di Giorgio Fedeli (foto Simone Corazza)
«Quale futuro per quello “scheletro” a Capodarco?». Se lo stanno chiedendo, ormai, in tanti tra i residenti del quartiere fermano. E il riferimento è all’immobile, in stallo da anni, in via dell’Agricoltura. Una costruzione rimasta al palo, a pochi centimetri da un traliccio dell’alta corrente che, con ogni probabilità, ha spinto i primi proprietari a stopparne l’ultimazione. E ora quell’immobile rischia di restare un’incompiuta, certo non un bello spettacolo in termini di decoro urbano, in una zona particolare proprio per il panorama che offre. Ma così è, e all’orizzonte non sembrano proprio esserci luci alla fine del tunnel. «E il Comune che fa?» l’altra domanda, a cascata, di alcuni residenti in zona.
Beh non ci sono buone notizie per loro: il Comune può ben poco. Dunque tutto è in mano all’attuale proprietà che potrebbe lasciare tutto com’è. «L’ente comunale – conferma l’assessore all’urbanistica Maria Antonietta Di Felice – non può nulla per sbloccare la situazione». Insomma una licenza a costruire c’è, o meglio c’era. E, dopo anni, è verosimile credere che sia scaduta. Dunque il Comune potrebbe impugnarla e spronare i privati a mettersi in moto, verrebbe da pensare. No. «Quando un permesso a costruire scade, scade. A quel punto il privato può presentare una nuova richiesta – aggiunge l’assessore – ma a me non ne risultano. Insomma, una volta scaduto, il titolo va rinnovato. Ma in questo caso non abbiamo domande al riguardo. Se si tratta di ultimare delle finiture può bastare anche una “Scia”. Ma di certo il Comune non ha discrezione o facoltà per emettere alcun atto impositivo nei confronti di un privato. Può invece far garantire lo stato in sicurezza dei luoghi, come con ordinanze contingibili e urgenti».
Dunque i residenti possono anche rassegnarsi: quell’immobile resterà nelle condizioni in cui versa oggi fino a quando non si sa, a meno che i proprietari non decidano di fare richiesta per riprendere i lavori e ultimarli.
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