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Lavoro, il mismatch tra domanda e offerta brucia milioni di euro:  «Un danno per la competitività delle nostre imprese»

REPORT di Confartigianato Macerata Fermo Ascoli. Nel Fermano incidenza superiore alla media nazionale. Le aziende si sono trovare a  diverse pratiche per attrarre giovani talenti e trattenere i lavoratori con più elevate skills ed esperienze

(Foto d’archivio)

 

Se a livello nazionale la domanda di lavoro sta recuperando il terreno perso nel periodo Covid, continua a crescere la difficoltà di reperimento del personale, a cui le piccole imprese stanno reagendo con misure diversificate per attrarre giovani talenti e trattenere i lavoratori con più elevate skills ed esperienze.

Secondo il report dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, tra il 2021 e il 2023 gli occupati in Italia sono infatti saliti di un milione e 26mila unità (+4,5%), con una crescita che non ha precedenti nella serie storica che inizia dal 1977. Al contempo, però, si intensifica il mismatch tra domanda ed offerta di lavoro, soprattutto se qualificato, con evidenti danni economici per il tessuto produttivo.

Nelle Marche notiamo infatti che sono state 68.290 le risorse difficili da reperire nel 2023, cioè il 48,6% del totale: siamo sopra la media nazionale.

Il costo del mismatch connesso a lunghi tempi di ricerca dei lavoratori per le micro e piccole imprese italiane è di 13,2 miliardi di euro, pari allo 0,81% del valore aggiunto. Andando a livello provinciale, si evidenzia che tale incidenza è più elevata della media nazionale nelle tre province di riferimento.
• Ascoli Piceno: 0,85% del valore aggiunto provinciale e 42 milioni di euro di valore aggiunto prodotto in meno a causa di ricerche durate oltre 6 mesi;
• Fermo: 0,88% del valore aggiunto e 33 milioni di valore prodotto in meno;
• Macerata: 0,85% del valore aggiunto e 66 milioni di euro di valore prodotto in meno.

Sull’aumento dell’occupazione potrebbe contribuire l’orientamento delle imprese che, a fronte della difficoltà di reperire manodopera, potrebbero aver trattenuto i lavoratori anche in misura superiore al fabbisogno.

Andando a fare una classificazione sulle pratiche maggiormente adottate dalle imprese (con dieci addetti o più) per trattenere e/o attrarre le persone, notiamo:
• Ascoli Piceno, il 57,9% adotta almeno una pratica e tra le tre più attivate: il 29,9% punta sulla possibilità di incremento salariale; il 22,9% sulla flessibilità negli orari; il 16,7% su gradi crescenti di autonomia sul lavoro in relazione a specifiche competenze o mansioni;
Fermo, il 53% adotta almeno una pratica e tra le tre più attivate: il 27,1% punta sulla possibilità di incremento salariale; il 22,4% su flessibilità negli orari; il 16,2% su gradi crescenti di autonomia sul lavoro in relazione a specifiche competenze o mansioni;
• Macerata, il 67% adotta almeno una pratica e tra le tre più attivate: il 33,9% punta sulla possibilità di incremento salariale; il 27,1% su flessibilità negli orari; il 20,6% su gradi crescenti di autonomia sul lavoro in relazione a specifiche competenze o mansioni;
• Nelle Marche il 62,6% delle aziende adotta almeno una pratica.

Enzo Mengoni

Il commento di Enzo Mengoni, presidente territoriale Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo: «Come abbiamo con rammarico sottolineato più volte, è sempre difficile per le nostre imprese trovare personale qualificato in molti settori e, nonostante la crescita generale dell’occupazione, il mismatch nel reperimento di alcune professioni ha dei costi non indifferenti per tutto il sistema.

Questo fattore incide indubbiamente in maniera negativa sulla competitività delle nostre aziende, bloccando la spinta degli investimenti.

Anche per questo motivo notiamo come gli imprenditori si stiano orientando nel trattenere le risorse strategiche, adottando più pratiche che sicuramente migliorano la qualità del lavoro stesso dei dipendenti. Ma è chiaro che ciò da solo è insufficiente.

Come abbiamo recentemente riportato, l’occupazione under 35 è in crescita nel rapporto 2023/pre-covid nell’Ascolano (+1,8%) e Maceratese (+0,8%), meno nel Fermano (-6,7% ma in lieve ripresa paragonato al 2022, con un -1,3%).

Quello che dobbiamo più in generale potenziare è la formazione per diminuire il divario che si crea nel marcato del lavoro tra domanda e offerta. In tale direzione abbiamo un nuovo progetto che presenteremo in questi giorni».


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