anche all’estero per la professionalità e la specializzazione dei suoi appartenenti. Un solido baluardo di legalità per istituzioni, cittadini e imprese, a cui è affidato un compito fondamentale, la tutela della sicurezza economico-finanziaria a garanzia di un sistema economico sano, prospero e vitale, al riparo dagli interessi criminali che, dove si insinuano, avvelenano le falde dell’economia, disincentivano la libera iniziativa imprenditoriale, scoraggiano gli investimenti, alterano i meccanismi della libera concorrenza. E’ la storia che si staglia nel presente e si proietta nel futuro: un Corpo, ancorato ai propri valori fondanti e alle proprie tradizioni, pronto a cogliere le sfide che ci si prospettano davanti, coniugando passione, dedizione e competenze con l’utilizzo sapiente di tecnologie sempre più avanzate. La nuova frontiera verso cui ci stiamo muovendo sarà quella di esplorare ogni possibile applicazione dell’intelligenza artificiale in vista di un’ottimizzazione costante di processi operativi e gestionali. In quest’ottica la Guardia di Finanza figura quale moderna e dinamica polizia economico-finanziaria a fortissima vocazione sociale, vicina ai cittadini e aperta a mostrare il suo lato umano più autentico, a tutela delle libertà economiche dell’individuo, sia come membro di una comunità, sia come operatore commerciale inserito nel mercato globale. Ricordo che solo nella legalità è possibile lo sviluppo della comunità e la piena espressione delle tante eccellenze che il sistema produttivo fermano può esprimere».

La ricorrenza offre l’occasione per porre in risalto le attività più significative che hanno caratterizzato il 2023 e i primi mesi del 2024 per la Guardia di Finanza di Fermo. Con riguardo alla lotta all’evasione e alle frodi fiscali, quali sono gli illeciti più frequenti che sono stati rilevati?

«L’azione della Guardia di Finanza è orientata a contrastare le frodi fiscali in tutte le loro declinazioni, con particolare riferimento ai circuiti fraudolenti volti all’evasione dell’Iva, alle indebite compensazioni e agli altri illeciti connessi alla circolazione dei crediti d’imposta fasulli, ai fenomeni interpositori inerenti alle illecite somministrazioni di manodopera e ai distacchi di personale fittizi, talvolta associati a forme di “caporalato”. Tra i risultati conseguiti nello specifico comparto spicca l’individuazione di 33 evasori totali, soggetti completamente sconosciuti al fisco, e la denuncia per reati fiscali di 45 soggetti, a fronte della quale sono state inoltrate all’Autorità Giudiziaria proposte di sequestro, anche per equivalente, per un valore di circa € 9.800.000. Tra le operazioni più rilevanti è da annoverare una complessa attività diretta dalla Procura Europea (Eppo – European Public Prosecutor’s Office) – Ufficio di Bologna, che ha consentito di portare alla luce una truffa aggravata ai danni dello Stato e dell’Unione Europea, perpetrata al fine di conseguire un contributo a fondo perduto nell’ambito del “Programma Operativo Regionale (Por) Marche Fesr”, attuata attraverso il reato di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. L’operazione si è conclusa con la segnalazione all’autorità giudiziaria di nove soggetti in relazione ai reati di truffa ai danni dello Stato per indebita percezione di un contributo a fondo perduto per 340.000 euro, emissione ed utilizzo di Foi per un imponibile di oltre 3.800.000 euro e malversazione ai danni dello Stato per oltre 70.000 euro. L’operazione, che ha avuto anche una proiezione internazionale, ha consentito di sottoporre a sequestro valori per oltre 605.000 euro. Altra complessa indagine è stata svolta dal Gruppo di Fermo, delegato dalla locale Procura della Repubblica, che ha consentito di deferire all’autorità giudiziaria, tra gli altri, tre soggetti di nazionalità cinese, riconducibili a due ditte individuali operanti nell’ambito del distretto calzaturiero, per aver stipulato contratti di lavoro totalmente fittizi nei confronti di cittadini cinesi, ai fini dell’ottenimento illegale del rinnovo del permesso di soggiorno. Deferiti all’autorità giudiziaria anche i due titolari delle ditte e l’amministratore di fatto delle stesse che, in concorso tra loro, si sono resi a vario titolo responsabili di più reati previsti e puniti dal Testo Unico sull’Immigrazione. Da ulteriori approfondite investigazioni sono scaturite denunce anche per truffa aggravata ai danni dello Stato (art. 640-bis del codice penale), per aver ottenuto illecitamente erogazioni pubbliche (contributi Cig), arrecando un danno economico allo Stato. Mi preme ricordare anche i 49 interventi svolti dai nostri finanzieri a contrasto delle diverse forme di illegalità che colpiscono i distretti industriali fermani, fiore all’occhiello dell’attività produttiva provinciale, mettendone in pericolo la stabilità ed il sano sviluppo; mi riferisco ai fenomeni incresciosi dell’evasione fiscale e contributiva, dell’indebita percezione di denaro pubblico, dell’irregolare fruizione di indennità e agevolazioni, della contraffazione e delle altre violazioni in materia di sicurezza dei prodotti e del Made in ItalyL’evasione fiscale costituisce un ostacolo allo sviluppo economico, distorce la concorrenza e l’allocazione delle risorse, mina il rapporto di fiducia tra cittadini e Stato e penalizza l’equità, sottraendo spazi di intervento a favore delle fasce più deboli. Pertanto diviene indispensabile potenziare l’azione “chirurgica” nei confronti degli evasori totali, dei frodatori e, in generale, dei contribuenti connotati da un elevato indice di pericolosità tributaria, individuati anche attraverso progetti e analisi di rischio elaborati dai Nuclei Speciali del Corpo».

