«La storia dei conflitti non è così semplice da raccontare, c’è voglia di pace, ma non tutti la pensano così, oltre ai confini, al territorio, C’è una grande componente, che riguarda la convivenza di diverse religioni, ma quello che si percepisce , tra la gente, e la speranza che questi conflitti finiscano».
Il reporter fermano Alessandro Miola è da circa due mesi in Medio Oriente. E’ con il collega Riccardo Cavaliere per Rai News e da settimane, insieme, raccontano storie e tragedie della guerra. Hanno fatto oltre 140 dirette, a cui si sommano i servizi per i vari Tg.
Dal Libano ai confini con Gaza, alla Cisgiordania, poi a Eilat dove è stato lanciato sulla città un missile. A Tel Aviv la sera dell’attacco con drone, e a Jenin il giorno degli attacchi israeliani. «Abbiamo anche incontrato i terroristi palestinesi. Siamo stati in Golan, dove – racconta Miola, contattato dalla redazione di Cronache Fermane – si è consumata la strage di bambini e, martedì, nella zona dove è caduto un drone, tra le montagne di Kiryat Shemona.
«Come in ogni guerra si vive nel terrore, nel dolore e nella sofferenza. Abbiamo assistito a scene strazianti. E’ naturale chiedersi a cosa serva tutto questo».
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