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Il rock dei Mr.Big elettrizza il pubblico al parco fluviale Alex Langer

MONTE URANO - Ieri sera, al parco fluviale Alex Langer, la band americana punto di riferimento per i musicisti di tutto il mondo dal 1988, si è esibita in una delle tappe del suo tour

di Marco Ribechi

La storia del rock e della musica passa per Monte Urano con il concerto dei Mr. Big. Ieri sera, al parco fluviale Alex Langer, la band americana punto di riferimento per i musicisti di tutto il mondo dal 1988, si è esibita in una delle tappe del suo tour.

Una band iconica, rinomata e ammirata soprattutto per la caratura tecnica dei suoi membri tra cui Paul Gilbert, conosciuto per essere uno dei massimi interpreti mondiali della chitarra elettrica, posizione che condivide con pochissimi altri artisti, e Bill Sheehan, chiamato anche il Van Halen del basso per la sua abilità disumana tecnica e inventiva dimostrata in oltre quarant’anni di carriera ai massimi livelli. Alla voce l’immancabile Eric Martin. Alla batteria il percussionista brasiliano Edu Cominato, l’unico turnista della band.

Lo spettacolo, aperto dal gruppo hair metal torinese Dobermann, ha visto tra il pubblico tantissimi musicisti famosi nell’underground maceratese e fermano, tutti desiderosi di ammirare da vicino la tecnica di alcuni dei loro idoli indiscussi. Purtroppo è stata registrata anche la defezione degli Vandemberg, band che fa capo a Adrian Vandemberg chitarrista di un’altra band conosciuta a livello planetario, i Whitesnake, che ha avvisato tramite un video che circolava già dal pomeriggio di aver purtroppo mancato l’appuntamento aereo che li avrebbe portati nelle Marche. Un’assenza pesante che ha lasciato scontenta una parte dei presenti. Ad aprire lo show, dopo il brano registrato Blitzkrieg Bop dei Ramones (in scaletta come intro) è Addicted to That Rush, la prima canzone del primissimo e omonimo album del gruppo, che rimanda direttamente al 1989. Il pubblico ha dimostrato fin dai primi istanti di non essere lì per caso: in tantissimi infatti hanno accompagnato il frontman Eric Martin nel canto, conoscendo a memoria i testi di quasi tutte le canzoni presentate. A spiccare in scaletta anche Never say never e My kind of woman, dal celebre album Lean into it, Colorado Bulldog e Wild Word (cover di Cat Stevens) tratti da Bump Ahead, Price you Gotta Pay, il successo planetario To be with you e le cover conclusive ovvero Shy Boy dei Talas e Baba O’Riley degli Who. Nei vari momenti dello spettacolo spazio agli immancabili assoli con Gilbert che ha fatto una session di melodie, miste a improvvisazione, di alcuni dei brani della sua carriera. Dal canto suo Sheenan, munito di uno spettacolare doppio basso, si è a sua volta cimentato in un avvincente assolo che ne ha dimostrato tutto il valore artistico. Bene anche il giovane batterista che, con rispetto reverenziale, non ha comunque mai voluto sovrastare il suono dei suoi esemplari colleghi. Un concerto piacevole, un’ora e mezza di ottima musica tiratissima. A portare l’iconico gruppo nelle terre fermane è stato il Bambù Festival, realtà ormai consolidata nella provincia capace di movimentare una certa scena rock che nelle Marche, storicamente, ha fatto sempre fatica a decollare. Infatti questa sera è la volta di altre band che per gli appassionati del genere rappresentano un importante capitolo musicale. Saliranno sul palco Dennis Stratton, primissimo chitarrista degli Iron Maiden (con la Iron Maiden Division) e più tardi ⁠Phil Campbell & the Bastard sons, ovvero la band del chitarrista dei Motorhead. Due elementi che hanno fatto la storia della discografia rock universale, fonte di ispirazione per i decenni successivi. Con loro anche il Fleshgod Apocalypse, affermata band perugina di symphonic death metal e i Folkstone di Bergamo. A Monte Urano quindi si prospetta un’altra notte di grande rock.


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