di Maikol Di Stefano
Non si arresta la polemica tra Partito Democratico e maggioranza in quel di Porto San Giorgio. A tornare all’attacco, nella giornata di oggi, sono stati i volti consiliari del Pd guidati dell’ex sindaco Nicola Loira. Insieme a lui Catia Ciabattoni e Christian De Luna entrambi seduti sui banchi di minoranza all’interno dell’assise comunale. «Noi riteniamo incomprensibile, ingiustificabile ed intollerabile il modo in cui l’amministrazione comunale risponde e reagisce alle dichiarazioni della minoranza. Quasi ci fosse un’intolleranza alla democrazia; come se il dialogo suscitasse irritazione ed indisponibilità assoluta». A parlare è proprio l’ex primo cittadino, Nicola Loira, oggi capogruppo del PD in consiglio comunale. Al centro della diatriba resta il porto della città, il quale è tornato al centro della bagarre politica negli ultimi giorni.
«Questo accade anche quando uno, dinanzi ad un fatto concreto come la sentenza del TAR chiede lumi. Noi su questa questione ci torniamo in maniera decisa, perché difronte a questo silenzio che persiste, vogliamo sapere se l’amministrazione prosegue sulla decadenza allora che ci dica come vuole gestire il tutto. Dall’altra parte se la strada della decadenza non è più percorribile, che si sieda col concessionario a parlare del piano regolatore facendo uscire il porto da questa situazione paludosa in cui si è venuto a trovare». In o out quello lanciato da Loira alla giunta Vesprini. «Noi dinanzi alla reazione di chi parla per bocca dell’amministrazione, non arretriamo di un metro. Non ci facciamo spaventare neanche dalle velate minacce che arrivano da quelle stesse dichiarazioni. Non è comprensibile che dinanzi ad una domanda, venga riportata, come risposta, la palla nel campo avversario e ci venga chiesto: “Cosa ha fatto il PD”? Ben due piani regolatori per il porto, ecco cosa il Partito Democratico ha fatto (quello approvato dall’Amministrazione Brignocchi e cancellato dal sindaco Agostini e quello licenziato dalla Regione e approvato dall’esecutivo Loira). Il futuro di Porto San Giorgio non passa attraverso mercatini e concerti, ma passa per scelte importanti come questa ed è ora di fare veramente chiarezza e andare avanti, senza farci condizionare dalle uscite degli ultras dell’amministrazione».
Una stoccata che prepara il campo alla consigliera, ed ex assessore Katia Ciabattoni. «Voglio ribadire con forza quello che il capogruppo Loira ha detto. Non è un caso che oggi parliamo qui in consiglio comunale; perché noi ci sentiamo parti e attori di questa realtà. Noi siamo costantemente bistratti e questo è intollerabile. Veniamo costantemente attaccati e denigrati, nonostante noi lavoriamo nel rispetto dei ruoli e delle persone. Non è che siamo qui ad inventarci le cose, siamo sempre costantemente trasparenti e rispettosi, lo stesso che da oggi pretendiamo di ricevere indietro dalle forze politiche avversarie». Ciabattoni che poi sposta l’attenzione sul progetto per l’adeguamento morfologico e strutturale del porto finanziato con i fondi FSC nell’accordo tra regione e governo. «Il 23 maggio questo progetto è stato presentato con una pletora di rappresentanti del centrodestra tra cui il governatore Francesco Acquaroli all’interno del teatro comunale. In quella sede siamo andati io ed il mio compagno di partito Carlo Paci con la voglia di ascoltare, rendendoci conto già nel corso della serata che quanto presentato non sarebbe stato realizzabile, soprattutto nel momento in cui il vicesindaco Fabio Senzacqua ha esplicitamente dichiarato che il finanziamento avrebbe coperto solo il 50% dei lavori. In quella sede più di una volta si sono ringraziati gli uffici comunali, io da consigliera sono voluta andare nel fondo di questa storia – spiega la consigliera di minoranza -. L’indomani di questa presentazione rivolgendomi proprio a loro ho chiesto di poter accedere a quel progetto, scoprendo che non esisteva nulla di tutto ciò in comune. Abbiamo aspettato, perché stiamo parlando di una situazione delicata e voleva comprendere bene a che punto fosse l’iter amministrativo. Questo fino a quando l’altro giorno in risposta alle nostra dichiarazioni, realtà vicino all’amministrazione hanno ritirato fuori nuovamente il progetto di riqualificazione del porto forense. Quella sera abbiamo visto solo una passerella politica, che ci può anche stare, ma bisogna essere onesti. In quell’occasione è stata letta una relazione di una facciata che oggi scopriamo non essere firmata, non sappiamo chi l’ha stilata e su quali basi scientifiche. Un progetto faraonico da 15.000.000 di euro, basato su un’idea e non un progetto».
Un’idea quindi e non un progetto quello annunciato dall’amministrazione Vesprini stando alle parole dell’ex assessore, che poi rincara la dose. «Il tutto condito con cinque, sei, rendering che chiunque potrebbe fare a casa sua con un programmino basico. Non è possibile quindi andare avanti con questa falsa narrazione. Ieri sera in consiglio comunale, il sindaco ha ammesso che la “città è in confusione”, andando poi a spiegare che questo però è colpa della vecchia amministrazione. Allora ci tengo solo a sottolineare che il sindaco è stato parte forte e attiva di quella stessa realtà amministrativa a cui ora fa riferimento. Se oggi il primo cittadino dichiara: “io non sapevo, non ero a conoscenza”, ribadisco che non è un buon amministratore». Dello stesso avviso il consigliere Christian De Luna. «Questa è l’ennesima volta che si evince il modus operandi di quest’amministrazione. Siamo dinanzi all’emblema del loro mandato fino a questo momento, presentare un progetto da 15.000.000 di euro che poi non esiste. Io penso che alla lunga i cittadini, se già non lo hanno fatto, se ne renderanno conto dei risultati che non arrivano. Una narrazione la loro che non comprendiamo se fatta in buona o in malafede. Si parla sempre male della precedente giunta, quando l’attuale sindaco ne è stato parte attiva per 9 anni. Sanno quindi di dire delle bugie, ma ci provano comunque con il loro argomentare a convincere la cittadinanza della loro realtà. Noi non siamo come loro, voliamo alti nel nostro argomentare, ma siamo costretti ora a scendere e raccontare le cose come stanno facendo chiarezza».
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