di Alessandro Luzi
Sul progetto della centrale biometano a San Marco alle Paludi, l’amministrazione fermana ha sempre chiesto tempo per verificare tutta la documentazione. Ma quanto? Perché ad oggi, a oltre due mesi dalla notizia dell’esistenza di un progetto per la costruzione di un impianto a San Marco, richiesta che, sia chiaro, la normativa rende assolutamente legittima da parte dei privati, non si conosce come la giunta stia operando. E soprattutto, non è chiaro se sia effettivamente contraria alla realizzazione della centrale. Nelle sue dichiarazioni pubbliche, il sindaco Paolo Calcinaro non ha lasciato dubbi. A partire dall’incontro con la cittadinanza al centro sociale San Marco, ha sempre manifestato il no categorico all’impianto in quell’area. A preoccupare però sono i tentennamenti sul piano pratico. Al momento non c’è traccia di azioni concrete da parte dell’amministrazione.
Eppure, a detta dello stesso Calcinaro, sulla documentazione presentata dalla Società richiedente sarebbero stati fatti degli approfondimenti. Secondo il Comitato contrario alla realizzazione dell’impianto, mancherebbero circa 25 documenti, tra cui quelli relativi alla sicurezza pubblica, le schede tecniche-illustrative della centrale e i certificati sugli scarichi nell’atmosfera e nel sottosuolo. Sul tavolo c’è anche un documento inviato dal dirigente comunale alla giunta e a tutto il consiglio comunale. Priorità soprattutto all’impatto ambientale e alla salute dei cittadini. Insomma, non è un dettaglio. La legislazione in materia è molto intricata e ha le maglie molto larghe ma la politica, e questo è il punto della riflessione, ha gli strumenti per intervenire. Un altro aspetto ancora da chiarire è proprio quello legato al fatto che alla politica locale sia sfuggito (?) un iter di tale portata. Un errore di comunicazione? Insomma, qualsiasi cosa sia successa, la politica fermana deve spiegare cosa è accaduto. Anche l’opposizione è chiamata all’appello in quanto sta soprattutto ai consiglieri di minoranza vigilare sull’operato della giunta.
Al netto dei gap, c’è ancora tempo per recuperare. Se l’amministrazione volesse, potrebbe spingere sull’acceleratore attraverso azioni politiche, qualunque sia la direzione presa (sia per il sì che per il no). Per esempio, a Lequio Tanaro un fronte comune tra politici locali, imprenditori e cittadini ha fatto desistere una ditta a costruire proprio una centrale a biometano. Dunque l’azione politica ha il suo effetto. Serve però mettersi all’opera con determinazione, o quantomeno pronunciarsi apertamente. Se l’amministrazione è orientata per il no, in primis il Comune potrebbe ricorrere al regime di autotutela. Il termine scade a distanza di 18 mesi dalla presentazione della pratica, quindi a settembre. Accanto a questo percorso, si potrebbe valutare l’opzione di portare il caso ai banchi del Tar. Invece dal Comune continuano a temporeggiare su una richiesta della ditta del tutto legittima, sostenuta da fondi europei. Quest’attesa, se è vero che mancano degli atti, e se dunque la proprietà volesse e potesse completare tutta la documentazione richiesta, potrebbe rendere lo stop dell’iter ancora più difficile. In questi due mesi Calcinaro ha sempre ribadito che la questione non è politica ma tecnica. Eppure a Lequio Tanaro l’amministrazione è intervenuta eccome, schierandosi accanto al fronte del “no”.
Intanto il Comitato sovracomunale chiede all’amministrazione delle mosse concrete per ostruire l’iter. Qualora il silenzio dovesse protrarsi, promettono di non rimanere con le mani in mano: «I cittadini ritengono gravissimo quello che è accaduto – tuonano dal Comitato -. Reclamano una programmazione e un controllo più sensati del territorio, nel rispetto delle sue caratteristiche e potenzialità. Vigileremo attentamente sugli sviluppi di questa paradossale vicenda, prendendo tutte le misure necessarie per la tutela della qualità della vita di migliaia di famiglie e operatori economici». Nel frattempo il Comitato continua a raccogliere adesioni ed entro agosto chiederà al Comune di Fermo una variante tombale per l’area agricola del basso Tenna. Chissà se almeno in questo caso ci sarà una presa di posizione precisa della giunta fermana.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati