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L’incredibile storia di Andrea Caschetto raccontata nell’incontro di “Mamma esco a fare due passi”

FERMO - Ieri, venerdì 19 luglio, l'incontro a piazza Belvedere a Torre di Palme. Questa mattina la visita alla comunità La casa di mattoni a Capparuccia

Una storia da lasciare a bocca aperta. E’ quella raccontata da Andrea Caschetto, attivista e scrittore, durante l’incontro organizzato da “Mamma esco a fare due passi social radio”. Ieri, venerdì 19 luglio, a piazza Belvedere a Torre di Palme, Andrea ha raccontato i momenti più intensi della sua vita: la sua malattia, la voglia di riscatto, l’amore verso il prossimo, le sue avventure in giro per il mondo e tanto altro. A presentare l’incontro Giuseppe Iadonato di “Mamma esco a fare due passi”. Ma chi è Andrea Caschetto? «Oggi mi definiscono ambasciatore del sorriso, un nickname che porto con orgoglio. L’altro è memoria zero. Mi piace girare il mondo e fare attività con bambini negli orfanotrofi. Vado anche negli ospedali perchè adoro portare un sorriso ai bambini malati terminali. In quel contesto lavoro molto con i genitori per dare un senso del dopo. Il modo che hanno i bambini di combattere la malattia è qualcosa di cui tutti dovremmo prendere esempio».
Andrea ha parlato anche del suo difficile passato: «Ero un ragazzo che sognava di combattere la mafia facendo il magistrato. A 15 anni ho avuto un tumore che mi ha cambiato la vita. Sono stato operato alla testa. Poi ho avuto problemi di memoria e quindi ho dovuto abbandonare il mio sogno. Dopo la malattia ho perso anche un anno scolastico. I professori dicevano che mi avevano bocciato per il mio bene e non credevano ai problemi di memoria causati dalla malattia. È stato veramente frustrante». E non solo. Andrea ha vissuto anche altri momenti bui ma è riuscito sempre ad aggrapparsi ad una speranza: «Dopo la malattia sono simile alle persone malate di Alzheimer. Ricordo benissimo tutto ciò che è accaduto prima dell’operazione alla testa ma ho difficoltà con la memoria a breve termine. Ho sofferto tanto per l’assenza di mio padre perchè mi ha abbandonato molto presto. Nonostante ciò, ho imparato a non vedere punti di debolezza nelle persone che mancano ma i punti di forza in quelle presenti, come mia mamma. È una grande donna, mi sostiene in tutto».

Nonostante tutto, con la sua tenacia Andrea è riuscito a laurearsi e parla più lingue. È diventato un volto noto grazie a un suo video diventato virale sui social. Lo ha pubblicato meno di 10 anni fa. «Si chiamava il minuto del sorriso – racconta -. Ha ottenuto oltre 10 milioni di visualizzazioni. E’ stato realizzato con centinaia di bambini nigeriani. Di fatto era un gioco e con questa registrazione volevo diffondere un messaggio di gioia attraverso i loro occhi”. Poi il capitolo dedicato ai suoi viaggi: «Da fine novembre a fine maggio sono stato in giro per l’Asia. Ho amato moltissimo il Pakistan. Ha una popolazione incredibile. Ho ricevuto un’accoglienza super positiva. Non credete solo alla tv, togliamo via i pregiudizi e conosciamo le culture». A proposito di cultura rapportata al rispetto della diversità, Andrea ha parlato anche del rapporto con gli altri durante la sua malattia: «Gli amici non mi invitavano più perché non viene insegnato ad includere la diversità. Quando ero su una sedia a rotelle venivo visto come uno sfigato. Le persone del palazzo si giravano dall’altra parte. Capisco che la colpa non è loro ma della società che non ci educa a confrontarci con chi è diverso».

Infine il capitolo dedicato alle sue missioni in giro per il mondo. «Quella che più mi ha toccato è stata nel 2009 in Sudafrica – racconta Andrea – giocando con i bambini in un orfanotrofio. Quando sono tornato in Italia, mi ricordavo tutto nonostante i problemi di memoria. Le emozioni forti passano dalla memoria a breve termine a lungo termine. Allora ho iniziato a fare viaggi umanitari in giro per il mondo. Certo, ci sono stati anche momenti difficili, come essere scampato da un tentato omicidio. Ciò però non mi ha fermato”. C’è anche l’esperienza nel carcere minorile Malaspina di Palermo: «Gli educatori mi dicevano che i carcerati avevano una concentrazione molto bassa. Invece ho parlato per un’ora e mezza, partendo dagli argomenti che più interessavano loro. Ho ricevuto tanto amore da ragazzi che avevano bisogno di un’altra opportunità». Quale sarà la prossima missione? “E’ prevista a settembre, sarà finanziata dagli sponsor e verrà scelta dalle persone che mi seguono sui social». Per arricchire l’evento, all’esterno di piazza Belvedere è stata allestita una mostra fotografica di Marco Raccichini. Gli appuntamenti di Andrea sono proseguiti anche oggi, sabato 20 luglio. Infatti questa mattina ha incontrato i ragazzi della comunità La Casa di Mattoni a Capparuccia a Fermo.


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