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Porto, c’è la sentenza del Tar. Irricevibile il ricorso della Marina contro la revoca della concessione

PORTO SAN GIORGIO - Il Tar Marche ha dichiarato irricevibile il ricorso presentato dalla società Marina contro il provvedimento di revoca delle concessione demaniale disposta nel 2023 dal Comune di Porto San Giorgio a seguito dei mancati pagamenti dei canoni per circa 970 mila euro. Canoni che la società ha sempre contestato sostenendo che il loro ammontare fosse di molto inferiore rispetto a quanto chiesto dagli uffici.

Il porto turistico di Porto San Giorgio (foto Cristiano Ninonà)

di Sandro Renzi

Il Tar Marche ha dichiarato irricevibile il ricorso presentato dalla società Marina contro il provvedimento di revoca delle concessione demaniale disposta nel 2023 dal Comune di Porto San Giorgio a seguito dei mancati pagamenti dei canoni per circa 970 mila euro. Canoni che la società ha sempre contestato sostenendo che il loro ammontare fosse di molto inferiore rispetto a quanto chiesto dagli uffici di via Veneto. Tutto da rifare dunque?

La sentenza nel merito dei giudici amministrativi, dopo l”udienza dello scorso 17 luglio, ripercorre gli ultimi fatti di una vicenda ormai annosa mettendo peraltro in evidenza anche il fatto che alcuni provvedimenti emessi in passato dagli enti pubblici dovessero essere impugnati più tempestivamente nei termini di legge di fronte agli organi competenti. La sentenza si esprime anche rispetto ad un altro ricorso proposto dal Marina contro l’Agenzia delle entrate che aveva emesso una cartella di pagamento per l’anno 2022. A questo punto il Comune può, in forza del provvedimento pubblicato oggi, escutere la polizza fideiussoria solo per i 970 mila euro, ma non anche per le annualità 2023 e 2024 che il Tar lascia di fatto fuori dalla sua pronuncia che conferma, come detto, l’irricevibilità del ricorso non addentrandosi troppo nel merito della questione. Le spese legali sono state compensate. Il Comune potrà portare in esecuzione la sentenza dando seguito al provvedimento. Da parte sua la società Marina potrà valutare un eventuale ulteriore ricorso in appello al Consiglio di Stato richiedendo la sospensiva cautelare.

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