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Non solo storia, la funzione sociale e turistica della Cavalcata: alla riscoperta della tradizione del cappello

FERMO - Il secondo convegno organizzato dalla Cavalcata dell’Assunta si è tenuto l’11 luglio all’Oratorio di San Domenico di Fermo. Il titolo scelto per questo incontro è “In testa alla Cavalcata” e assume un duplice significato: il primo rimanda allo studio storico del cappello, il secondo invece è un invito a ricordare l’importanza della Cavalcata non solo a livello storico ma anche sociale.

Il secondo convegno organizzato dalla Cavalcata dell’Assunta si è tenuto l’11 luglio all’Oratorio di San Domenico di Fermo. Il titolo scelto per questo incontro è “In testa alla Cavalcata” e assume un duplice significato: il primo rimanda allo studio storico del cappello, il secondo invece è un invito a ricordare l’importanza della Cavalcata non solo a livello storico ma anche sociale.

«L’analisi della storia del cappello – fanno sapere proprio dall’ufficio stampa della Cavalcata – parte da alcuni affreschi conservati nella Cappella Farfense di Montegiorgio e che rappresentano alcuni eventi religiosi. Su questi dipinti è possibile osservare dei cappelli realizzati con intrecci di tessuti vegetali, di paglia e similari. Grazie al prezioso contributo della professoressa Maria Isabella Di Chiara che, col benestare del Comune di Montegiorgio, è stato possibile osservare alcune foto degli affreschi della Cappella che ora non sono più visibili a causa del sisma del 2016. Questi reperti rappresentano quindi un’importante testimonianza per uno dei settori d’eccellenza del nostro territorio, quello del cappello. Come ha spiegato Paolo Marzialetti, Presidente Nazionale Settore Cappello, il distretto fermano del cappello – che si sviluppa tra le province di Fermo e Macerata – copre il 70% del fabbisogno italiano. Ma gli affreschi montegiorgesi, che risalgono al periodo storico intorno al 1436, costituiscono un vero e proprio documento iconografico fondamentale non solo per ricostruire la storia del cappello, ma anche per studiare gli abiti che vengono poi “rievocati” dalla Cavalcata dell’Assunta».

 

Per quanto riguarda il secondo significato del titolo del convegno, il professor Massimo Temperini, consulente storico dell’Ente Cavalcata, ricorda i principi fondanti della Cavalcata dell’Assunta che “in capo” a tutto deve avere l’unicità. «La Cavalcata dell’Assunta è una manifestazione unica ed è patrimonio di tutti – spiega il professore – Non è solo gioco e folklore, ma è la celebrazione di un momento costituzionale del Fermano». L’invito di Temperini è quello di ricordare che la storia della Cavalcata è impressa nella “costituzione” dello stato fermano, ovvero gli statuti comunali, e garantisce un forte legame religioso, politico, amministrativo, economico e artistico in tutto il Fermano. La manifestazione, quindi, dovrebbe uscire dalle mura di Fermo e coinvolgere il territorio, proprio come avveniva originariamente: gli altri paesi, ovvero gli antichi castelli, venivano in città e si riunivano in occasione della festa dell’Assunta. Per questo motivo, già dalla precedente edizione, in occasione dell’arrivo del Palio sono stati coinvolti i “castelli” di Moregnano (Petritoli) e Francavilla, oltre a Monterubbiano.

Il professor Temperini ci ha tenuto a sottolineare che «la Cavalcata dell’Assunta è una rievocazione storica di serie A», non inferiore ad altre rievocazioni ben più note e pubblicizzate, perché dotata di una continuità storica, testimoniata anche dai numeri civici nelle case del centro storico, come già discusso nell’ultimo convegno insieme all’Ingegnere Filippo Andrenacci.

«Lo spunto che ha offerto il convegno è quello di una riscoperta di alcuni mestieri del nostro territorio che hanno una filiera di rilevanza nazionale, come la produzione del cappello – osserva il vicepresidente Roberto Montelpare La Cavalcata, quindi, oltre alla funzione sociale e turistica, può avere un risvolto anche nella riscoperta di alcune tradizioni antiche della manifattura locale».

 

Le parole del vicepresidente Andrea Monteriù: «La Cavalcata dell’Assunta è patrimonio culturale immateriale riconosciuto in quanto capace di unire storia e tradizione in una rievocazione unica. La nostra missione è di preservare e valorizzare la storia e le tradizioni locali, come evidenziato nel convegno, dove abbiamo esplorato la storia del cappello e il suo significato nel nostro contesto storico. Il cappello di paglia, un accessorio apparentemente semplice, ha una lunga e affascinante storia intrecciata con l’evoluzione della società tantoché, nel corso del tempo, ha assunto ruoli significativi sia dal punto di vista pratico che culturale, diventando di fatto un immancabile accessorio indossato da diversi figuranti, popolani e pescatori per citarne alcuni, che rievocano il Magnifico Corteo Processionale della Cavalcata dell’Assunta e che sarà possibile ammirare i prossimi 14 e 15 agosto».

 


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