Troppi appartamenti ancora liberi, anche nel mese di agosto. L’analisi impietosa la fa il centro sociale Officina Trenino 211 prendendo in esame i dati di una piattaforma che si occupa di tracciare e prevedere con precisione il fatturato potenziale del mercato immobiliare speculativo. Il quadro che ne esce non è propriamente roseo per il comparto immobiliare turistico rivierasco. «Il ranking o indicatore di performance della nostra città è 8 su 100, decisamente basso, significa che il mercato immobiliare turistico a Porto San Giorgio è considerato “debole o con basse prestazioni in futuro”» fanno sapere i componenti del sodalizio che ha sede in viale della Vittoria.
E’ lo spunto per accendere i riflettori sui risvolti sociali che questa fotografia porta con sé. «Immaginate la percezione delle centinaia di sangiorgesi “espulsi” dalla città negli ultimi anni, o gli altrettanti a rischio negli ultimi mesi». Un riferimento neanche troppo implicito alle giovani coppie costrette a migrare altrove, spesso a Fermo o in zona Valdaso, per trovare un appartamento in affitto o da acquistare alla portata delle loro disponibilità economiche.
Secondo l’Officina Trenino in bassa stagione gli appartamenti disponibili in città sono oltre 1000. «I governi locali non hanno mai avuto una comprensione complessiva dei flussi turistici e dell’impatto degli affitti brevi sulla città, l’annientamento progressivo della comunità è stato più volte agevolato per difendere la rendita di pochi» fanno sapere aggiungendo che «il prezzo medio per l’affitto di una casa è troppo alto: picchi di venti euro a mq. La percentuale di tempo in cui le proprietà disponibili sono effettivamente abitate anche solo temporaneamente sono invece molto basse, per questo agosto ci sono ancora trecento appartamenti disponibili».
Dati che a loro modo di vedere confermerebbero il fatto che Porto San Giorgio non sia una destinazione molto popolare per i turisti. «C’è un numero eccessivo di alloggi disponibili rispetto alla domanda reale, che ha portato ad una saturazione del mercato. Il progressivo impoverimento dell’economia locale alimenta un circolo vizioso e provoca un ulteriore effetto: la desertificazione della città».
Partendo da questi presupposti i componenti del centro sociale puntano l’indice contro chi amministra ed ha amministrato perché continua ad investire «nella organizzazione ossessiva del turismo mordi e fuggi». Stop allora ai grandi eventi «che stressano e sovraccaricano gli spazi e le poche infrastrutture pubbliche rimaste: Pro loco in festa, notte rosa e le deroghe in spiaggia, per favorirne lo sfruttamento h 24. Eliminare i grandi eventi porterebbe una gestione sostenibile delle risorse, la riduzione dell’impatto ambientale, il miglioramento della qualità della vita dei residenti e dei turisti» chiedono. Non manca però un accenno agli strumenti di pianificazione urbana che a loro detta sono a senso unico perché finirebbero per privilegiare pochi rispetto alla collettività. «Il nuovo lungomare, l’imminente cambio di destinazione del mercato coperto, il piano di spiaggia nonché il piano regolatore, quest’ultimo già compromesso dal decreto di luglio (salva casa Salvini), che autorizza l’abitabilità dei monolocali da venti mq. Ora avranno senso i miseri contributi agli affitti erogati da quel che resta dei servizi sociali comunali e si potrà avere la tranquillità economica di vivere in un monolocale anche in riviera».
S.R.
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