Comandante, per quanto riguarda invece il comparto della spesa pubblica, con particolare riferimento al contesto fermano, potrebbe indicarci quali potranno essere le linee d’azione del Corpo e illustrarci le operazioni più significative finora condotte?

«La Guardia di Finanza affianca le amministrazioni centrali e gli enti locali nell’adozione di una strategia antifrode finalizzata a contrastare gli illeciti e gli sprechi, rafforzando le attività di controllo amministrativo e partecipando alla rete dei “referenti antifrode”. Il Corpo esplica tale mandato esaltando l’unicità della propria azione di polizia economico-finanziaria sul duplice aspetto della prevenzione e della repressione. A seguito dell’attività delegata “Eppo” di cui ho parlato prima, il Reparto ha inoltrato alla Corte dei Conti una segnalazione nei confronti del rappresentante legale e dell’amministratore di fatto della società coinvolta nell’indagine, quali presunti responsabili di un danno erariale di 340mila euro, oltre ad aver scongiurato l’indebita erogazione del restante importo illecitamente richiesto, pari a 525.000 euro, che sarebbe stato concesso su un ulteriore investimento simulato (2.100.000 di euro). Nell’ambito di un piano d’intervento messo a punto, in maniera mirata e selettiva, dal Comando provinciale della Guardia di Finanza di Fermo nei confronti di soggetti connotati da concreti ed elevati indici di rischio, le Fiamme Gialle, tra il 2023 e i primi mesi del 2024, hanno portato alla luce l’utilizzo di crediti d’imposta inesistenti o non spettanti, finanziati anche dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per circa 17,2 milioni di euro. Le attività condotte hanno inoltre consentito di contestare un importo indebitamente percepito, per oltre 248 mila euro, con riguardo a contributi a fondo perduto (ex art. 25 D.L. 34/2020) e finanziamenti garantiti dallo Stato (ex art. 13 D.L. 23/20), derivanti anche dalle misure introdotte nell’ambito delle politiche di sostegno e di sviluppo del tessuto economico, a seguito della recessione dovuta alla pandemia da Covid-19.  I controlli effettuati complessivamente dal Corpo hanno interessato 181 soggetti, molti dei quali operanti nel distretto calzaturiero, permettendo di accertare circa 2 milioni di contributi indebitamente percepiti, tra risorse unionali e finanziamenti nazionali. Ricordiamo che il Comando provinciale ha siglato dei protocolli d’intesa con la Provincia ed il Comune di Fermo, per presidiare il corretto impiego delle risorse provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e per garantire la necessaria “tempestività”, agevolando gli interventi prima che le risorse siano indebitamente erogate. Frequenti sono i contatti con le associazioni di categoria operanti nella Provincia al fine di dar vita, rafforzando il dialogo e lo spirito di collaborazione,  a un confronto su diverse tematiche d’interesse, tra le quali in primis, l’utilizzo dei fondi del Pnrr e i correlati rischi di infiltrazioni da parte della criminalità, nonché la sussistenza di altre situazioni di illegalità, che rischiano di minare la ripresa e il rilancio economico del territorio, a discapito della leale concorrenza. Salvaguardare la spesa pubblica vuol dire assicurare che le imposte versate dai cittadini vengano correttamente impiegate, traducendosi in servizi per la collettività. Il corretto impiego dei fondi pubblici aiuta la crescita produttiva e occupazionale, evitando lo sperpero e l’illecita apprensione di risorse che non fanno altro che frenare lo sviluppo del Paese».

Comandante, come si articola il controllo capillare della Guardia di Finanza sul territorio a presidio dell’ordine e della sicurezza pubblica e nel settore del contrasto alle sostanze stupefacenti?  

«La Guardia di Finanza, oltre naturalmente ai compiti tipici di una moderna forza di polizia economico-finanziaria, contribuisce al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica, in concorso con le altre Forze di Polizia, garantendo l’apporto di personale e mezzi specializzati, idonei a far fronte alle criticità rappresentate in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, compresa la sicurezza in mare, essendo la Guardia di Finanza l’unica Forza di Polizia nazionale deputata ad operare in ambiente marino. I militari, coadiuvati dalle nostre componenti speciali quali, a titolo esemplificativo, i sommozzatori in forza alle Stazioni navali, le unità cinofile del Soccorso Alpino addestrate per la ricerca di persone scomparse, le unità cinofile antidroga costantemente presenti su questo territorio, oltre ad operare in contesti emergenziali, svolgono attività di controllo economico del territorio, contrasto ai traffici illeciti, polizia ambientale, di ordine e sicurezza pubblica in occasione di grandi eventi, esibizioni sportive, culturali e manifestazioni. Nel periodo estivo si intensifica la nostra presenza su tutto il territorio della provincia, in particolare lungo il litorale e nei principali luoghi di aggregazione, con l’impiego di numerose pattuglie e delle unità cinofile del Gruppo di Fermo. Prosegue inoltre incessantemente lo sforzo profuso a contrasto del traffico e della commercializzazione di sostanze stupefacenti a salvaguardia della salute dei cittadini e della tutela dell’economia legale. Nel comparto delle sostanze stupefacenti ricordo, in particolare, una complessa indagine eseguita dal Nucleo Pef di Fermo nei confronti di un sodalizio criminale, composto da cittadini albanesi e dedito, tra l’altro, allo spaccio di sostanze stupefacenti nel Fermano. Nello specifico, l’operazione ha consentito di trarre in arresto 3 soggetti di origine albanese in flagranza di reato e di recuperare, sottoponendoli a sequestro, ingenti quantitativi di sostanza stupefacente di varia tipologia: 6,7 kg di marijuana, circa 6 kg di hashish, circa 2 kg di cocaina ed oltre 2 kg di eroina, impedendo così l’illegale commercializzazione nel mercato marchigiano e nelle regioni limitrofe. All’atto dell’esecuzione della misura cautelare in carcere nei confronti di un soggetto albanese, delineatosi quale vertice dell’organizzazione, grazie anche all’ausilio dei “Cash-Dog” in forza al Corpo, sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro 52.730 euro in contanti, considerati quali provento dell’attività di spaccio.  Il Pubblico Ministero, valutato il solido quadro accusatorio elaborato a seguito degli elementi raccolti dagli operanti e ravvisando le violazioni in materia di riciclaggio e auto-riciclaggio, ha poi richiesto per 15 degli indagati il rinvio a giudizio, considerando che i tre soggetti arrestati in flagranza hanno già patteggiato con pene dai 3 ai 4 anni di reclusione. A seguito di richiesta di misura patrimoniale ablativa da parte dell’autorità giudiziaria, il giudice ha emesso apposito provvedimento di sequestro preventivo di circa 48.000 euro in denaro e titoli detenuti presso gli istituti di credito dalla madre di uno dei principali indagati: l’anziana donna albanese non aveva però fonti di reddito tali da giustificare le somme di denaro detenute, pertanto le stesse potrebbero ragionevolmente rappresentare il provento dello spaccio dell’attività illecita. Prevenzione, trasversalità e capillarità sono le caratteristiche che connotano le linee di azione del Corpo nella Provincia di Fermo, al fine di conseguire con una costante presenza e un’adeguata attività di controllo, un effetto deterrente rispetto a condotte illecite che possano inquinare l’economia legale, anche per fornire risposta alle istanze di giustizia da parte delle tante, tantissime persone oneste, imprenditori, professionisti lavoratori e cittadini comuni che sono i  primi a essere penalizzati dai fenomeni illeciti e che ripongono la loro fiducia nelle istituzioni».

 


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