«Purtroppo il mal di schiena colpisce talmente tanto e tutti che, anche chi non è specializzato, se ne deve fare un’opinione. Si tratta di un problema estremamente diffuso», così la dottoressa Elena Serchi, intervistata ai microfoni di Radio Fm1, ha introdotto il tema del giorno della rubrica “Salute e Benessere”. Toscana, di origini marchigiane, la specialista, oggi neurochirurga dell’ospedale Bellaria di Bologna, ha da poco avviato una collaborazione con l’istituto medico Palmatea, a Fermo, in contrada Marina Palmense, 97.
«Anche se si tratta di un disturbo grave ed estremamente diffuso – i dettagli forniti dalla specialista – sono pochi i casi in cui è chiamata ad intervenire la figura del neurochirurgo. Noi, per prima cosa, consigliamo sempre di andare dai bravissimi fisiatri che ci sono nella zona, perché sanno già guidare il paziente nelle condizioni più banali, risolvendo problemi di blocco e sedentarietà. Tantissime persone poi non hanno bisogno di noi. Quando la situazione peggiora o ci sono problemi strani, come formicolii che non c’erano mai stati o dolori non gestibili con soli antidolorifici, si deve intervenire facendo un esame diagnostico. Solo dopo questo step si capiscono sintomi, anatomia del paziente e cause del disturbo. Anche in questi casi, tuttavia, cerchiamo di essere attenti e conservativi, riservando interventi chirurgici solo a persone che ne hanno stretta necessità. In definitiva, possiamo dire genericamente che il dolore alla schiena deve veramente preoccupare quando coinvolge anche gambe e braccia, perché c’è parte nervosa che viene maggiormente coinvolta».
E per quanto riguarda le cause, come spiegato dalla dottoressa Serchi nel suo intervento, queste sono molteplici ed è difficile offrire un quadro che sia in grado di trascendere completamente i casi specifici. Tuttavia, guardando attentamente all’anatomia e alla struttura della colonna, «spesso si individua una degenerazione di quel cuscinetto che si trova tra le vertebre e che, lavorando male e schiacciandosi, produce versamento di liquido, ernie e una serie di eventi a cascata che cambiano la forma delle unità spinali. A seguito di ciò si manifestano dolori, più o meno gravi, e altri problemi». «Tuttavia – ha aggiunto Serchi – dal neurochirurgo su va quando l’invalidità legata al dolore, o ad altri sintomi riguardanti la perdita di forza in gambe e braccia, è tale da far dire al paziente “così non riesco più ad andare avanti”. I nostri interventi in alcuni casi sono delicati e vanno considerati i benefici caso per caso a seconda del quadro clinico specifico».
La dottoressa Serchi sarà presente circa una volta al mese all’istituto medico Palmatea e offrirà solo visite cliniche. La visita è, essenzialmente, un confronto sui disturbi avvertiti dalla persona e a seguito di essa, incrociando le informazioni ottenute con la risonanza e una valutazione del funzionamento della parte neurologica, si riesce a formulare una diagnosi. Come da lei ribadito, invece, per la parte chirurgica la dottoressa Serchi sarà in grado di appoggiarsi all’ospedale Bellaria di Bologna, come sistema sanitario nazionale. In quella sede il paziente potrà essere seguito da una équipe di medici che conosce tutte le tecniche di operazioni esistenti, da quelle meno invasive a quelle che prevedono il posizionamento di impianti.
L’istituto medico Palmatea è a Fermo, in contrada Marina Palmense, 97. Per info e prenotazioni consultare il sito Palmatea.it
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