di Elia Frollà
“Et palio est”: come si dice in questi casi a Fermo, quando, come in questo periodo, la Cavalcata dell’Assunta è ormai alle porte e il comune si colora di un’aria tutta diversa. La rievocazione storica, fra le più importanti di tutto il territorio regionale e nazionale, ormai giunta alla sua quarantatreesima edizione, comincerà proprio domenica 28 luglio e si concluderà il 15 agosto, con la storica corsa al palio. Questa mattina, nella Sala del Consiglio Comunale, è stato annunciato, con una ricca conferenza stampa, il programma di quest’anno.
Primi a intervenire sono stati il vicesindaco della città, Mauro Torresi, in assenza del primo cittadino che non ha comunque mancato di far sentire il proprio sostegno da remoto, e il Prefetto di Fermo, Edoardo D’Alascio. I due, nei rispettivi interventi, hanno ricordato uno scambio di battute che li ha visti protagonisti in cui D’Alascio chiedeva cosa significasse per Fermo la Cavalcata. «Significa moltissimo – ha affermato lo stesso Torresi ricordando l’episodio – è un evento centrale per tutta la comunità, un appuntamento irrinunciabile e un momento importante di aggregazione della cittadinanza». «Mi rendo conto di quanto questa rievocazione sia importante per Fermo – ha proseguito D’Alascio – e dopo aver conosciuto i priori, posso dire di cogliere la diversità dei loro punti di vista, la loro rivalità ma anche l’unione di intenti che essi mettono per prestare ascolto e dare voce a coloro che vivono nelle rispettive contrade».
Come rappresentanti della Regione Marche, hanno partecipato i consiglieri regionali Jessica Marcozzi e Marco Marinangeli. Entrambi hanno, con grande entusiasmo, espresso il sostegno di tutta la regione alla rievocazione. «La Cavalcata dell’Assunta racchiude le nostre radici, ci parla della nostra cultura ed è un’eccellenza di tutto il nostro territorio», ha affermato Marcozzi. «Questa manifestazione – ha aggiunto Marinangeli – è un momento di vera aggregazione, poiché tutti contribuiscono con la propria passione e il proprio senso di appartenenza alla città. Si tratta, in una regione troppo frettolosamente definita di “campanili”, di un “campanile” giusto e sano, perché alla fine del gioco ci si ritrova a gioire per una città e, in modo più esteso, per una regione».
Poi, sono intervenuti i vicepresidenti della Cavalcata. Andrea Monteriù, mostrando grande passione, ha sottolineato il lato storico dell’evento. «Si tratta – ha affermato – di una delle rievocazioni più significative del territorio nazionale, di una tradizione che è rinata in veste moderna, pur conservando tutto il fascino e lo splendore antico. È un viaggio che ci permette di riscoprire la storia e i valori che hanno plasmato la nostra comunità». Infatti, come aggiunto da Roberto Montelpare, «la rievocazione, i cui partecipanti sono tutti volontari, non dobbiamo dimenticare di sottolinearlo, ha un importante valore sociale. Il programma che proponiamo è frutto di un lavoro che va avanti da anni e che, all’insegna del valore dell’aggregazione, ci ha portato a connessioni con delegazioni del territorio che provengono da fuori Fermo».
Poi il microfono è toccato al regista della Cavalcata, Adolfo Leoni, che ha sviscerato il programma nel dettaglio. Si parte, dunque, il 28 luglio con l’arrivo del Palio, consegnato come da tradizione da una delegazione di Monterubbiano e, passando per le serate in cui saranno assegnati i trofei del “Gallo d’oro” e “Bandiere al vento”, per la serata delle Hostarie, del tiro per l’astore e del tiro al canapo, la consegna della giubba e la presentazione dei fantini, si concluderà il 15 agosto con la corsa vera e propria. Inoltre, come sottolineato dallo stesso Leoni, il 28 luglio Piazza del Popolo ospiterà uno spettacolo che, organizzato dalla compagnia teatrale ‘Ho un’idea’, sotto la guida artistica di Gabriele Claretti e in collaborazione con l’associazione ‘Orme del tempo’, rappresenterà la storia di Francesco Sforza, delle sue gesta, della fondazione da parte sua, proprio a Fermo, della prima signoria delle Marche e della sua accoglienza a Bianca Maria Visconti, sua sposa. «La dimensione storica della Cavalcata – ha aggiunto Leoni – è importantissima: dà una risposta forte a quella “povertà educativa” di cui parla il professor Chelli nei suoi studi, quella povertà che crea grossi problemi alla gioventù. La nostra rievocazione, in questi termini, risponde in modo forte perché tanto più raccontiamo la nostra storia, tanto più lo facciamo con passione, tanto più saremo veri e duraturi».
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