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“100 Volponi” il ricordo di Cisbani nel centenario della nascita dello scrittore: «Una voce di cui il Paese avrebbe bisogno»

IL RICORDO a firma dell'ex senatore fermano in occasione del centenario della nascita dello scrittore. Sabato a Falerone serata intitolata, appunto "100 Volponi"

«Immagino che Paolo Volponi avrebbe sorriso non poco all’idea di essere ricordato in un Teatro, che porta il nome del “Beato Pellegrino”; per di più a due passi da Magliano di Tenna, paese natio di Anteo Crocioni, il personaggio centrale di quel romanzo “La Macchina Mondiale” che gli diede il primo ‘premio Strega’. Credo, continuando in questa sorta di gioco immaginario, che sarebbe stato soddisfatto per essere ricordato, in questo lembo di terra marchigiana particolarmente amato, da due intellettuali a lui cari». Inizia così lo scritto dell’ex senatore fermano Giorgio Cisbani che prende spunto dalla serata in onore dello scritto Paolo Volponi, intitolata, appunto “100 Volponi”. Nel centenario della nascita dello scrittore, infatti, il Tavolo della Legalità, in collaborazione con il comune di Falerone, ha organizzato la serata in onore dello scrittore marchigiano, una serata che si terrà sabato alle 21 al teatro “Beato Pellegrino” di Falerone. Sono previsti gli interventi del critico letterario Massimo Raffaeli, e del giornalista e saggista Valerio Calzolaio.

«Seppure la profondità del suo pensiero, i segni della sua scrittura e la coerenza nelle scelte di vita – continua Cisbani ricordando Volponi – siano state tali da fargli meritare ogni platea, aggiungo che, probabilmente, la solennità del Teatro Romano, che inizialmente gli organizzatori pensavano di utilizzare, lo avrebbe messo un po’ in imbarazzo. Comunque mi pare significativo che lo si voglia ricordare perché la sua é indubbiamente una delle voci di cui il Paese avrebbe particolarmente bisogno, considerati i tempi difficili che sta vivendo, in un contesto in cui non si può escludere il rischio di un nuova guerra mondiale (l’atomica era al centro delle sue maggiori preoccupazioni). Così come sono certo che si sentirebbe a suo agio nella piazzetta di Magliano di Tenna che l’anno prossimo potrebbe animarsi del suo ricordo, là dove visse proprio quel Mario Vallasciani, alias Anteo Crocioni, che gli amici chiamavano “avvocato Lops”, per sottolinearne i comportamenti da intellettuale. Volponi aveva per lui un particolare affetto, tale che un giorno, nel minuscolo cimitero, dove era stato accompagnato dal castellano ex compagno Rinaldo, salì sulla scala per guardare da vicino la lapide. Sembra una barzelletta, ma Volponi ad Ivrea, dove lo aveva conosciuto, aveva chiesto allo staff di ingegneri della Olivetti, considerato allora tra i più validi al mondo, di valutare la valenza scientifica del “Trattato”, il plico dattiloscritto che Anteo portava sempre con sé, ansioso di riceverne l’approvazione delle autorità, senza comunque disdegnare il consenso del popolo. Leggo sulla pagina Facebook della scrittrice, Chiara Giacobelli, che Volponi avesse un’attrazione particolare verso le persone geniali e strambe. Condivido e, più che altro, faccio mia una sua frase che può apparire financo banale: “…lo scrittore che credeva in un mondo migliore”.

Giorgio Cisbani

Eppure, senza voler concludere amaramente, il giorno della sua morte, su un quotidiano é apparso un articolo dove, senza nominarlo, si faceva esplicito riferimento a lui con una sorta di critica per aver accettato la candidatura (e la elezione come indipendente) nelle file del Pci.

(A tal proposito sono noti episodi che esaltano la specchiata figura di Paolo; forse non é noto che per ben due volte nel 1976 il segretario regionale Claudio Verdini mi chiese di andare ad Urbino per cercare di convincerlo ad accettare la candidatura. A me diceva di sì, ma poi fu un definitivo no: Volponi fece la campagna elettorale ma non accettò la candidatura al Senato, come avvenne anni dopo).


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