di Serena Murri
Duomo gremito, oggi pomeriggio, per l’ultimo saluto a Leonardo Belladonna, il 17enne fermano che ha perso la vita il 16 luglio scorso dopo tre giorni di ricovero, in condizioni gravissime, al Torrette di Ancona. I genitori del giovane, provati e commossi, durante il funerale, hanno ricordato il figlio. Il padre, con la voce rotta dal dolore ha ricordato l’umiltà di Leonardo e il suo sorriso. La mamma si è rivolta direttamente al suo angelo: «Ci hai insegnato tante cose ma hai dimenticato d’insegnarci come andare avanti senza di te. Dovrai insegnarcelo da lassù. Ci vediamo presto».
Dalla prima all’ultima fila, il Duomo era pieno di gente. Tantissimi ragazzi, coetanei, amici di Belladonna, studenti come lui. C’erano anche tanti genitori, padri e madri, venuti per un abbraccio o una parola di conforto ai genitori di Leonardo. Tanti i fermani arrivati per rivolgere l’ultima preghiera, l’ultimo saluto al 17enne, scomparso prematuramente dopo un incidente in piscina con conseguenze tali che per lui non c’è stato più niente da fare. Tra i presenti anche il sindaco, Paolo Calcinaro, l’assessore Alberto Scarfini, il consigliere comunale Luigi Rocchi e tanti esponenti delle associazioni locali.
Ad officiare la cerimonia religiosa, don Michele Rogante che ha iniziato la funzione rivolto al Signore: «Oh Dio, con gli occhi pieni di lacrime ti affidiamo il nostro fratello Leonardo affinché possa godere della giovinezza eterna». Dopo le letture iniziali fatte dai ragazzi, don Michele Rogante, ha ricordato il ragazzo, durante l’omelia: «Non ci sono parole per questa perdita ma tanto affetto per Leonardo. Ho tentato di darmi delle risposte ma ho preferito rimanere in silenzio. Il Vangelo ci spinge oltre e ci dice: beati quelli che vivono in Cristo perché saranno consolati. Dio questo fa, ci aiuta ad avere fede nei momenti di prova e di difficoltà. Leonardo, spiritualmente è ancora con noi. Allarghiamo lo sguardo e apriamoci all’eternità. Se lo faremo, sarà facile sentirlo vicino a noi. Era un po’ timido e silenzioso, Leonardo. Sapeva fare la pizza ed era bravo in matematica. Sapeva aiutare chi aveva bisogno, rimanendo in silenzio. Chi muore non scompare, ma rimane vicino a noi. Possiamo abbracciare il suo spirito. Ci ha lasciato troppo presto ma ha lasciato tanto amore e affetto. Facciamo in modo che possa continuare a vivere attraverso tutto quello che abbiamo imparato dalla sua esistenza. Leonardo sta continuando a viaggiare ma in un’altra forma. Ora è in pace, tra le braccia del Padre».
A ricordarlo, gli amici che hanno parlato di un ragazzo «con un sorriso limpido e sincero, che trasmetteva gioia e serenità, sempre pronto a dare una mano, sempre presente. A scuola era bravissimo, riusciva con parole semplici a spiegare le cose più complicate. Sapeva condividere il suo sapere. Era educato e rispettoso degli altri. Sei stato e sarai un esempio da seguire, amico nostro». Ad unirsi alle parole di conforto, un docente dell’istituto Montani (presente anche la dirigente Stefania Scatasta) frequentato dal ragazzo: «Cari genitori, noi insegnanti abbiamo voluto esservi vicini. Leonardo era appassionato d’informatica, grato, intelligente, ha lasciato un segno indelebile. È stato un piacere averlo avuto in classe. Sarebbe stato un piacere accompagnarlo alla maturità. Aveva un sorriso timido, dolce, gli occhi brillanti. Ora grazie a lui, altre persone potranno vivere (riferendosi alla donazione degli organi del 17enne voluta dai familiari, ndr)». Fuori dal duomo, un ultimo saluto alla bara bianca decorata con rose celesti, come gli occhi di Leonardo. Poi, l’ultimo saluto accorato e l’ultimo bacio alla bara, da parte dei familiari e dei genitori, prima dell’ultimo viaggio di Leonardo.
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